lunga boccata dal sigaro, accavallò le gambe. "E quando hai deciso?" "In questi giorni. La tua proposta è sempre valida, vero? Oh, lo so: mi son comportata come una romana morta di sonno, non sono venuta quasi mai in ufficio e ciò ti dispiace. Ma io lavoro a modo mio, te l'ho detto. E col tempo riuscirò anche ad accettare le vostre regole: la segretaria e tutto il resto." "Baby, non invertire le parti: stavolta sembri tu a volermi convincere. Gomez non cambia mai idea: specialmente se una persona gli piace. Ti sei comportata a modo tuo: come farai sempre. Quanto all'acclimatarti, nessuno ne dubita. Sei il tipo che entro due anni avrà bisogno di cinque telefoni sopra la sua scrivania." "E' ovvio, comunque, che le condizioni devono essere le medesime alle quali accennasti. Altrimenti rinuncio." Gomez la studiò attraverso la cortina di fumo. "Duemila al mese e una carriera sicura. Stipendio quasi raddoppiato alla data dei cinque telefoni. Sede a tua scelta. Suppongo che ad Hollywood tu preferisca New York." "Infatti. Quando firmiamo il contratto?" ."Appena ti sei sciolta da quello italiano. Non preoccuparti se ci fosse da pagare dei danni: li liquido io. Chi si occupa, piuttosto di dare la bella notizia al rivale? Il vecchio andrà in bestia." "Me ne occuperò io. Ha un debole, per me: quasi paterno s'intende. Non dimenticare che mi ha regalato due mesi per un lavoro che potevo fare in due settimane. Mi perdonerà anche il tradimento. La butterò sul patetico e... Naturalmente dovrò tornare in Italia, allo scader dei due mesi: per portargli il soggetto, sistemare altre cose, ottenere il permesso di soggiorno in America e via dicendo. O.K.?" "O. K. Sei la donna più coraggiosa che conosca a New York. E quando assumi quel tono da colonnello mi fai quasi paura. Stride, sai, col tuo visino da madonna e i tuoi riccioli d'oro." "Non sono una madonna, Gomez. E non ho nessuna intenzione di diventarlo. Faccio solo ciò che mi merita: dalla vita ho avuto lezioni molto più dure di quel che tu creda. Ho la faccia di una donna qualsiasi e passo per una donna qualsiasi perché mi agito poco. Ma dentro sono molto peggiore di una donna qualsiasi. A volte, Gomez, mi chiedo se non sia una donna sbagliata." Gomez si alzò, la tenne un attimo per le spalle: scrutandola. "Baby, va tutto bene, vero?" "Benissimo, certo." "Ne sei proprio sicura?" "Sicurissima, certo." "Hai gli occhi cerchiati, sei dimagrita. Ogniqualvolta ti vedo diventi più strana, più chiusa. Baby, mi raccomando: per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, conta su di me. Voglio fare la tua fortuna, lo sai, ma voglio anche che tu riesca ad essere felice. Le due cose, purtroppo, non vanno sempre d'accordo." "Ma io sono felice, Gomez. Non mi manca nulla." "Speriamo." «Perché? Non si vede?" "No. Non si vede. Ho osservato decine di persone quando venivano qui ad annunciarmi d'aver scelto l'America e i loro occhi brillavano. Non facevano questioni di prezzo. I tuoi occhi non brillano affatto. Sono spaventati come quelli di una lepre che sta per essere uccisa. E ti preoccupi di cinquecento dollari in più." "Me l'hai spiegato tu che qui conta solo il denaro. E poi ho fatto i calcoli: con le tasse e il costo della vita a New York, non è poi una gran cifra. Se resto è perché scelgo l'America, non perché guadagno qualcosa in più che in Italia." "Solo l'America?" "E che altro?" Gomez la riaccompagnò nel suo ufficio. Mise un dito sulla busta di Francesco, col suo indirizzo di Roma. "Come avrai osservato, non mi occupo mai delle faccende private degli altri. Nel tuo caso è diverso: sento come un dovere, una responsabilità. E quello che ha mandato questa lettera?" "E' solo un amico." "Un amico al quale hai spaccato il cuore: ci giurerei." "Gli passerà." "Come no? Passa tutto, a questo mondo. Tutto. Niente vale la pena, niente. Accidenti a me! Ho dieci telefoni sul tavolo e sono rimasto uno stupido." Si allontanò quasi in collera. Giovanna mise la lettera di Francesco dentro la borsa e si preparò per uscire. La lettera di Francesco diceva: "Giovanna cara, grazie per la tua brutale sincerità. L'America non ti ha dunque cambiata. No, non c'è niente da perdonare: quel che è successo era scontato in partenza, io lo sapevo prima di te. Ti auguro d'essere felice perché tu lo meriti più di quanto altri credano. Se però qualcosa cambiasse, ricordati che io esisto e ti aspetto. E continua, ti prego, a