59

SHEPARD

«Mi chiamo Shepard. Sono di Omaha, Nebraska.»

«Zitto, ho detto!» esclama il vampiro premendomi con più forza la canna del fucile contro la tempia.

Mi ha già detto di stare zitto, in effetti, ma siccome sospetto che mi ucciderà che io parli o no, tanto vale che mi giochi tutte le carte che ho.

Ho alzato le mani appena ho visto le armi. I vampiri hanno capito subito che non ero un mago. Hanno sigillato la bocca a Penelope, ma non a me. E poi hanno abbattuto Simon a colpi di fucile.

È venuto giù come un pipistrello rabbioso. Non credo che il vampiro su cui è atterrato ci veda ancora. (Ai vampiri ricrescono gli occhi?) Simon gli ha strappato il mitra di mano e lo ha usato per colpire in testa un altro vampiro. Sembrava un personaggio di Mortal Kombat.

A quel punto gli hanno sparato di nuovo.

E non si è più rialzato.

Ora Baz sta scendendo la duna. È in stato di shock. In pratica è Lamb a sorreggerlo.

«Mia madre si chiama Michele» dico all’uomo che mi tiene prigioniero. «Con una l sola. Insegna spagnolo. I miei sono divorziati, e i tuoi?»

Uno dei NowNext va incontro a Lamb. Indossa una costosa tenuta da safari nuova di pacca, come tutti gli altri, del resto. Pantaloni di nylon da esploratore pieni di cerniere, occhiali scuri… Uno di loro ha anche le bacchette da trekking in alluminio. Gli uomini armati che ci hanno teso l’imboscata paiono usciti dalle pagine da «GQ», il mensile per uomini.

Il vampiro Next Blood è fuori di sé. «Che cavolo, Lamb, potevi avvertirci che uno era un selvaggio!»

«L’ho fatto» risponde lui senza scomporsi, come sempre. «Il patto è questo.»

«E ci porti un tizio munito di cellulare?!» (Parla di me, immagino.)

«Consideratelo un omaggio.» Lamb fa per andarsene, ma Baz non lo segue e non stacca gli occhi da Simon.

«Ci avevi promesso due maghi!» insiste il vampiro Next Blood, ancora imbestialito.

«E ve li ho portati» risponde lui con sufficienza, come se la loro insensatezza non meritasse nemmeno la sua considerazione. Poi indica Simon. «Non è colpa mia se ne avete distrutto uno!»

«Mmm,» commenta il vampiro tutto imbronciato «almeno portati via il ragazzo. Lo sai che non ci piace coinvolgere i PNG.»

Lamb ride e alcuni dei suoi sghignazzano.

«Significa che non mi ucciderete?» chiedo al tizio che mi punta il fucile alla tempia. «Perché sarebbe molto gentile da parte vostra. Davvero, la trovo una politica ammirevole.»

Lamb continua a sorridere, felice di poter odiare qualcuno così tanto. «Siete convinti di essere un modello superiore, il gradino successivo nella scala evolutiva… e non sapete nemmeno gestire un Sanguinante adolescente?» (Ho ventidue anni, ma decido di non interromperlo.) «Non avete elaborato un protocollo per questo? Dallo a noi, Braden! Almeno vi facciamo vedere come gestisce gli affari un vero vampiro.»

I vampiri di Las Vegas mi lanciano occhiate lascive.

L’altro tizio, Braden, è al colmo dell’esasperazione. «Non esistono veri vampiri, Lamb! È un concetto apocrifo!»

«Ti assicuro che io sono reale!» tuona Lamb, lasciando andare Baz. Lui e Braden hanno l’aria di aver già discusso animatamente in passato.

«Guarda che non sei tu a dettare le regole!» grida Braden di rimando. «Non siamo obbligati a tenere vive le tue false e antiche credenze!»

«No, infatti, siete liberi di comportarvi come dei rozzi codardi!»

«Non siamo codardi!» urla quello che mi tiene in pugno, premendomi di nuovo la canna sulla tempia.

La situazione non ha preso una piega incoraggiante.

«Non date ascolto a quel Mr. Las Vegas» intervengo io, sfoderando il classico tono della serie “di me ti puoi fidare”. «A quel tizio non sta certo a cuore il vostro interesse.»

«Voi negate la realtà!» continua Lamb, rivolgendosi a tutti loro. «Vivete nella paura!»

Approfittando della sua distrazione, Baz si avvicina di un passo a Simon e vacilla.

Sento il fucile abbassarsi e poi due mani che mi serrano come morse i bicipiti. «Non ci spaventa fare le cose a modo vostro!» urla il tizio alle mie spalle.

Chiudo un occhio e mi preparo al peggio. «Ehi, amico… non farlo, ti prego. Finirà male per tutti e due.»

Braden si volta a guardarci. Ha un fascino diverso da quello di Lamb, ma è chiaro che di questo branco è lui il capo. «Josh, no, non abbassarti a tanto.»

«Giusto, Josh, non farlo» convengo io.

«Sono stufo di essere preso in giro, Braden! Sappiamo essere forti anche noi, quando serve!»

«Quella non è vera forza, Josh!» ribattiamo all’unisono io e Braden.

Spazientito, Braden mi agita il fucile davanti. «Perché non gli avete incollato la bocca, a questo?!»

I vampiri di Las Vegas hanno l’aria annoiata. Qualcuno sta ancora ridendo. Lamb ha ripreso Baz per il braccio, cerca di tenerlo lontano da Simon, ma lui oppone resistenza. È chino sul corpo di Simon e si strappa i capelli.

«Questo è mio» dice Josh, e mi attira di nuovo a sé. Poi prende fiato e mi affonda le zanne nel collo…

A quel punto, stramazza al suolo e dalla bocca gli escono volute di fumo.

«Ti avevo detto che non era una buona idea, Josh» commento, mentre svengo e cado in avanti.

Prima di toccare terra, vedo Baz che si lancia su Braden e gli avvinghia le braccia attorno al collo.

Un eroe ribelle
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