tempo una voglia di ascoltare la sua voce fonda, piacevole. Una voglia di cacciarlo, certo: ma allo stesso tempo una voglia di averlo lì, di saperne di più. Bill era un uomo così misterioso nella sua chiarezza. La stuzzicava anche dicendo cose sgradevoli. Se solo avesse lasciato stare il telefono! Prese tempo. "Bill, mi dispiace che tu non ami Martine." «Perché?" "Mattine ha tutta l'aria di amarti." "Martine non ama nessuno: nemmeno se stessa. Perché non scrivi un soggetto su Martine? E' divertente, imprevedibile, si muove in un mondo umoristico: e le storie umoristiche piacciono molto in quest'epoca senza apparenti tragedie." Continuò a giocare con il telefono. Giovanna tentò di distrarlo. "Ancora whisky?" "No, grazie. Preferirei una tazza di té." "Té?!" Lo fissò con odio: per fare il té doveva scendere in cucina. Si divertiva davvero a staccarla dal telefono? E perché? Si alzò a malincuore, scese in cucina, riempì la teiera con l'acqua tiepida della cannella, sistemò precipitosamente la tazza e lo zucchero sopra il vassoio, tornò: a subire la sua occhiata ironica. "Velocissima." "Sistema americano." Versò il té nella tazza: malignamente pregustando la smorfia di Bill. Bill bevve senza far smorfie. "Ti piace?!" "Ottimo." "Voi americani! Pur di bere, siete capaci di inghiottire anche una tazza di pessimo té." "Queste banalità sono indegne di te, Giò cara," "Banalità?" "Appunto. Voi europei usate sempre banalità offensive su noi americani. Ci giudicate ottusi, bonaccioni, usi a imbottirci di whisky, comunque di liquidi. Come unica scoperta ci attribuite lo chewingum, forse il jukebox. Non ci prendete sul serio nemmeno se vinciamo le guerre che voi avete scatenato. Venite qui, vi esaltate, poi vi indignate, e scrivete
saggi contro di noi, libri contro di noi, barzellette contro di noi. E non capite nulla di noi. Gradiremmo, se non la vostra comprensione, almeno la rinuncia al vostro perpetuo disprezzo." Depose la tazza di té, tirò fuori la pipa, la caricò lentamente, riprese a giocare con il telefono: con un misterioso sorriso. Lei alzò la testa, di scatto. "Senti, Bill. Nessuno ha parlato di disprezzo, né con disprezzo. Sei stato tu a tirar fuori la storia delle transistor appiccicate agli orecchi. Mi sbaglio o tra noi due il più nervoso sei tu? Io amo l'America. Amo la sua cordialità, la sua efficienza, la sua supercivilizzazione. Sento di appartenere più a questo paese che a quello dove son nata. Che altro vuoi? E lascia stare il telefono, perdio!" "O là là! Dunque sai anche parlare, non sei così avara di parole. E sai anche arrabbiarti, non sei così calma. Interessante! Ti meriti che non tocchi il telefono." Depose il ricevitore con delicatezza: un sorriso ancora più misterioso. "Quanto al tuo amore per
l'America, è troppo presto per prenderlo in considerazione. I colpi di fulmine non annunciano mai grandi amori o amori durevoli. Gli amori veri fioriscono dall'indifferenza o dall'odio. Imparerai ben presto che la nostra cordialità è difesa, la nostra efficienza è paura, la nostra supercivilizzazione è solo supermeccanizzazione. Ma quando questo accadrà ti accorgerai anche che l'America ti è entrata nel sangue come un veleno per cui non esiste un controveleno. Noi siamo una malattia inesorabile, Giò, e non c'è altra medicina per sopravvivere fuorché quella che noi abbiamo inventato: far soccombere i deboli per salvare i più forti, uccidere gli altri per vivere noi. Non c'è posto, tra noi, per l'amore e per la pietà. O me, o te: questa è la legge che ci governa. Se non ci credi, fatti raccontare da Dick cos'è l'uragano in America. Nessuno come Dick sa raccontare cos'è l'uragano in America." Giovanna si alzò, infastidita. "Bill, io devo lavorare." "Non essere sciocca, Giò. Sto dicendoti qualcosa di serio. Non puoi affrontare a cuor leggero questo paese e la gente di questo paese. Devi prima capire la legge." "Bill, io devo lavorare." "E va bene. Peggio per te." Si alzò, le andò vicino, le accomodò un ricciolo che le cadeva spesso sugli occhi. Lei si scostò, come punta. "Bill, io devo lavorare." "Ma sì, me ne vado." Un vibrar di baffetti. "Lo vedi, Giò, come gira male il mondo? Un uomo e una donna destinati ad andare d'accordo si incontrano,