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Irma e Anna-Liisa obbligarono Siiri ad andare dal medico. I suoi svenimenti non erano da sottovalutare, bisognava vederci più chiaro. Per Siiri era del tutto inutile. Se il medico le avesse trovato un difetto cardiaco si sarebbe sentita semplicemente sollevata. Moriva più volentieri per un problema di cuore che per cancro o Alzheimer. E per nulla al mondo avrebbe mai acconsentito ad alcuna cura medica nella sola speranza di arrivare a trascorrere il suo centesimo compleanno al Lieto Tramonto, e ricevere una rosa e un abbraccio da Sinikka Sundström. Era questo che succedeva quando un poveretto superava il secolo, e magari si spingeva anche oltre. La settimana precedente, per un ospite completamente rimbecillito di centodue anni avevano messo fiori dappertutto e preparato una torta, sebbene nessuno conoscesse il suo nome, nemmeno le infermiere, e neanche lui stesso.

Irma era diventata estremamente cauta, sospettava che Virpi ficcasse il naso in tutti gli affari dei residenti, comprese le faccende che riguardavano la salute.

«Dovresti trovarti un tutore» consigliò a Siiri. «La selvaggina migliore per il Lieto Tramonto è l’imbecillità senile che le famiglie non sono in grado di valutare. Se Virpi dice che sei demente, tua figlia le crederà. Mettici anche che vive dall’altra parte del globo, in un convento di suore! Chissà se ci sono i telefoni. Un tutore può mettersi dalla tua parte. Sul giornale dicevano che ogni anziano dovrebbe averne uno.»

«Pensi che io debba essere messa sotto tutela?»

Siiri si sentì un po’ ferita, anche se si sforzò di non prendere troppo sul serio il discorso di Irma, che sempre più spesso diceva cose senza senso. Ricordò inoltre di aver letto da qualche parte che la mania di persecuzione era uno dei sintomi dell’Alzheimer. L’angosciava che l’amica mostrasse sempre più spesso avvisaglie di demenza. Irma era ostinata e per quel che riguardava la salute non si arrendeva. Riteneva che il loro reclamo sulla negligenza verso gli anziani dovesse essere corredato da una dichiarazione medica sulle aritmie di Siiri, altrimenti nessuno avrebbe preso per vera quella storia. Motivò ogni punto in maniera tanto convincente che Siiri finì per chiedersi come mai fosse così ben informata sulle modalità necessarie a presentare un reclamo.

«Oh, ne ho già fatti altri in passato. Un paio li ho presentati persino all’amministrazione regionale di Uusimaa. Adesso ha un altro nome, mi pare che qualche regione sia stata cancellata. Ma come si può cancellare una cosa come una regione? Immagina se un giorno ci diranno che il Savo non esiste più. Sai che spasso!»

Siiri era sorpresa. Irma non le aveva mai parlato del suo attivismo. Solo una volta le aveva raccontato di aver protestato per una fattura senza riscontro e per il continuo ricambio del personale infermieristico.

«Ogni settimana ci sono infermiere diverse e la maggior parte non conosce nemmeno il finlandese. Per di più, il personale è veramente scarso, e dovendo ognuno trovarsi in dieci posti contemporaneamente, diventa davvero sfiancante» spiegò, e improvvisamente il suo sesto senso le fece ricordare il nome attuale dell’amministrazione regionale di Uusimaa: «Centro Ely, ecco come si chiama! Non è un nome stupidissimo? Chissà chi è il genio che l’ha inventato!»

Avanzare reclami a organismi diversi era inutile, a quanto pareva. Altri oltre a Irma si erano lamentati del Lieto Tramonto. La signora grassa della scala A aveva protestato perché le venivano somministrate le punture d’insulina a casaccio, ma aveva fatto in tempo a crepare prima ancora che la sua querela fosse protocollata. Poi c’era stata la cieca, la signora Kukkonen, che aveva denunciato di non ricevere da mangiare ogni giorno, e quando poi le veniva finalmente portato qualcosa, era sempre freddo.

«Il tizio che le portava da mangiare andava in camera sua, sbatteva la gamella sul tavolo e lasciava lì da sola una povera cieca. Ora la signora Kukkonen è demente e sta nel reparto d’isolamento» riferì Irma. Disse che se il reclamo arrivava a essere esaminato prima della morte o della demenza di chi l’aveva presentato, il centro Ely o chi per esso mandava un’ispettrice dall’aspetto gentile a prendere un caffè con Sinikka.

«Sempre la stessa signora! Ritva Niemistö. Guarda un po’, mi ricordo anche come si chiama. Lei scrive un bel rapportino, dichiara che l’attività del Lieto Tramonto è conforme agli standard, e le sue rassicuranti analisi vengono affisse alla parete dell’ascensore. Non l’hai mai notato?»

Certo, Siiri aveva visto qualcosa del genere, ma non aveva mai sospettato che fosse da mettere in relazione con i reclami, men che meno con quelli presentati dalla sua amica. Irma era molto più scaltra di quanto sembrasse. Forse i suoi stati confusionali erano tutta scena, con lei non si poteva mai dire. E così Siiri le promise che sarebbe andata dal medico. Ottenne l’appuntamento in tempi sorprendentemente rapidi, due settimane appena d’attesa, quando spiegò alla ragazza delle prenotazioni che si trattava di una donna di novantaquattro anni con problemi cardiaci.

«Sai che urgenza!» commentò Siiri con Irma, ridendo tra sé e sé.