permettesse di non perdere nessuno dei due: "Bill! Giò! Cosa vi prende? Bill, perché vuoi andartene? Giò, ascoltami: Bill mi ha proposto di accompagnarci ed io preferisco che venga con noi, a volte in Harlem finisce a cazzotti. Insomma è possibile che dobbiate sempre litigarvi, voi due?" Così erano usciti, fianco a fianco, e s'eran seduti, fianco a fianco, nella automobile rossa di Bill. Giovanna nel mezzo, Richard a destra, Bill a sinistra: che guidava. Fianco a fianco, lungo la Quinta Avenue, tutta deserta perché era domenica; fianco a fianco, giù per il Central Park, deserto anche quello sebbene fosse domenica; fianco a fianco pei larghi viali a spirale, con quel vento che entrava dal finestrino, quel caldo che veniva di sotto al motore: e Richard imbronciato, Giovanna mortificata, Bill zitto. Bill guidava con gesti tranquilli, sicuri, e Giovanna pensava che strana domenica: è la prima volta che io e Richard usciamo di giorno e questo antipatico è qui, perché è voluto venire? Bill sorrideva il suo solito sorriso di ghiaccio e Richard pensava che strana domenica, è la prima volta che io e Giovanna usciamo di giorno e questo prepotente è qui, perché è voluto venire? Fianco a fianco, per le strade diritte, i sottopassaggi, i semafori rossi che diventavano pause di pesante silenzio, e così erano entrati in Harlem, una folla scura ed ostile, appoggiata ai muri, ai lampioni, e avevan parcato l'automobile rossa, eran saliti al secondo piano per sedersi dinanzi al tremendo striscione: "Iddio ti guarda con l'orologio in mano. Confessati!" Veniva voglia davvero di confessarsi: o un terrore di farlo. Il grammofono suonava un motivo ossessionante di twist, identico a quello che suonavano la prima sera al Palladium. I negri battevano le mani e cantavano, il canto si ripercoteva sui vetri come un temporale. L'aria era calda, densa di sudore e minacce. D'un tratto il prete alzò la bacchetta, fermò il grammofono e disse: "Iddio ti guarda con l'orologio. Confessati!", una donna uscì dalla loro fila e si mise ad urlare i propri peccati. Era alta e magra, aveva gli occhiali. Urlando si torceva in vergogna e una ministressa di Dio le tolse gli occhiali perché non si rompessero. I suoi peccati erano peccati qualsiasi ma i negri dicevano: "Uuuuh!" e Giovanna avrebbe voluto zittirla, gridare: "Non la condannate. Noi tre siamo molto più cattivi di lei". Giovanna sudava. Si voltò verso Richard e gli disse: "Richard, ti prego. Andiamo via". Richard non la udì, era tutto bianco e ascoltava la donna. Ma Bill la udì e con un gesto deciso, un tono secco di voce, ordinò: "Dick, vieni via. Giò ha ragione". "Ma perché? Io mi diverto." "Via, ho detto!" Uscirono. Richard a destra, Bill a sinistra, Giovanna nel mezzo e in ciascuno di loro il presentimento che non servisse fuggire. Scesero piano le scale, un'altra ministressa di Dio disse: "Ora conoscete la strada. Tornate". Bill rispose

educatamente: "Torneremo prestissimo, grazie". Chiusero piano la porta, furono di nuovo dentro una folla scura ed ostile, raggiunsero l'automobile rossa. E l'automobile era tutta graffiata, sul parabrezza era scritto a gran lettere: "Go to Hell, please", andate all'inferno, per favore. Accadde quella scena terribile. Accadde che Richard cancellò con la mano, ridendo, ma Bill gli agguantò come una morsa la mano e, rivolto a un gruppo di negri che fissavano cupi, sibilò: "Chi è stato?" Subito un ragazzo con la giacca a quadri, la bocca piena di chewingum, si staccò dal muro. "Io, uomo. Perché?" "Non ti provare mai più, ragazzo." "Cosa hai detto, uomo?" "Ho detto non lo fare mai più, ragazzo." Il ragazzo sputò lo chewingum che andò a cadere ai piedi di Richard. "Lo farò ancora e quando mi pare, uomo." "Io ti dico che non lo farai più, ragazzo." "E lascialo perdere, Bill." La voce di Richard era stridula: la voce di chi comincia ad avere paura. Bill si irrigidì. "Non lo vedi che è un moccioso, Bill? Un negro moccioso," insistette Richard. Il ragazzo andò sotto Richard. "Come hai detto, uomo?" Richard gli voltò infastidito le spalle, fece il gesto di aprire lo sportello dell'automobile. "Ho detto che sei un negro moccioso," rispose tra i denti. "Ripetilo, uomo." Richard spinse Giovanna verso l'automobile. "Vieni, Giò." "Nemmeno per sogno," disse Giovanna divincolandosi. "Ripetilo, uomo." Giovanna si piantò dinanzi al ragazzo.