Room?" "Niente. Abbiamo bevuto la vodka." "Oh, carini, carini! Bevete la vodka anche voi? Io lo dico sempre che la vodka contiene meno calorie del whisky: ah, sempre furbi quei russi," strillò la moglie di Hultz. Richard le lanciò un'occhiataccia. "Sai, Giò. Vorrei non essere tornato a New York." "Pazienza. Ora ci siamo." "Vado a prenderti un poco di whisky, Giò?" "Bravo, grazie." Lo guardò allontanarsi verso il tavolo delle bottiglie. Sedette, estenuata, tra la moglie di Hultz e il tipo che vendeva gli shelters. "Il problema, mio caro, non sarà quello di possedere uno shelter. Sarà quello di non dividerlo insieme agli estranei che, quando sono dentro, ti bevono l'acqua, ti consumano le scatolette e ti respirano tutto l'ossigeno..." "Ma, cara signora, dentro lo shelter bisogna tenere un fucile." "Giovanotto, io sono cattolica. Non potrei mai ammazzare altri figli di Dio." "Qui la volevo, mia cara signora! Prima di firmare il contratto con Hultz ho telefonato al mio confessore, un gesuita coi fiocchi, e gli ho posto il problema: come comportarsi con gli estranei che vogliono entrare dentro il mio shelter quando sta per scoppiare la bomba? Ecco quel che mi ha detto: 'Sparare, figliolo, sparare'. O noi o loro, s'intende." "Quand'è così..." Giovanna si alzò, carica d'ira. Possibile che fossero tutti uguali, là dentro? E Richard dove s'era cacciato? Voleva andarsene: subito. Si avviò verso la porta e fu allora che udì una voce: alta sopra le altre, carica di dignità. "Basta, perdio! Mi avete rotto le scatole! La guerra non è una partita di baseball e la morte non si sfugge coi vostri quattrini. Se la guerra dovesse scoppiare non sarebbe la fine dell'America, sarebbe la fine del mondo. Non abbiamo nulla da temere fuorché la paura. E chi ha paura è un vigliacco!" Conosceva quella voce. Era la voce di Bill. Lentamente Giovanna tornò sui suoi passi. Gli andò incontro. "Ciao, Bill." "Ciao, Giò. Non sei più arrabbiata con me?" "Molto meno." "E non hai paura della bomba?" "Molto meno." "E Dick, cosa dice?" "Ah! Sei qui, Bill," disse Richard arrivando con due bicchieri di whisky. "Sì, Dick. Non sai che io sono dappertutto? Lo dice anche Giò." Richard si strinse a Giovanna. "Ti piace il mio Funny Boy?" "Mi piace: non ama il visone," rispose Bill prendendo il whisky di Richard. "E malgrado questo resterà negli Stati Uniti d'America." "Giò! E' vero?!" "E' vero, Richard." "Perché non me lo avevi detto?" "Non ero sicura che ti facesse piacere." "Ma è splendido, Giò!" "Bene. A quanto pare siamo tutti contenti," ridacchiò Bill. "Possiamo spostarci alle finestre e guardare i fuochi di artificio. Il nostro Hultz sostiene che a quest'ora lo Sputnik dovrebbe passare sopra New York. Sentite come gracchia la gentildonna pronta a sparare sui figli di Dio." "Laggiù, laggiù!" strillava, infatti, la signora Hultz. E tendeva il dito dall'unghia laccata verso una stella mentre tutti fissavano ubbidienti la stella e dicevano "Oh!" " Ma no, cara. Manca ancora un minuto, " replicava Hultz. "Il tuo orologio va male, darling." "Il tuo oculista va male, darling." "E' il migliore oculista di New York. Settanta dollari a visita." "E' il migliore orologio di New York. Duecento dollari senza il cinturino." Richard e Giovanna si trovarono staccati da Bill, poi schiacciati contro una finestra: a guardare una tazza bluette, punteggiata di stelle. "Vedi nulla, Giò?" "No, Richard." "Nemmeno io ma non m'importa." "A me ancora meno." "Davvero resterai in America, Giò?" "Davvero." "Era ciò che speravo, Giò." "Richard, ti ricordi la notte del bombardamento quando eravamo alle finestre a guardare i bengala?" "Mi ricordo." "E' un po' la medesima cosa, vero?" "E' un po' peggio." "Richard, non sopporto l'idea che questa città possa esser distrutta: o questo paese. E' un grande paese. Eppure credo che Igor abbia ragione." "Anch'io." "Se ci resta poco tempo, Richard, perché sprecarlo così?" Richard le andò più vicino e il torace ossuto le accarezzava le spalle, l'inguine le accarezzava le reni: l'estate di San Martino aveva di nuovo il sapore di erba sbocciata. «Giò..." "Sì?..." "Ecco... dicevo... che cosa straordinaria ed idiota... hanno buttato una palla di ferro nel cielo e per via di questo ci ritroviamo quasi nemici, poi per via di questo..." "Andiamo a casa, Richard. A casa tua." «Sì, Giò." Uscirono senza salutare nessuno e quella notte non ci fu musica, non ci furono lacrime. Non ci fu la luce