Bankhead." "Chiamami lo stesso, tesoro. Lo sai che esco sempre volentieri con te." Poi, rivolta a Giovanna: "Non lo trova maledettamente attraente?" Anche la ragazza era maledettamente attraente. Giovanna strinse le labbra e pensò, con stupore, che stava diventando gelosa; era scomodo, per lei, che Richard avesse a che fare con tante bellezze. E distolse lo sguardo da Mary che baciava Richard: perdendo la scena di lui che respingeva il bacio come una mosca noiosa.

"Cristo! Ma che bisogno hanno di interrompere coi loro ciao? Il prossimo che mi interrompe lo scaravento nel muro. No, stai tranquilla: non sono ubriaco. Fosso bere una bottiglia di whisky e restar lucido come un astemio. E' l'unica cosa che so fare bene. Cameriere, altri due whisky, prego. Dunque, come dicevo? Ah, sì. Dicevo che una volta andai dallo psicanalista, per questo. Ma poi lo psicanalista morì e non c'ero andato abbastanza perché fosse servito a qualcosa. Ero appena arrivato alla morte di papà, figurati. Dovevo ancora raccontare del mio arruolamento, del macabro scherzo che mi avevano fatto certi soldati in un bordello, del terribile sbarco in Sicilia... Oh lo so! Voi europei ridete della psicanalisi. La considerate una mania di noi americani. Voi europei avete altre cose: i preti, ad esempio. E in un certo senso loro vi ascoltano gratis: tutt'al più ricattandovi con la favola dell'inferno. Noi, invece, i nostri preti in camice bianco bisogna pagarli e non si ha neppure il vantaggio di confessarsi attraverso una grata. Ti guardano in faccia, tutt'al più ti fissan la nuca, e tu stai lì, sul lettino, a sentire quegli occhi che ti pigian la nuca, e ti vergogni, la tiri più lunga che puoi: come sto facendo con te. Mi segui?" Lo seguiva, eccome. Lo seguiva con gli occhi, gli orecchi, il cervello: soprattutto un'immensa paura. Cosa stava per dirle? Cosa aveva già detto allo psicanalista? Cosa significavano quelle allusioni, quelle ritrosità? Una parte di lei voleva sapere e una parte non lo voleva. Una parte di lei era pronta a ricevere la pugnalata, e una parte di lei era pronta a bendarsi gli occhi e gli orecchi e il cervello: pur di risparmiarsi ferite. Né si trattava soltanto di volontà o sentimento: la sua esperienza di vita aveva troppi vuoti per farle intuire fino in fondo il nocciolo della questione. Intuiva soltanto, e in modo confuso, che se lui era un uomo sbagliato lei era una donna sbagliata, se lei lo avesse aiutato lui l'avrebbe aiutata: la barricata che divide uomini e donne è un filo talmente sottile, con la stessa facilità si può rompere o lo si può superare. "Ti seguo, Richard," disse seria Giovanna. "Si tratta di questo," disse deciso Richard. "Io..."

Non potè finire la frase.

"Eccoli!" strillava contenta Martine. "Non abbiamo fatto bene a raggiungervi? Lo diceva, Bill, che vi avremmo trovato al Monocle. Ha un fiuto, lui! Cavolini miei, è l'una del mattino e crepo di fame. Andiamo tutti e quattro a mangiare. Bill ha scoperto un ristorante giapponese che chiude all'alba, ed ha prenotato una bella tempura. " Giovanna si alzò rassegnata. E mentre un ago di gelo le si insinuava dentro la testa colse il sorriso maligno di Bill che osservava, lisciandosi i baffi, Richard.

CAPITOLO VIII.

"Cosa volevi dirmi, Richard?" Era stata una cena

carica d'imbarazzo: con Martine raggelata nello stupore, Bill più provocatorio del solito, Richard occupatissimo a mangiarsi le unghie, Giovanna educatamente ostile. Il cameriere giapponese li aveva convinti a levarsi le scarpe: data la situazione, ciò era stato abbastanza grottesco. La tempura era un banale fritto di gamberi che Martine detestava. Martine s'era messa a strillare di voler qualcos'altro sicché il cameriere aveva acceso il fornello incastrato nel tavolo, poi aveva cotto lì sopra carne e cipolle sollevando sui quattro volti infastiditi