fagotto di cenci che era il suo corpo. Sull'altro marciapiede un'isterica dell'Esercito della Salvezza alzava il visino affogato dentro un gran fiocco e gridava: "I dannati periranno! Il Signore vi ucciderà!" La folla sghignazzava: "Uuuuh! Che paura!" Sulle porte dei bar le prostitute si offrivano, gli ubriachi vomitavano, le creature sole piangevano: ma essi non potevano vederli perché quella notte erano di nuovo fanciulli. "Compriamo il croccante, Richard?" "Oh, sì!" Il profumo delle mandorle impastate con lo zucchero e il burro solleticava le nari di Giovanna e Richard come una rivincita. Ed era mai stato così buono il croccante? Quando lui era piccolo, mammy non gli faceva mangiare il croccante: diceva che era antigienico. Quando lei era piccola, la mamma non le faceva mangiare il croccante: diceva che era indigesto. "Andiamo a sparare, Richard?" "O.K. Andiamo a sparare." C'erano anche i tirassegni a Times Square. E nel saloon del gigante vestito da antico persiano, le scarpe col pompon e la mezzaluna sopra il cappello, si poteva sparare alle oche di carta, agli indiani di plastica, far mille cose come stampare un titolo assurdo su una copia falsa del Times, fotografarsi in cinquanta secondi, chiedere il proprio futuro a una macchina. Imbracciarono, sempre ridendo, i fucili. Mirarono alle diciotto candele allineate sopra una panca: ciascuna da spengere con un colpo solo. Alle spalle di lei, i ragazzacci fischiavano: "Battilo, baby!" "Difendo l'America!" strillò Richard. E ne spense sedici. "Difendo l'Europa!" rispose Giovanna. E ne spense diciassette. "Mi hai battuto, mi piace!" strillò Richard. "Diciassette porta male, bad luck." "Porta bene, good luck." "Ora facciamo la fotografia." Sedettero nello sgabuzzino, compunti come scolari, gli occhi sbarrati sull'obiettivo, e la fotografia venne subito dopo: sfocata, marrone, identica a quelle che ci fanno a scuola, quando si siede accanto al ragazzo
o all'amica che ci piace di più. "Ora chiediamo il futuro alla macchina." La macchina era di ferro. Ci si appoggiava un cartone firmato, pieno di buchi come le ricevute della luce o del gas, poi si manovrava una leva e la macchina entrava in azione con un fragore pauroso, aghi d'acciaio si infilavan nei buchi del cartone firmato, un braccio automatico allungava il verdetto: stampato lì, sotto i tuoi occhi. Il verdetto di Richard diceva: "Odiate le responsabilità personali. Niente di ciò che fate è deliberato o voluto da voi. Vivrete solo". Il verdetto di Giovanna diceva: "Siete ostinata nei vostri desideri. Tutto ciò che vi succede è voluto. Vivrete sola". "Richard! Non sarà mica vero?" "Butta via, le macchine sbagliano. Ecco una edizione straordinaria per te." E con un comico inchino le offrì la copia falsa del Times su cui aveva fatto stampare un titolo enorme: Già arrivederci in New York! Dick very happy. "Sei adorabile, Richard!" "Mai quanto te." C'era un vento leggero, quella sera a New York. Dal mare veniva un sapore salmastro che uccideva il puzzo di benzina e di polvere: acre, di pesce, come quello che si respira lungo la spiaggia quando siamo felici. E nessuno stava lì a dir loro: "Ora basta, bambini". I semafori erano occhiate di rosso, di verde, di giallo, e un silenzio pericoloso lievitava le cose, la loro inquietudine, l'intera città. Si fermarono dinanzi alla vetrina di un ristorante e un tacchino grosso come uno struzzo dormiva, spennato, accanto ad avocados grossi come zucche, mortadelle grosse come colonne, insalate grosse come cavoli ogni foglia dei quali era una scodella dipinta di verde: e tutto era così mastodontico che sembrava cresciuto su un altro pianeta per saziare l'insaziabile fame di qualche gigante, o lo stupore di lei. "E ora dove
andiamo?" "A Radio City. Voglio farti vedere il cinema più grande del mondo." Comprarono le noccioline, entrarono nel cinema più grande del mondo, sedettero accanto nel buio: a guardare John Wayne che andava a cavallo. "Nocciolina?" chiese Giovanna porgendo il pacchetto. 71 "Nocciolina." Richard prese il pacchetto e, insieme a quello, la mano di Giovanna. Le loro dita si strinsero: un po' sporche del sale untuoso che lasciano le noccioline, ma nessuno dei due se ne accorse. Non si accorsero nemmeno di John Wayne che ora scendeva da cavallo e sparava a