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BAZ
Questa…
È una nuova caduta di stile.
Con un incantesimo mi sbarazzo degli uccelli, poi del sangue e infine mi preparo un bagno.
Riscaldo due volte l’acqua per evitare di affrontarli. Ora mi hanno visto tutti scolarmi uccelli tropicali, anche il Normale. Sembro più una mangusta che un uomo. Almeno i veri vampiri hanno fascino, quando si nutrono delle persone.
Ora lo so. L’ho visto fare da Lamb (Sarà il suo vero nome?). E ho assistito senza intervenire. (Quando è toccato a mia madre essere spettatrice di quella scena, si è data fuoco per porre fine a tutto.)
Io ho visto Lamb addentare il collo di un uomo e non ho fatto nulla. Ora quell’uomo sarà un vampiro? Che cosa sono diventato?
Lamb mi ha parlato per ore di vampiri, e io mi sono bevuto ogni parola. A dire la verità, una parte di me vorrebbe tanto che anche adesso fosse qui a parlarmi.
Cioè, non vorrei che fosse qui adesso, perlomeno non in questa situazione, con me svestito. Di certo Lamb non ha mostrato verso di me quel tipo di interesse, né io verso di lui! Non sono attratto dai vampiri, per Crowley!
Trattengo il fiato e immergo la testa nell’acqua.
Sento bussare insistentemente alla porta. La Bunce. «Andiamo, Baz. È arrivato il cibo.»
Non ho portato vestiti puliti in bagno con me, per cui mi rimetto il completo. (La camicia era rovinata. L’ho bruciata.)
Trovo la Bunce seduta a un’estremità del letto davanti a cinque o sei piatti coperti. Il Normale è seduto all’altra estremità. Snow ha avvicinato al letto due poltrone di pelle, io occupo quella vuota e lui mi passa una bottiglietta di Coca aperta.
Penelope scoperchia i piatti: mini cheeseburger, straccetti di pollo fritti, purea di patate e salsa. Allungo la mano verso un piatto con bistecca e patatine. Mi sono già spuntate le zanne. (L’umiliazione non ha fine.)
La Bunce mi passa le posate avvolte in un tovagliolo di stoffa e mi lancia un’occhiata severa. «Ora mangia, Baz. È stata una lunga giornata dopo una serie di lunghe giornate, e ne abbiamo viste di tutti i colori.»
Sospiro e mi sfilo di tasca il telefono scarico. «Fin dove avete sentito?»
La Bunce lo prende e lo collega al caricabatterie. «Abbastanza da poter scrivere un libro dal titolo Vampiri dell’Ovest.»
«Ti abbiamo sentito ordinare un milkshake alla fragola e poi è caduta la linea» racconta Shepard.
«E non ti abbiamo sentito chiedere dei Next Blood…» dice Simon, studiando il suo mini cheeseburger. Se lo infila in bocca intero.
«Aspettavo l’occasione giusta» replico. Per via dei denti che ho in più, parlo come un dodicenne con l’apparecchio. Rimetto sul letto il piatto con la bistecca. «Volevo che si fidasse di me.»
«E si è fidato?» chiede la Bunce.
Mi sento uno stupido. «No. Continuava a incitarmi a bere dal… collo di qualcuno. Per loro quella strada è un buffet aperto ventiquattr’ore su ventiquattro. E io continuavo a rispondere: “No, no, grazie”… be’, mi avete sentito. Sarebbe stato da gran maleducati rifiutare anche l’alcol, oltre al sangue. Poi tutto si è confuso. Quando siamo usciti dalla gelateria, Lamb ha afferrato un Normale e ha condotto entrambi in un angolo buio, invitandomi a bere con lui… era una prova, credo.»
Snow deglutisce, infervorato. «Ha ucciso una persona? Davanti ai tuoi occhi?»
Incontro il suo sguardo. «No. Ha bevuto da quell’uomo e poi l’ha lasciato andare.»
«Vuoi dire che ha trasformato una persona davanti ai tuoi occhi?»
«Io…» abbasso lo sguardo.
«Oh, dubito che l’abbia trasformato» interviene Shepard, affogando le patatine nel ketchup. «I Vampiri odiano trasformare la gente. O bevono un sorso e ti lasciano andare, oppure ti prosciugano e ti fanno secco.»
Quando Shepard alza lo sguardo, lo stiamo fissando tutti. Si potrebbe sentire uno gnomo sussurrare.
«Cosa che tu sapevi già…» mi apostrofa, «perché tu sei un vampiro…»
Simon e Penelope si voltano a guardarmi, ammutoliti.
È troppo. (Quest’ultima cosa. Più tutto il resto. Più una ventina di uccelli tropicali.) Scuoto la testa una, due volte. «Non ho voluto bere» dico, ricominciando da dove avevo interrotto. «Gli ho detto che in pubblico non potevo farlo. Ma lui non mi ha creduto. Mi ha inchiodato al muro e ha preteso di sapere chi ero veramente e che cosa volevo.»
«E tu cos’hai risposto?» chiede la Bunce.
«Gli ho detto la verità.»
«Oh, no!» esclama lei, mentre Shepard commenta: «Ottimo, è sempre la cosa migliore».
Mi strofino gli occhi. «Gli ho detto il mio nome, quello vero. E che stavo cercando i Next Blood perché hanno preso una persona che conosco.»
«Non sei per niente sveglio» si lamenta la Bunce.
«E lui che ha detto?» chiede Simon.
«Mi ha dato appuntamento al Lotus of Siam. Domani alle due.»
SIMON
È seduto lì, sulla poltrona di pelle nera. Avvolto nella seta blu a rose rosse, sul torace pallido le cicatrici lucenti lasciate dai proiettili. I capelli umidi. I denti affilati. I piedi nudi.
Una volta era mio.
Forse lo è ancora. Almeno in parte. Quanto basta perché mi sia concesso di guardarlo.
Però meno mio di quanto lo fosse tre ore fa, questo è certo, cazzo. E lo diventa sempre meno ogni minuto che passiamo in questa città.
«Lotus of Siam» ripete Shepard. «Sembra il nome di un tempio.»
«Potrebbe essere un nome in codice» azzarda Baz.
Penny controlla sul telefono. «È un ristorante thailandese, su una strada commerciale.»
«Una strada che non è la Strip, vero?» chiede Baz.
«No. Dista qualche chilometro. Dovremo andarci in auto.»
«Mi ha detto che i vampiri per lo più bazzicano la Strip…» dice Baz, sprofondando nella sedia. «Forse cerca un po’ di privacy.»
Mi prendo un altro cheeseburger e del purè.
«Ci andremo tutti.»
Baz scuote la testa. «No. Così è garantito che non si fiderà. Non deve scoprire che sono un mago.»
«Non lo scoprirà» dice Shepard. «Scoprirà semplicemente che hai degli amici.»
Baz guarda il soffitto, non vuole cedere. «Non se ne parla.»
«Verremo anche noi e occuperemo un altro tavolo» dico io. «Per sicurezza.»
«Ma così non sentirete nulla! È meglio se aspettate fuori e origliate tutto per telefono, come prima.»
«Voglio entrare anch’io» dice Penelope senza sollevare lo sguardo dal cellulare. «Qui dice che servono il miglior cibo thailandese di tutto il Nordamerica.»
Shepard sta schiaffeggiando il fondo di una mini bottiglia di ketchup, anche se le sue patatine stanno già affogando nella salsa. «Cosa vuoi chiedere a Mr Lamb, quando sarete da soli?»
«Dei Next Blood» risponde Baz. «Partiamo da zero, perciò qualunque informazione ci sarà utile.»
«E perché dovrebbe rivelarti qualcosa?» chiedo.
«Be’,» interviene Penny «il tizio adora parlare di vampiri…»
«Aspetteremo fuori,» dico io «e terremo d’occhio la porta. Ma vietato andarsene con lui, stavolta.» Vorrei anche aggiungere: «E vietato flirtare».
Baz annuisce e mi guarda con aria colpevole. «Va bene.»
Poi si alza e si porta il piatto con la bistecca sul divano accanto alla finestra.