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Quando avevo risposto al messaggio di Al, lui mi aveva detto che il suo uomo a Barford avrebbe potuto farmi entrare al centro di detenzione del Tribunale militare, la sera seguente, quando il posto non era pieno di gente. Mi aveva detto dove dovevo parcheggiare. Il sergente Mackenzie era del IV Fucilieri. Si sarebbe fermato accanto alla mia auto con una Land Rover Wolf 90 alle 18.30 in punto, avrebbe lampeggiato due volte con gli abbaglianti e mi avrebbe portato oltre la barriera.
Mi sarei identificato come Nick Jones: la mia storia di copertura era che appartenevo alla squadra della difesa di Geoff Blackwood. Avevo avuto la netta impressione che facesse l’impossibile per non ridere. «Devi vestirti come uno dell’Inner Temple in versione casual. Quindi il bomber, i Levi’s e le Timberland devono restare un po’ a riposo, amico. È il momento giusto per buttarli comunque nell’inceneritore. Facevano già schifo quando mi hai accompagnato a Glasgow, ed è stato secoli fa.
«E ricorda di procurarti un blocco da avvocato con le pagine gialline, e anche un portablocco di lusso. Devi essere credibile per la gente che incontrerai.»
Guidai fino a Bristol e mi unii alla folla dei clienti di Cabot Circus.
Due ore dopo neppure mia madre mi avrebbe riconosciuto. Se ci fosse stata ancora. Ero andato dal barbiere per barba e capelli. Gant e Hugo Boss mi avevano equipaggiato con un elegante soprabito, un blazer blu, camicia con i bottoncini e pantaloni color sabbia che mi erano costati una fortuna. Però non avevo tradito le Timberland, mi ero limitato a sostituire gli stivali con mocassini da barca eleganti.
Se Al mi avesse beccato davanti allo specchio del camerino vestito in quel modo, senza alcun dubbio, avrebbe riso come un pazzo, cosa alquanto inappropriata per uno scozzese che aveva passato la vita intera con indosso un gonnellino colorato. Ma secondo me il Premier Inn di Andover sarebbe stato molto contento di vedermi.
Infilai i miei acquisti in due grossi sacchetti di carta e andai in cerca di una cartoleria. A missione compiuta, tornai alla Škoda e mandai un messaggio a Jesper dall’ultimo Nokia inutilizzato. Mi rispose immediatamente per dirmi che stava ancora controllando il confine francese, ma senza successo.
La cosa non mi sorprese. Ovunque fosse stata portata, Ella aveva viaggiato avvolta nel nastro adesivo e ben nascosta.