"Sei tornato, figliolo. E' successo qualcosa, figliolo?" "No, mammy. Va tutto bene." "Nemmeno una lettera, figliolo: solo quel telegramma. Sai quanto simili cose mi faccian soffrire." "Non ho avuto tempo, mammy." "Partisti senza salutarmi, figliolo." "Era tardi, mammy. Perdevo l'aereo." "Però non mi avevi detto che saresti partito." "Perché avrei dovuto dirtelo, mammy?" "Richard!" "Non cominciare, mammy." "Bill è con te, figliolo?" "No, mammy." "Sai che ti dico, figliolo? Che Bill perde troppo tempo dietro quella Martine." "Fa benissimo, mammy." "Sei impazzito, figliolo? Quella è il tipo che lo stacca dalla famiglia, dagli amici, da tutti. La classica divoratrice di uomini." "Bill non ha famiglia, mammy." "Ha te, figliolo." "Mammy, stai dicendo un mucchio di inutilità e mi stai infastidendo. Vorrei pregarti, d'ora innanzi, di occuparti delle tue dannate faccende e di non ficcare il naso nelle mie. Intesi? piantala di camminare su e giù: tanto non salgo. Piantala di telefonarmi: tanto non ti ascolto. Sono adulto, vaccinato, e pago le tasse. Voglio sbagliare da me. Hai capito, mammy?!" Depose con un colpo secco il ricevitore e ora si sentiva come la notte in cui il generale col sigaro in bocca aveva eccitato la truppa che doveva sbarcare sulla spiaggia di Gela: deciso a vivere, perfino ad uccidere. Avrebbe visto Giovanna, le avrebbe detto tutto, le avrebbe chiesto la complicità necessaria a salvarsi. Giovanna avrebbe capito: non aveva scritto che le streghe non la preoccupavano? Dalla seconda battaglia della sua vita sarebbe sorto un nuovo Richard: capace di rinunciare alla libertà condizionata di mammy, capace di dire a Bill: "Posso fare a meno di te". Oh, dio! E da che parte avrebbe incominciato il discorso? Sciocchezze: a questo avrebbe pensato più tardi. Intanto la portava a teatro. Fischiettando compose il numero del Winter Garden, chiese due buoni posti in platea che ottenne senza fatica: "Per lei sempre, signor Baiine". Poi chiamò il Park Sheraton e il fischiettare morì. "E' partita, signore.", «Partita? Come?! E' impossibile!" "Un momento, signore. Abbiamo qui il nuovo numero." "Oh! Grazie!" Dovette farselo ripetere due volte e lo scrisse con molti sgorbi perché gli tremavano le dita. Gli tremavano ancora quando compose il numero di Martine. E dal soffitto cominciò a piovere il rumore dei passi. "Ha

telefonato, Martine! Ha telefonato!" Martine, ancora vestita da viaggio, stava spruzzando la casa di Jolìe Madame. Continuò a spruzzare e alzò un sopracciglio. "Se ti fa tanto piacere." "E mi ha invitata a teatro." "Che originalità. Vado anch'io a teatro, stasera. Bill ha preso i biglietti per Giamaica. Qualcosa in lui comincia a non piacermi ma ha talmente insistito. A proposito: cosa voleva da te, l'altro giorno?" "Nulla... Si annoiava, voleva parlare." "Di che?" "Alta filosofia. Mi ha spiegato alcuni misteri del cosmo. Oh, Martine! Non è straordinario che Richard sia tornato?" "Vai piuttosto dal parrucchiere a farti lavare i capelli. Sembrano spinaci senza clorofilla. Non lo dico per quel fagiolino di Dick, s'intende. Lo dico per gli altri. Ti dirò: gli uomini sono come i gioielli. Costano cari ed è difficile averli. Ma se sei furba, puoi sempre metterne al dito qualcuno. E allora devi stare attenta a non perderlo." "E smettila di fare la cinica, Martine." "Non sono cinica. Adoro i gioielli e anche gli uomini: quelli veri, s'intende. A proposito, dove ti porta IL tuo Richard dopo il teatro? In quel solito posto di mezze sottane?" "Se alludi al Monocle, ci sono stata solo una volta: con Bill, non con Richard. Martine, mi presti l'abito bianco?" "Piglia quel che ti pare." "Martine, mi sta bene?" "Come no? Sembri una vergine al primo appuntamento." "Se credi di smontarmi, ti sbagli," disse Giovanna precipitandosi dal parrucchiere e mai pomeriggio fu così lungo: le sette non venivano mai. Alle sei e mezzo era già per strada e diceva all'autista di correre. Alle sette meno un quarto era già sul marciapiede del Winter Garden, ad aspettare Richard: e si toccava i capelli che non stavano bene, il vestito che era un po' troppo largo, le ciglia che erano troppo spalmate di rimmel, l'orologio che camminava sempre più piano. Perché Richard non era passato a prenderla a casa? Perché non veniva? Ecco, veniva. Avanzava con la sua andatura esitante, le sue lunghe gambe sempre un poco