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Ci fecero entrare nelle scuderie attraverso l’ingresso principale. Echo fu spedito al piano di sopra a controllare se Foxtrot era pronto per unirsi alla festa.
Chastain fece strada verso il salone delle conferenze. Non avevo idea di quale versione dei fatti avesse fornito ai suoi, ma ordinò loro di restare nell’atrio con Ella mentre parlava con me.
Chiuse la porta alle nostre spalle e mi guidò verso una sedia a capotavola dell’ampio tavolo di quercia. Sui biscotti d’avena ci avevo visto giusto. Non ce n’erano.
Non tirò le tende sui doppi vetri che ci separavano da Ella e dagli altri. Chiaramente non voleva che mi scordassi della loro presenza. Quando Echo e Foxtrot si unirono al gruppo, Charlie sparì. Il ragazzo con i capelli da scemo si era tolto il nastro adesivo, ma comunque non era un bel vedere. Mi lanciò uno sguardo che mi comunicò forte e chiaro che, se gli fosse capitata l’occasione, avrebbe dato una sistemata alla mia faccia.
Chastain inserì la sicura nella Browning e se la infilò nella tasca del Barbour. Rimase in piedi.
Uno di noi due doveva sputare il rospo su tutta la faccenda, quindi pensai che potevo anche essere io.
«So cosa è successo a Koshtay. Blackwood ha tutti i dettagli in una busta. La aprirà in tribunale se non glielo impedirò io...» Alzai lo sguardo sulla fila di orologi appesi al muro più lontano che mi dissero che ora era a Londra, New York, Bogotà, Baghdad, Berlino e altri tre o quattro posti. «... fra meno di trentasei ore.
«E se per caso ritiene di trovare un modo per impedire che accada, ho un amico fissato con la tecnologia che utilizzerà il sistema WikiLeaks se non lo chiamo.» Stavo sparando cazzate, ma lui non lo sapeva.
Rimase immobile, poi fece un respiro profondo. Riconobbi quei segnali. A Stirling Lines ogni volta che doveva farci un duro rimprovero, gli piaceva che pensassimo che fosse più per il dispiacere che per la rabbia.
Stavolta erano tutti e due messi insieme.
«Hai una vaga idea dell’entità del danno che causeresti?»
Scrollai le spalle. «Me ne sbatto. A me importa soltanto di un ragazzo che non merita la condanna per l’omicidio del suo migliore amico.»
«Niente di tutto questo sarebbe successo se quei due idioti fossero stati capaci di tenere la bocca chiusa...»
Stringeva lo schienale della sedia che aveva davanti con così tanta forza che le nocche gli erano diventate bianche. Cercava di non tremare per la rabbia.
«Sono sicuro che sia stato soltanto Scott ad avere qualche problema a starsene zitto, la prima volta al Palazzo, e la seconda volta quando ormai tutto era diventato troppo per lui, in un buio sabato sera. E questo ha fatto pensare a Jack Grant che la VC di suo figlio rischiava di finire nello scarico. Il piano CQB è stato una sua idea?»
Chastain serrò la mascella, poi scosse la testa. «Non c’è mai stato un piano. Jack era un amico di vecchia data. Mi ha chiamato quando è uscito dal Green Dragon. Gli dissi di stare in allerta e di aspettare. La soluzione CQB è venuta d’impulso. Adorava i suoi ragazzi. Ma era convinto, come lo sono io, che l’istituzione sia più importante dell’individuo.»
«Il Reggimento o la medaglia?»
«Entrambi. Rappresentano qualcosa di più grande di tutti noi. Qualcosa che vale la pena difendere. Fino alla morte. Immagina l’oltraggio per la nostra nazione se una VC venisse ritirata per la prima volta dopo oltre un secolo. Finché ci sarò io non accadrà.
«Non credere che sia soltanto per vanità personale. Voglio proteggere la reputazione di mio figlio, come è ovvio. È l’unica cosa che è rimasta di lui, a me e a sua madre. Ma in questo momento, adesso che ogni inezia sul campo di battaglia viene messa sotto indagine dagli avvocati di Islington che non sanno distinguere tra il davanti e il dietro di un RPG, è necessario sostenere le grandi cause.
«Oltre a tutto il resto, l’onorificenza della Regina Vittoria al valore estremo davanti ai nostri nemici deve restare intatta perché non potremo continuare a combattere le luride piccole guerre di oggi se perdiamo la presa sulla superiorità morale.»
«I suoi amici serbi non riconoscerebbero la superiorità morale neppure se gli mordesse il culo. E uccidere Trev e rapire Ella? Come cazzo può difendere questo?»
«Le due cose sono estremamente deprecabili. Ma, come credo che tu adesso abbia capito, ci serviva la ragazza per assicurarci che Callard continuasse a collaborare. Trevor era pericolosamente vicino a stabilire il collegamento tra la Killing House, gli eventi che hanno portato all’azione da VC di Guy, e i miei tentativi di tenere tutta la situazione sotto controllo. È anche venuto quassù per affrontarmi.»
«No! È venuto quassù in cerca di aiuto! Come me, ha sprecato un sacco di tempo a credere che il DSF fosse il Principe delle Tenebre, e che lei fosse ancora l’uomo che c’era sempre per noi quando tutto andava storto.»
«Sono lieto che tu l’abbia citato, fottuto perfettino sergente Stone, perché abbastanza in alto in quel particolare elenco c’è un certo incarico in Svezia che aveva tutto a che fare con la vendetta.»
«I brutti incidenti capitano. Lo sappiamo tutti. E Grant può aver sparato il primo colpo di sua iniziativa. Ma Trev è stato ucciso per un suo ordine, e mi ha fatto restare vivo soltanto perché potessi guidare Sam in un’imboscata che ci avrebbe fatto tacere entrambi per sempre.
«E adesso cosa accadrà a Ella? Vi ha smascherati tutti. Non potrà liquidarla con tanti saluti. Per quanto impegno possa metterci a insabbiare la faccenda, lei è colpevole di tradimento, di sequestro di persona e di omicidio.»
Se in quel momento i nostri occhi fossero stati dei laser, saremmo stati entrambi due nuvolette di fumo. Per la prima volta da quando lo conoscevo, non aveva la risposta pronta.
«E lei può trovare il modo di giustificare tutto questo disastro, ma sua moglie?»
Chastain esplose di brutto. «Lasciala fuori da questo, tu, piccolo stronzo! Io sto difendendo le cose che sono sacre anche per lei!»
Avanzò deciso nella stanza verso di me. Chissà cosa cazzo avrebbe fatto se Alfa non avesse aperto la porta quando era ancora a un paio di metri.
«Capo, c’è bisogno di lei alla rimessa. È urgente.»
Il ghigno era scomparso.