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Siiri riuscì finalmente a mettersi in contatto con Tuula, la figlia di Irma. Aveva fatto un paio di volte il giro del mondo, prima per trascorrere il Natale da qualche parte su un’isola del Pacifico, poi per partecipare a dei congressi in Messico e in Corea del Sud. Ecco perché non aveva risposto quando Siiri aveva provato a chiamarla. Era un medico, una vera donna di scienza sempre molto impegnata. Era specializzata in rivestimenti per protesi e nel condotto uditivo dei bambini, anche se Irma e Siiri non avevano mai capito che collegamento ci fosse tra le due cose.
«Naturalmente la situazione della mamma è molto triste» disse. «Ma cosa vuoi farci, è così anziana. Per fortuna lì riceve buone cure. Nel reparto d’isolamento è al sicuro. È riuscita a entrarci alla svelta perché ho usato un po’ delle mie conoscenze per ottenere in tempi rapidi una certificazione medica sul peggioramento della sua demenza. Alcuni aspettano mesi perché non conoscono le persone giuste. Al Lieto Tramonto sono stati molto efficienti, grazie a Dio! Noi figli non possiamo certo occuparci di lei. Forse non sai che ho due cavalli che mi danno un grandissimo da fare, e anche tanta soddisfazione ovviamente, ma capirai che si portano via tutto il mio tempo libero.»
Dunque era vero. Avevano trasferito Irma nel reparto d’isolamento da settimane, e nel frattempo sua figlia aveva girato il mondo per studiare condotti uditivi e i suoi tesorini avevano trascorso il Natale sull’isola Tonga Tonga. La sua povera amica era chiusa lì dentro da settimane e Siiri non aveva fatto nulla. Si era persa in mille domande e aveva violato il suo appartamento con uno sconosciuto per impossessarsi del raccoglitore verde che già una volta le era stato sottratto.
La figlia di Irma non aveva capito nulla quando Siiri le aveva detto che la demenza era un’invenzione della caporeparto, e che al Lieto Tramonto accadevano cose strane. Aveva provato a spiegarle tutto in dettaglio, cause e conseguenze.
«Ma quali reclami?» aveva chiesto Tuula, cominciando a innervosirsi, mentre Siiri le raccontava di come Irma fosse diventata una spina nel fianco del personale. Nominò l’agenzia regionale, il centro Ely e le altre istituzioni. Le sembrava che si chiamassero Fondazione amorevoli cure per gli anziani. E ovviamente le aveva detto del raccoglitore verde e della quantità di farmaci sempre maggiore che sua madre ingurgitava.
«Ma cosa dici? In Finlandia i medici non prescrivono medicine a casaccio. Oltretutto i reclami del settore sanitario non vengono esaminati all’Ely. Intendevi il distretto regionale? Credo che sia tutto frutto della tua immaginazione. Zia Siiri, non è che sei un po’ stanca?»
Tuula non aveva avuto tempo per andare a far visita a sua madre nel reparto d’isolamento, non sapeva dirle come stesse, ma raccomandò a Siiri di fidarsi del personale del Lieto Tramonto e fu felice quando lei le chiese se poteva andare da Irma.
«Ma certo, tu di tempo ne hai. Chiederò che ti preparino il permesso per la visita. Credo che non potrò venire prima della fine del mese prossimo, ho così tanto da fare dopo le trasferte per i congressi. E poi ci sono i cavalli. Ma sono a posto con la mia coscienza, dopotutto la mamma non può avere nostalgia di me, lì al reparto, non ricorda nemmeno il suo nome.»
Nessuna delle due fu felice di quella telefonata. Per fortuna esistevano ancora angeli come Mika, un vero dono del cielo. Come promesso, aveva fatto ordine nell’appartamento di Irma, e gettato via le confezioni di farina e di gallette vecchie anche di otto anni. Ogni cosa era tornata al proprio posto. Ma sembrava che non gli piacesse essere chiamato “angelo”. Disse che non era un angelo qualsiasi. Gli angeli come lui facevano parte di un club internazionale di motociclisti, che oltre a scorrazzare per la Finlandia si dedicavano al volontariato e alla beneficenza. Siiri non lo seguiva e i suoi hobby non gli interessavano poi tanto. Andare in moto, oltretutto, era pericoloso. Solo una cosa era veramente importante. Voleva aiutarle, a differenza dei tesorini di Irma che avevano solo spianato per la madre la strada verso il reparto d’isolamento. Perché Mika lo facesse restava un mistero.
«È per Tero» aveva detto. «È morto senza motivo.»
Anche quel giorno aveva fretta, non si era fermato neppure per una tazza di caffè solubile. Andandosene aveva detto di doversi incontrare con Pasi, che aveva definito “la talpa”. Quel ragazzo si meritava una lezione, ma era una faccenda che poteva sbrigare da solo. Siiri non disse nulla, non voleva insegnare niente a nessuno. Non conosceva bene Pasi che, al Lieto Tramonto, se n’era stato per la maggior parte del tempo chiuso nel suo ufficio a occuparsi di sovvenzioni e finanziamenti.
«Neppure io voglio più insegnare niente a nessuno!» esclamò anche Anna-Liisa quando, dopo la telefonata con Tuula, si ritrovarono insieme agli altri per giocare a carte nel salottino. «Non puoi immaginare cosa significhi insegnare a degli adolescenti la declinazione dei casi del finlandese. A quell’età, nessuno può capire quanto sia indispensabile studiare la grammatica della propria lingua. Eppure è incredibilmente importante. Sai cos’è l’ablativo?»
«No, e nemmeno lo voglio sapere. Sul giornale c’era scritto che non bisogna affaticare il cervello inutilmente. Ci si deve concentrare su ciò che è veramente utile, perché con l’età le facoltà mentali diminuiscono.»
Per poco non litigarono e Siiri, che si era resa conto di averla ferita, dovette chiederle scusa. In segno di perdono, Anna-Liisa tenne a suo beneficio un’approfondita lezione proprio su quell’affascinante argomento.
«...e poi c’è il caso comitativo che indica compagnia, unione. Hai capito?»
In quel momento a Siiri il comitativo non era di alcuna utilità. Non era con Irma e senza di lei la vita non era più la stessa, ma sembrava che nessuno volesse aiutarla a risolvere quel problema. Mika era concentrato su Pasi, la figlia di Irma non capiva nulla e pure Tuuka, il ragazzo della figlia di sua nipote, non la chiamava da mesi. Il mondo intero doveva essersi trasferito da qualche parte in Internet, luogo a cui Siiri non aveva accesso. L’unico barlume di luce in quell’oscurità proveniva dal reparto d’isolamento. Presto ci sarebbe potuta entrare, presto avrebbe rivisto Irma.