55
BAZ
Non so cosa mi ero immaginato. Un’altra improbabile città statunitense che spuntasse dalla sabbia. L’ennesima periferia americana. Palazzi pieni di uffici che sembrassero usciti belli e pronti dall’Ikea.
Di certo non questo…
I Next Blood hanno aperto bottega lontano dai confini di qualunque città. È quasi giorno quando Lamb abbandona la strada e si addentra nel deserto.
Snow ha passato tutta la notte sulla punta del sedile, a fissare con rabbia e agitazione la nuca di Lamb, a osservare ogni sua mossa. (Lamb non ha fatto altro che guidare e sintonizzare la radio satellitare.) Ogni volta che Simon si muove, mi aggancia con l’ala. Continuo a scrollarmelo di dosso, e lui mi respinge come se fossi io a infastidirlo. Non vuole che gli facciamo sparire le ali – che per chi non lo sapesse sono spinose – nemmeno per il viaggio. Il suo è un comportamento infantile, e io ho esaurito la pazienza già da ore, nel Nevada. Siamo ancora nel Nevada?
Se avessi saputo di passare la notte in un’auto con tre cuori palpitanti, non mi sarei limitato a quel coniglietto del negozio di animali. E mi sarei portato più mentine. (Sono ottime per mascherare l’odore del sangue, soprattutto quelle alla menta piperita.) Mi rifiuto di chiedere a Lamb di fermarsi per darmi il tempo di cacciare, come minimo mi offrirebbe una fiaschetta.
Simon mi buca l’orecchio con l’ala.
Lo allontano.
E lui chiude di scatto l’ala per respingermi.
«Per lo spirito di Crowley, Snow! Mi sembra di essere in gabbia con un orso!»
«Siamo quasi arrivati» dice Lamb senza scomporsi.
Io e Simon guardiamo fuori dal finestrino. Non siamo quasi arrivati da nessuna parte, mi pare.
Lamb sta rallentando, però. Fissa nello specchietto retrovisore la colonna di auto alle nostre spalle. Parcheggiamo ai margini di un’altura, o meglio, di una duna di sabbia, e le altre auto ci affiancano. «Bene. Siete pronti?» ci domanda.
La Bunce annuisce, anche se non l’ho mai vista meno pronta di così. Scende rapida dall’auto, la mano destra stretta a pugno. Io e Snow la seguiamo. Shepard dorme ancora e non vedo ragione di svegliarlo.
Gli altri vampiri sono già scesi dalle auto e ci osservano.
Lamb, sussurrando, si rivolge a noi. «Non c’è tempo da perdere. Vedrete il laboratorio appena arriverete in cima alla duna. È l’unico edificio. Una volta dentro, mandateci un segnale.»
Snow fa scrocchiare le nocche e le giunture delle ali. «Andiamo.»
«Bene» dico a Lamb. «Che genere di segnale?»
Lui mi guarda serio e mi serra la mano attorno al braccio. «Baz, dicevo davvero. Entreranno prima i maghi, sono avvantaggiati. Non rischiamo la vita stupidamente.»
«Lamb…» protesto.
Simon mi interrompe: «Va bene. Ce ne occupiamo io e Penelope. Se ci serve il tuo aiuto, ti facciamo un segno».
Penelope non sembra altrettanto convinta. «Credo che Baz…»
«Va bene così, ho detto» ripete Simon dispiegando le ali come fruste. I vampiri lo guardano tutti. È uno spettacolo che non hanno mai visto. Nessuno l’ha mai visto.
Simon si alza in volo, e risale la duna.
Penny continua a guardarmi, entrambi tentiamo di comunicarci qualcosa di importante con lo sguardo. Qualcosa come: “Va tutto bene, ti guardo le spalle, ce la faremo”.
Alla fine si volta e segue Simon. Lui atterra a poca distanza da lei e poi si rialza in volo. Vibra di energia, smania dalla voglia di combattere. Penny indossa di nuovo la gonna scozzese e i calzettoni. Ha le fossette all’interno delle ginocchia.
Va tutto bene, mi ripeto. Se la caveranno, se la cavano sempre, insieme sono imbattibili.
Li guardiamo risalire la duna, senza muoverci, senza fiatare. Poi sento una portiera aprirsi e mi volto a guardare. Lamb sobbalza e digrigna i denti.
È solo Shepard che scende dall’auto. Tutto sgualcito e sconvolto, come se avesse appena fatto un incubo. «Penelope!» dice, a voce troppo alta.
«Sono andati» sussurro. «Sta’ zitto!»
«Andati…» ripete lui stordito, guardando prima me e poi Lamb.
Indico Penny e Simon, a metà della duna di sabbia.
«Penelope!» sussulta Shepard. E la insegue.
PENELOPE
Io ho provato a dirlo a Baz. Ho provato a farglielo capire con lo sguardo: “Ho una brutta sensazione, stavolta. Mayday, Mayday, SOS”. Ma non so cosa mi aspettassi che facesse, che mandasse a chiamare la cavalleria? Che ci facesse portare dell’acqua santa?
Per poco non lo lanciavo, l’SOS. Però chi avrebbe risposto al mio grido di aiuto in un posto così desolato? E se qualcuno avesse salvato noi, chi avrebbe salvato Agatha?
Questo non è da me. Non sono in me.
Un tempo ero convinta di avere sempre la meglio perché sentivo di essere sempre nel giusto. Vorrei ritrovare un po’ di quella sicurezza adesso, anche se arrivasse con una generosa dose di ignoranza.
Vorrei poter credere che basti la nostra rettitudine a tirare fuori Agatha da questo pasticcio. Che contino solo le nostre buone intenzioni. Che il nostro potere sia radicato in quei valori e sia per questo impareggiabile.
Ma finora l’America non ha fatto che dimostrare il contrario, no?
Guardo indietro verso Baz. E in avanti, verso Simon.
Non ci resta che proseguire.
Corro per raggiungerlo. Non fa che volare avanti e poi indietro, disegnando cerchi nell’aria. È da quando siamo arrivati a Las Vegas che desidera uccidere vampiri, e non vede l’ora di mettersi all’opera.
«Simon» lo chiamo in prossimità della cima. «Scendi un attimo. Con un incantesimo posso farti un’armatura.»
«Non mi serve un’armatura, semmai mi farebbe comodo una spada.»
Appena mi atterra davanti, gli prendo la mano, gli avvicino la gemma e penso a una formula adatta.
«Ehi,» dice lui stringendomi le dita «non fare quella faccia. So che non era nostra intenzione arrivare con una carovana di vampiri, ma ormai siamo qui. E se Agatha è al di là di quella duna, noi la salveremo.»
«E se invece non ci fosse?» sussurro.
Simon deglutisce e mi prende anche l’altra mano. «È questo che pensi?»
«Non so proprio cosa pensare. Siamo così lontani da casa, Simon.»
Gli stringo le dita e lui ricambia la stretta con più forza. La gemma preme contro i palmi di entrambi. Chiudo gli occhi e sussurro un incantesimo.
«Armati fino ai denti!»
Non succede nulla.
SHEPARD
Penelope, Penelope, Penelope.
Li raggiungo un attimo prima che tocchino la vetta e faccio rotolare Penelope sulla sabbia.
«Per tutti i serpenti, Shepard…»
«Penelope! È una Zona Silente! Il Re dei vampiri ci ha fregato!»
Lei mi respinge, sputa sabbia e scrolla la coda di cavallo. «Questa informazione ci sarebbe stata più utile due ore fa, Normale. Spero tu abbia gradito il sonnellino.»
Mi volto verso Simon, sospeso sopra di noi con la faccia tesa e le braccia incrociate sul petto. «Io ho provato a dirvelo!» esclamo. «Lamb mi ha fatto qualcosa. Deve avermi ipnotizzato.»
Mi guardano entrambi come se fossi una cosa rimasta attaccata alla suola delle loro scarpe. E in un certo senso è questo che sono.
Poi si voltano e ricominciano a salire.
Mi affretto a raggiungerli. «Fermi! Ehi, questa è una trappola!»
«Lo sappiamo» replica Penelope.
«E allora?» provo a trattenerla per il braccio.
Lei mi si rivolta contro. «È una trappola se procediamo ed è una trappola se torniamo indietro.» Il suo sguardo supera le mie spalle. E io mi volto verso la fila di vampiri ai piedi della duna.
«Torna pure da dove sei venuto» mi dice Simon. «Noi salveremo Agatha.»
«Sì, ma come?»
«Combatteremo» risponde lui, e si leva ancora più in alto nel cielo.
Penelope sembra meno sicura.
«Okay.» Nonostante io risenta ancora dell’incantamento vampiresco che ho subito, provo a ipotizzare tutti gli scenari possibili. «Okay, okay, okay, possiamo sempre fare un’opera di persuasione.»
Lei alza gli occhi al cielo. «Shepard. Torna indietro! O fatti da parte. Insomma, vattene.»
Forse dovrei. Ci sta che con Lamb abbia ancora qualche possibilità. Potrei sempre essergli utile. Oppure potrei provare ad avvertire Baz. O tentare la fortuna da solo nel deserto… Ho con me un fischietto che dovrebbe servire a chiamare un’aquila gigante. (Solo che non è chiaro se quest’aquila poi venga per salvarmi o per mangiarmi. Il fischietto me l’ha dato un imbroglione e scommetto che è finto.)
Penelope si sta allontanando e Simon le vola accanto.
Li ho condotti io fino a qui.
Li ho portati io a Las Vegas, io ho convinto Lamb ad aiutarli…
Corro per raggiungerli, affiancandoli a sinistra.
PENELOPE
Non so che cosa mi aspetti di trovare, arrivata in cima. Di sicuro non Agatha ferma ai piedi della duna, fra due auto 4x4 verde scuro. Ha le mani legate, credo. Siamo troppo lontani per vederla in faccia, ma sembra che stia piangendo.
«Agatha!» urla Simon, e si lancia verso di lei.
«Aspetta!» grido. «Simon! Dobbiamo restare uniti!»
«È un’esca» dice Shepard.
Ovvio. Ma dobbiamo abboccare per vedere che cosa succede dopo. Dobbiamo abboccare perché siamo venuti per questo. Mi metto a correre.
Shepard mi segue. «Conviene che lasci fare a me, Penelope, sul serio!»
Questo Normale è proprio convinto che la sua voce sia l’ultima cosa in assoluto che io voglia sentire. «Ora basta, Shepard. Chiudi quella boccaccia!»
Sto escogitando piani. E piani di riserva. Passo in rassegna gli incantesimi. Stringo la gemma nella mano destra. Potrebbe sempre capitarci un colpo di fortuna, anche se mai mi è parso più improbabile. Agatha è viva, è già qualcosa.
Ora siamo più vicini e la vediamo in faccia. Piange, in effetti, e fa no con la testa.
Infilo in bocca la gemma e la ingoio.
AGATHA
Lo sapevo! Sapevo che sarebbero venuti a cercarmi, lo fanno sempre… è più forte di loro.
Che idioti!
Pensano di poter continuare a ficcare la testa nella bocca del leone solo perché finora gli è andata bene. È una logica sbagliata, gliel’ho già detto un sacco di volte!
Sopravvivere ai mostri non ti rende a prova di mostro. Salvarti la pelle una volta non aumenta le probabilità di salvartela ancora.
Penny ribatte sempre: «Il passato è il miglior profeta del futuro».
Mentre Simon rifiuta a priori di discutere in modo logico. Cosa mi ha detto al settimo anno? «Rilassati, Ags, io ti salverò sempre. Mi riesce bene. Ogni volta meglio.»
«Tu sei convinto che la tua fortuna di renda fortunato» gli ho detto la volta in cui mi ha trovato in un pozzo. Avevo i capelli ancora bagnati. «Invece sei soltanto un gatto che brucia le sue nove vite. Insieme alla mia…»
Non mi ha ascoltata. Non ascoltano mai.
E adesso ci risiamo.
Alla fine eccoci di nuovo qua.
A corto di fortuna, cazzo.
BAZ
Shepard si è messo a inseguirli prima che potessi impedirglielo.
Lamb non ha battuto ciglio.
Li ho visti scalare tutta la duna, Simon che volava accanto alla Bunce come un drago domestico. Quando sono arrivati in cima, si è voltato a salutarmi.
E io ho ricambiato il saluto.
Poco dopo sono partiti gli spari.
PENELOPE
Accade tutto velocemente.
Simon prova a raggiungere Agatha, ma lei gli fa segno di no con la testa così energicamente da cadere.
A quel punto, dalle auto spuntano i vampiri. In realtà non si erano nemmeno nascosti. Se ne stavano lì dietro le macchine, con le armi automatiche in mano.
Mi viene da ridere. Per quei fucili non saremmo mai stati pronti, nemmeno se avessimo avuto ancora il nostro potere. Sarei riuscita a tirar fuori una misera formula?
Simon li affronta comunque.
I vampiri – tutti uomini piuttosto giovani, per lo più bianchi, in tenuta da safari – sparano in aria, presumibilmente verso di lui.
Finisco nelle loro mani senza nemmeno rendermene conto. Mi sigillano la bocca, mi legano i polsi e mi buttano sul retro di un’auto con Agatha. Lei cerca di respingerli e, nel farlo, mi tira un calcio nell’orecchio.
Poi basta. Non succede altro. Fine della storia.
Siamo spacciati.