2. ALTO VALORE DELLO YEN E DISTORSIONI.
Lo sviluppo successivo alla prima crisi petrolifera permise la stabilità economica fino al 1985, quando l'economia giapponese entrò nella recessione "endaka" (apprezzamento dello yen). L'accordo del G7 (Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia) siglato a Parigi nel febbraio del 1987 consentì soltanto una temporanea stabilità dello yen.
Nel periodo di apprezzamento dello yen crebbero in maniera massiccia i consumi interni e gli investimenti interni ed esteri. A determinare questa tendenza furono sia il surplus della bilancia dei pagamenti sia le scelte delle autorità monetarie. Nel gennaio del 1986, il tasso di sconto fu diminuito dal 5 al 4,5 per cento; nel febbraio del 1987 fu fissato al 2,5 per cento e rimase stabile per due anni. In questa situazione, le banche stimolarono la domanda di prestiti dei clienti. Crebbero i consumi di beni voluttuari e la domanda di residenze. Grande espansione ebbe il commercio al dettaglio, anche in virtù del cambiamento nelle abitudini di vita degli abitanti delle grandi città. In particolare, si accentuò la tendenza iniziata negli anni Settanta alla istituzione di catene ramificate in tutto il Paese di "convenience stores" per i consumi quotidiani (Seven-Eleven, Family Mart, Lawson eccetera), di "super-stores" eccetera, alcune delle quali di proprietà delle società degli immensi "depaato" (dall'inglese "department stores"), fornitrici di beni di lusso. Inoltre, l'aumento dei "singles" accentuò la domanda di residenze, con il conseguente incremento dei prezzi delle aree fabbricabili nelle sei maggiori città e del mercato azionario. L'indice dei prezzi delle aree edificabili, fatto 100 il valore del marzo del 1990, era 66,2 nel marzo del 1988, salì a 105,8 nel settembre dello stesso anno, per iniziare poi a declinare; a marzo del 1998 era pari al 50,8 rispetto al marzo del 1990. Da questa situazione trassero vantaggio soprattutto le sei maggiori imprese edili che fruirono anche di massicci lavori pubblici. Un incremento altrettanto altalenante si manifestò nel mercato azionario durante il boom dello endaka. L'indice medio annuo della Borsa di Tokyo crebbe da 9893,82 nel 1983 a 38915, 87 nel 1989, per poi crollare a 23848,71 l'anno successivo, fino a raggiungere quota 8500 nel 2003.
L'euforia da endaka fece aumentare di undici volte gli investimenti all'estero, che tra il quinquennio 1976-80 e quello 1986-90 passarono da oltre 20 miliardi a 227 miliardi di dollari. Furono gli anni delle grandi operazioni finanziarie internazionali, dall'acquisto delle case produttrici cinematografiche di Hollywood al Centro Rockefeller; fu il periodo dell'aggressione delle istituzioni finanziarie giapponesi ai mercati statunitense ed europeo.