quaggiù? Perché mi hai voluto raccontare questa cosa? Perché Bill voleva che tu me la raccontassi?" "Non so, non so. Forse per dimostrarti che non c'è salvezza per me... Forse per dimostrarti che lui è un uomo e io no." "Richard, devi liberarti da quest'incubo e dalla gratitudine eterna per Bill. Nessuno muore per un temporale e Bill mente quando dice che ti ha salvato la vita. Mente per sentirsi più forte, più..." "Su, Giò. Perderemo l'aereo se non ci affrettiamo. Ah, non era squisito il tacchino canadese? Mi sento sempre meglio dopo un buon pranzo. Vieni: mi intenerisci quando vuoi essere grave. Stasera ti porto al Latin Quarter: ammesso che le donne nude non ti scandalizzino. Ce ne sono di bellissime, sai? Non quanto te, si capisce." Il Canada era una macchia di verde. La giacca di Richard era ancora un po' umida. Le labbra di Richard erano fresche. Ma Giovanna pensava a Bill e lo odiava. Lo odiava al punto di non sopportare la vista di un uomo coi baffi, pensò quando un poliziotto coi baffi le restituì il passaporto. Che non lo incontrasse ancora, quel Bill. E pochi giorni dopo, invece, lo incontrò.

CAPITOLO XI.

Faceva freddo, quel giorno: il freddo che metallizza New York in autunno quando il vento condotto dal mare schiaffeggia le guance come un panno bagnato e la terra annerisce in un messaggio prematuro di neve. Il cielo era piombo e molta gente portava il cappotto. All'ottavo piano di Macy, Bill stava comprando una coperta da letto in visone. Giovanna si trovò addosso a lui prima che potesse impedirselo e Bill, continuando ad accarezzare il visone, senza nemmeno alzare la testa, disse: "Ciao, Giò." "Ciao," rispose secca Giovanna. "Ti piace il visone, Giò?" "Non mi sono mai posta questa domanda. Me ne frego del visone." "Oh, sì. Dimenticavo che non sei americana. Le americane adorano il visone, non sai? Commetterebbero qualsiasi delitto pur di avere il visone: compreso uccidere il proprio marito. E' così che muoiono i mariti in America: strozzati da una striscia di visone." Si lisciò un baffo. "Naturalmente questa è la versione ufficiosa. La versione ufficiale è che muoiono di surmenage per comprare il visone alla moglie. in Italia come uccidete i vostri mariti? Con il visone?" "Io non ho marito." "Lo avrai, lo avrai. Che ne diresti di un marito americano che ti regala il visone?" Giovanna si inarcò come un gatto, si preparò ad attuare i feroci propositi che meditava nel Canada. Ma con suo immenso stupore non vi riuscì. "Senti, Bill. Io ho fretta. E tu stai scrivendo la scena di una commedia. Ciao." Svelto, Bill la immobilizzò con un braccio e con la mano libera continuava ad accarezzare il visone. Involontariamente, e subito pentita, Giovanna pensò che il suo profumo di tabacco era buono, insinuante. "Perché ti sono antipatico, Giò? E dire che tu non mi sei affatto antipatica. Mi piaci, anzi: ogni volta di più. Mi piace la tua risata, il tuo broncio, la tua villania. Se andassimo a letto mi piacerebbe perfino la tua cerebrale passione perché, sono pronto a scommetterlo, non v'è erotismo in te: solo cerebrale passione che non serve a nulla senza un tipo come me." Poi, rivolto alla commessa: "Prego, lo mandi al mio indirizzo. Pago in assegno." "Non mi toccare, Bill. E va' a fare la corte a Martine." "Martine!... La sua sapienza amorosa mi fa sbadigliare. V'è solo erotismo in lei, e del più banale. Può usarlo con tutti. Tu, invece, con chi potresti consumare la tua cerebrale passione se non con uomo che ti capisca: insomma con Bill? "Lasciami andare o ti piglio a ceffoni." "Non prima che tu mi abbia spiegato perché ti sono antipatico." "Non mi sei antipatico, Bill. Mi sei odioso. Stai sempre tra i piedi con la tua aria da supertitano che deride l'umanità, avvilisci chi non si crede padreterno come te, addolori Martine, rompi le scatole a Richard ed ora le rompi anche a me. Sei presuntuoso, egoista, malvagio. E vorrei tanto essere un uomo per pigliarti a cazzotti e spaccare cotesto muso gonfio di cattiveria." "Oh là là!" esclamò Bill aggrottando la fronte, e sembrava decisamente