CAPITOLO CINQUANTACINQUE
Alle 12.13 in punto, il TGV lasciò la Gare du Nord e cominciò il viaggio di due ore e venti minuti verso la stazione internazionale di St Pancras, a Londra.
Nicholas Flamel era seduto di fronte a Sophie e Josh, in uno scompartimento della prima classe.
Saint-Germain aveva acquistato i biglietti con una carta di credito non riconducibile a lui e li aveva riforniti di passaporti francesi: le fototessere non somigliavano affatto ai gemelli, e quella di Nicholas ritraeva un uomo giovane con la testa piena di capelli neri.
— Digli che sei invecchiato parecchio negli ultimi anni — aveva suggerito il Conte, con un sorriso.
Jeanne aveva passato la mattinata a fare spese e aveva consegnato ai gemelli due zaini pieni di tutto il necessario. Quando Josh aveva aperto il suo, ci aveva trovato dentro anche il computer portatile che Saint-Germain gli aveva regalato. Gli parve impossibile che fosse successo soltanto il giorno prima; sembravano passati secoli.
Quando il treno si allontanò dalla stazione, l'Alchimista spiegò il giornale e inforcò un paio di occhiali economici acquistati in un supermercato. Mostrò la prima pagina di "Le Monde" ai gemelli: c'era una foto della devastazione causata da Nidhogg. — Qui dice che una sezione delle catacombe è crollata. — Flamel voltò pagina. Metà del foglio successivo era occupata da un'altra foto: mucchi di pietre spezzate sulla piazza della cattedrale di Notre-Dame, isolata da un cordone.
— «Gli esperti dichiarano che il crollo e la disintegrazione di alcuni delle gargoyle e delle grottesche più famose di Parigi sono stati causati dalla pioggia acida, che ha indebolito le strutture. I due eventi non sono collegati» — lesse, e chiuse il giornale.
— Dee e Machiavelli sono riusciti a insabbiare tutto — commentò Sophie, ancora stanca sebbene avesse dormito dieci ore. — Guardò fuori dal finestrino, mentre il treno ticchettava in un labirinto di linee interconnesse. — Ieri un mostro ha percorso le strade di Parigi, dei gargoyle sono scesi da un edificio... e sui giornali non c'è una parola. È come se non fosse mai successo.
— Ma è successo! — esclamò Flamel in tono grave.
— E tu hai imparato la Magia del Fuoco, mentre i poteri di Josh sono stati risvegliati. E ieri avete scoperto quanto siete potenti insieme.
— E Scathach è morta — aggiunse Josh, amareggiato. L'espressione di sorpresa che si dipinse sul volto di Flamel lo confuse, irritandolo. Lanciò un'occhiata a Sophie e poi tornò a guardare l'Alchimista. — Scatty
— sbottò con rabbia. — Non ricorda? È affogata nella Senna.
— Affogata? — Flamel sorrise, e le nuove rughe che gli erano comparse agli angoli degli occhi e sulla fronte si accentuarono. — Scatty è un vampiro, Josh. Non ha bisogno di respirare aria — replicò con gentilezza.
— Però scommetto che si è infuriata: odia bagnarsi — aggiunse. — Povero Dagon... non aveva possibilità. — Si rilassò nel sedile comodo e chiuse gli occhi.
— Dobbiamo fare una piccola fermata fuori Londra, poi useremo le porte d'energia per tornare a San Francisco... da Perenelle.
— Perché stiamo andando in Inghilterra? — chiese Josh.
— Stiamo andando a incontrare l'umano immortale più vecchio del pianeta — rispose l'Alchimista.
— Proverò a convincerlo ad addestrarvi nella Magia dell'Acqua.
— Chi è? — domandò Josh, tirando fuori il portatile. Le carrozze di prima classe avevano una rete wireless.
— Gilgamesh il Re.