CAPITOLO CINQUANTATRE

La Morrigan riuscì a rimettersi in piedi, ma una ragnatela spessa quanto il suo braccio le avvolse la vita e le gambe, intrappolandola. Cadde di nuovo a terra. Cominciò a strisciare verso il bordo della cisterna, ma una seconda e una terza ragnatela la agguantarono, avviluppandosi intorno al suo corpo, avvolgendola dal collo ai piedi in uno spesso bozzolo.

Perenelle balzò giù dalla groppa di Areop-Enap e si accovacciò accanto alla Dea Corvo. La testa della lancia vibrò d'energia, e un fumo bianco e rosso si levò nell'umida aria notturna. — Probabilmente avrai voglia di gridare — disse la Fattucchiera, con un sorriso ironico. — Fallo pure.

La Morrigan accettò l'invito. Le mascelle guizzarono, le labbra nere si schiusero scoprendo i denti feroci, e la Dea Corvo urlò.

Un grido assordante riecheggiò in tutta l'isola. Ogni pannello di vetro ancora intatto di Alcatraz andò in frantumi, e la cisterna oscillò. Oltre la baia, la città si risvegliò allo scoppio degli allarmi delle case, delle automobili e delle aziende. Tutti i cani nel raggio di chilometri dall'isola si misero a uggiolare.

Ma il grido richiamò anche il resto dell'enorme stormo, che si levò nel cielo notturno in una tonante esplosione di ali e versi rochi. Gran parte degli uccelli fu subito intrappolata e trascinata a terra dalla spessa nuvola di ragnatele sospesa tra gli edifici desolati, tesa davanti a ogni finestra aperta e tra ogni palo. Nel momento stesso in cui gli uccelli irretiti piombarono a terra, sciami di ragni di ogni forma e dimensione li assalirono, imprigionandoli in bozzoli di spessi fili d'argento. Nel giro di pochi attimi, l'isola piombò di nuovo nel silenzio.

Una manciata di Corvi della Morte sfuggì alla cattura. Sei enormi volatili sfrecciarono bassi sopra l'isola, evitando le ragnatele. Poi ripiegarono sulla baia, verso il ponte, e librandosi alti nel cielo piombarono di nuovo all'attacco. Sorvolarono in cerchio la cisterna. Dodici occhi neri come la pece puntarono Perenelle, i becchi affilati e i micidiali artigli si spalancarono, e senza emettere nessun suono i corvi si lanciarono in picchiata verso la donna.

China sulla Morrigan, Perenelle colse un barlume di movimento, riflesso negli occhi neri della sua avversaria. Pronunciando una singola parola, la fattucchiera animò la testa della lancia e tracciò un triangolo rosso fiammante nell'aria gravida di nebbia. Gli uccelli inferociti oltrepassarono il fuoco... e si trasformarono.

Sei uova perfette caddero dal cielo, per essere subito colte a mezz'aria dai fili sottilissimi di una ragnatela. — Colazione! — esclamò Areop-Enap allegramente, ritirandosi sul fianco della cisterna.

Perenelle si mise a sedere accanto alla Dea Corvo, che ancora si divincolava. Appoggiando la lancia sulle ginocchia, scrutò oltre la baia, verso la città che considerava la sua casa.

— Ora che farai, Fattucchiera? — domandò la Morrigan.

— Non ne ho idea — rispose Perenelle, con sincerità. — Pare che Alcatraz sia mia. — Sembrava quasi lusingata all'idea. — Be', mia e di Areop-Enap.

— A meno che tu non conosca l'arte del volo, sei intrappolata qui — ringhiò la Morrigan. — Questa è proprietà di Dee. I turisti non vengono più quaggiù, non ci sono più visitatori né barche da pesca. Sei ancora prigioniera, come quando eri chiusa in cella. E la sfinge pattuglia i corridoi sotterranei. Verrà a cercarti.

La fattucchiera sorrise. — Che ci provi. — Roteò la lancia, che ronzò nell'aria. — Chissà in che cosa si trasformerebbe: bambina, cucciolo di leone o uovo d'uccello?

— Sai che Dee ritornerà, e in forze. Vorrà il suo esercito di mostri.

— Aspetterò anche lui — promise la fattucchiera.

— Non puoi vincere — ribatté la Morrigan, sprezzante.

— Io e Nicholas ce lo sentiamo ripetere da secoli. Eppure siamo ancora qui.

— E di me che cosa farai? — chiese la Dea Corvo. — A meno che tu non mi uccida, sai che non avrò pace finché non sarai morta.

Perenelle sorrise. Avvicinò alle labbra la testa della lancia e soffiò piano, rendendola incandescente. — E tu in che cosa ti trasformerai? Uccello o uovo?

— Sono stata partorita, non covata — rispose la Morrigan. — Non puoi minacciarmi con la morte. Non mi incute nessuna paura.

Perenelle si alzò e piantò l'asta della lancia a terra. — Non ti ucciderò. Ho una punizione molto più appropriata in serbo per te. — Scrutò verso il cielo, e una raffica di vento le sollevò i capelli sulla schiena. — Mi sono chiesta spesso che effetto faccia volare, solcare in silenzio i cieli.

— Non c'è sensazione più grandiosa! — esclamò la Dea Corvo.

Il sorriso di Perenelle era gelido. — È quello che pensavo. Ecco ciò che farò, ti porterò via quello che hai di più caro: la libertà e la capacità di volare. Ho una cella straordinaria che fa proprio al caso tuo.

— Non esistono prigioni capaci di rinchiudermi — ribatté la Morrigan.

— È stata concepita per rinchiudere Areop-Enap — disse Perenelle. — Nelle viscere della terra, non vedrai più la luce del sole e non volerai più nell'aria.

La Morrigan emise un altro grido lamentoso, dimenandosi. La cisterna si mosse e vacillò, ma la ragnatela dell'Antico Ragno era infrangibile. Poi la Dea Corvo si zittì. Il vento si levò più forte, e la nebbia tra le due donne si mosse.

La Morrigan cominciò ad ansimare, emettendo una serie di versi secchi.

Perenelle ci mise qualche secondo a capire che la Dea Corvo stava ridendo. Anche se intuiva che non le sarebbe piaciuta la risposta, chiese: — Vuoi spiegarmi cosa ci trovi di tanto divertente?

— Mi avrai pure sconfitta, ma stai morendo. Vedo già la vecchiaia che avanza sul tuo viso e sulle tue mani.

Perenelle si portò una mano alla faccia e spostò la lancia per farsi luce. Fu uno shock. Sul dorso della mano, vide una manciata di macchioline marroni. Si accarezzò il viso e il collo, scoprendo con le dita i contorni di nuove rughe.

— Quanto manca perché la formula alchemica esaurisca il suo effetto, Fattucchiera? Quanto manca perché tu avvizzisca come una vecchia decrepita? È questione di giorni o settimane?

— Molte cose possono succedere in pochi giorni.

— Fattucchiera, ora ascoltami. Ascolta la verità. Il Mago è a Parigi. Ha catturato il ragazzo e ha sguinzagliato Nidhogg contro tuo marito e gli altri. — La Morrigan tossì un'altra risata. — Sono stata mandata qui a ucciderti perché tu e tuo marito ormai non contate più nulla. I gemelli sono la chiave del futuro.

Perenelle si accostò alla Dea Corvo. La testa della lancia gettò un bagliore cremisi su entrambi i loro visi, trasformandoli in maschere spaventose. — Hai ragione: i gemelli sono la chiave del futuro. Ma il futuro di chi? Degli Oscuri Signori o dell'umanità?

 

I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 2. Il Mago
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