1
Chiesa cattolica romana St
Francis Xavier, Powys
Giovedì 26 gennaio
ore 08.13
Mi ero sempre tenuto lontano dalla confessione.
Comprendevo il bisogno di annullare tutti i peccati con un paio di Ave Maria, ma negli anni avevo fatto cose di cui non andavo fiero, e l’idea di raccontarle a qualcuno mi metteva a disagio. Il segreto per mantenere un segreto è non condividerlo mai, mai, con nessuno.
Me ne sbattevo del giudizio della gente, ma preferivo non offrire altri bastoni con cui picchiarmi. Chiunque abbia detto «La conoscenza è potere» sapeva bene di cosa parlava.
Ovviamente ad Anna avevo fornito l’edizione rivista e corretta della mia vita, ma lei non l’aveva bevuta. Mi aveva visto nella merda più di una volta, e nei panni di giornalista era un fenomeno a scoprire ciò che la gente voleva tenere nascosto. Dal momento in cui l’avevo incontrata, avevo avuto la sensazione, leggermente inquietante, che lei mi capisse molto meglio di quanto io capissi me stesso. Inquietante perché scoprii che questa cosa era una delle tante per cui mi trovavo bene, bene davvero, insieme a lei.
L’unica altra persona a cui avevo consentito di avvicinarsi un po’ alla verità era padre Mart. Mi fidavo ciecamente di lui, per questo mi trovavo in un piccolo cubicolo di legno in una chiesa a cinquanta chilometri dalla sua casetta. Dovevo subito metterlo al corrente sugli eventi delle ultime ventiquattr’ore e scoprire se era in grado di darmi qualche risposta.
La panca cigolò quando spostai il peso da una chiappa all’altra per cercare una posizione più comoda. Con poche speranze. Quei posti non sono concepiti per essere comodi. Ma per la penitenza. E per l’anonimato, cosa che al momento mi andava più che bene.
Mi era impossibile non fantasticare sul tipo di dialoghi che avevano avuto luogo attraverso la grata che separava il peccatore dal sacerdote. E la magia si ripeteva ogni volta.
Passai un polpastrello sulla frase che un ragazzo del coro aveva scribacchiato con un pennarello mentre aspettava di confessare cosa aveva fatto con il vino della messa: Attento! Le preghiere improvvise fanno sobbalzare Dio! Non sapevo se padre Mart avesse mai controllato quel lato del confessionale, ma pensavo che gli sarebbe piaciuto.
Il rombo gutturale della 911 e l’eco del rumore metallico del pesante portone di quercia mi avvisarono dell’arrivo del prete. Controllai l’ingresso attraverso un varco della tenda di velluto.
Padre Mart abbassò la testa verso l’altare e si fece il segno della croce prima di dirigersi verso di me. Le scarpe da tennis cigolarono sulle mattonelle del pavimento, e gli anellini della tenda tintinnarono quando la scostò per entrare al suo posto nel confessionale.
Seguì un minuto di silenzio. «In nomine patris, et filii, et spiritus sancti... Sei pentito dei tuoi peccati, figliolo?»
Attraverso lo schermo non potevo vederlo bene, ma avrei giurato che gli brillassero gli occhi. «Quanto tempo ha?»
«Un punto per te, Nicholas. Magari ne parleremo in un altro momento...»
«Mi sa che è così, padre.» Mi fermai. «Aveva ragione a essere preoccupato. Trev è morto. Un tiro da professionista.»
Sentii un respiro profondo.
«Chi?»
«Non ne ho idea. Non potrà più farlo.»
Padre Mart sapeva bene che non era il caso di chiedere dettagli.
Io invece gli chiesi se fosse a conoscenza della claymore davanti alla porta di casa di Trev.
No. Non lo sapeva.