CAPITOLO QUARANTACINQUE
— Piantala! — Perenelle colpì l'Antico Ragno sulla testa con la punta piatta della lancia. L'antico simbolo di potere lampeggiò di una luce incandescente e il ragno si ritirò in un lampo nella cella, con il cranio che sfrigolava mandando volute di fumo grigio.
— Mi hai fatto male! — protestò Areop-Enap, più irritato che ferito. — Mi fai sempre male. L'ultima volta per poco non mi hai ucciso.
— E lascia che ti ricordi che l'ultima volta che ci siamo visti, i tuoi seguaci hanno cercato di sacrificarmi per riattivare un vulcano estinto. È ovvio che fossi un pochino arrabbiata.
— Mi hai scaraventato addosso una montagna intera — ribatté Areop-Enap con il suo sibilo caratteristico, provocato dalle lunghissime zanne.
— Era solo una collinetta — ricordò Perenelle. — Sei sopravvissuto a cose peggiori.
Tutti gli occhi di Areop-Enap erano fissi sulla lancia nella mano di Perenelle. — Almeno sai dirmi dove sono?
— Sei ad Alcatraz. O meglio: sotto Alcatraz, un'isola nella Baia di San Francisco, sulla costa occidentale del Nord America.
— Il Nuovo Mondo?
— Sì, il Nuovo Mondo — confermò la donna, con un sorriso. L'Antico Ragno solitario andava spesso in letargo per secoli, perdendosi lunghi pezzi della storia dell'umanità.
— E tu che ci fai qui?
— Sono una prigioniera, come te. — Perenelle fece un passo indietro. — Se abbasso la lancia, farai qualcosa di stupido?
— Tipo?
— Tipo saltarmi addosso?
Tutti i peli delle zampe di Areop-Enap si drizzarono e si abbassarono all'unisono. — Tregua? — propose l'Antico Ragno.
La donna annuì. — Tregua. Pare che abbiamo un nemico in comune.
Areop-Enap si avvicinò alla porta della cella. — Sai come sono arrivato qui?
— Speravo che potessi dirmelo tu.
Continuando a tenere diversi occhi all'erta fissi sulla
lancia luccicante, il ragno tentò un piccolo passo verso il corridoio. — L'ultimo posto che ricordo è l'isola di Igup, in Polinesia.
— Micronesia — lo corresse Perenelle. — Il nome è cambiato più di centocinquanta anni fa. Da quanto tempo dormivi?
— Non ne sono sicuro... Quand'è che abbiamo avuto il nostro piccolo malinteso?
— Quando io e Nicholas eravamo a Pohnpei per studiare le rovine di Nan Madol. Circa duecento anni fa.
— Credo di essermi appisolato intorno a quell'epoca, più o meno — disse Areop-Enap, uscendo in corridoio. Alle sue spalle, la cella brulicò di milioni di ragni. — Ricordo di essermi svegliato dopo un magnifico sonnellino. E vicino a me c'era il Mago, Dee... ma non era solo. C'era qualcun altro - qualcos'altro - con lui, e lo istruiva.
— Chi? — domandò Perenelle. — Sforzati di ricordare, è importante.
Areop-Enap chiuse tutti gli occhi e cercò di richiamare alla mente quello che era successo. — Qualcosa me lo impedisce — disse, riaprendoli in contemporanea. — Qualcosa di potente. Chiunque fosse con lui, era protetto da uno scudo magico dalla potenza straordinaria. — L'Antico Ragno guardò in su e in giù nel corridoio. — Da che parte?
— Di qua. — Perenelle indicò con la lancia. Anche se Areop-Enap aveva dichiarato tregua, lei non era disposta a restare disarmata di fronte a uno dei più potenti Antichi Signori. — Mi chiedo perché abbia voluto imprigionarti. — Ebbe un pensiero improvviso e si fermò così di botto che Areop-Enap la sfiorò con le zampe, mandandola quasi a faccia in giù nel fango. — Se tu dovessi fare una scelta, Areop-Enap, se dovessi scegliere tra consentire il ritorno degli Antichi Signori in questo mondo o lasciare che resti nelle mani degli homines, che cosa sceglieresti?
— Faccio parte degli Antichi Signori che votarono per lasciare questo mondo alla razza delle scimmie — rispose Areop-Enap, spalancando la bocca per mostrare le terrificanti zanne in quello che avrebbe potuto essere un sorriso. — Avevo compreso che il nostro tempo su questo pianeta era finito,- nella nostra arroganza, lo avevamo quasi distrutto. Era ora di fare un passo indietro e lasciarlo agli homines.
— Perciò non saresti a favore di un ritorno degli Antichi Signori?
— No.
— E se ci fosse da combattere, da che parte ti schiereresti: con gli Antichi Signori o con gli hominesì
— Fattucchiera, mi sono già schierato con gli homines in passato — rispose Areop-Enap in tono grave. — Assieme alla mia razza, a Ecate e alla Strega di Endor, ho contribuito a portare la civiltà in questo pianeta. Nonostante il mio aspetto, sono fedele alla causa degli homines.
— Ecco perché Dee ha dovuto catturarti. Non poteva permettersi di avere qualcuno di potente come te al fianco dell'umanità.
— Allora lo scontro è molto vicino — osservò l'Antico Ragno. — Ma Dee e gli Oscuri Signori non possono fare nulla finché non si assicurano il Libro di... — La voce di Areop-Enap si spense. — Hanno il Libro?
— Quasi tutto — confermò Perenelle. — E tu dovresti sapere il resto. Conosci la profezia dei gemelli?
— Naturalmente. Quel vecchio pazzo, Abramo, non faceva che blaterare dei gemelli e scribacchiare le sue indecifrabili profezie nel Codice. Personalmente non ho mai creduto a una parola. E in tutti gli anni che l'ho frequentato, non ne ha mai azzeccata una.
— Nicholas ha trovato i gemelli.
Areop-Enap rimase zitto per un momento, poi scrollò quelle che erano le sue spalle, strizzando gli occhi all'unisono. — Così Abramo aveva ragione su qualcosa; be', c'è sempre una prima volta.
Mentre avanzava a fatica con la melma che le arrivava alle caviglie, raccontando ciò che aveva scoperto nelle celle superiori, Perenelle notò che l'Antico Ragno procedeva scivolando sulla superficie della fanghiglia. Alle loro spalle, le pareti e il soffitto pulsavano di milioni di ragni al seguito dell'Antico Signore. — Mi chiedo perché Dee non ti abbia ucciso.
— Non poteva — rispose Areop-Enap. — La mia morte avrebbe scatenato una serie di reazioni a catena in una miriade di Regni d'Ombra. A differenza di Ecate, ho degli amici, e sarebbero venuti in troppi a investigare. Dee avrà voluto evitarlo. — L'Antico Ragno si fermò quando raggiunse le prime lance che Perenelle aveva rovesciato. Ne scelse una e la capovolse con una delle sue enormi zampe, per esaminare le deboli tracce dei geroglifici. — Sono curioso — sibilò. — Queste Parole di Potere. Erano già antiche quando noi dominavamo la Terra, e pensavo che le avessimo distrutte senza lasciare tracce. Come ha fatto il Mago inglese a riscoprirle?
— Mi chiedevo la stessa cosa — disse Perenelle. Girò la lancia che aveva in mano per osservare l'unico geroglifico squadrato. — Forse ha copiato l'incantesimo da qualche parte.
— No — ribatté Areop-Enap. — Le singole parole sono potenti, è vero, ma Dee le ha disposte secondo un disegno particolare per intrappolarmi nella cella. Ogni volta che provavo a fuggire, era come sbattere contro un muro. Avevo già visto quel disegno, prima della Caduta di Danu Talis. In effetti, ora che ci penso, l'ultima volta che l'ho visto è stato perfino prima che creassimo il continente isola strappandolo dal fondo dell'oceano. Qualcuno ha istruito Dee, qualcuno conosceva quel disegno.
— Nessuno sa chi sia l'Antico Signore che controlla Dee — disse Perenelle. — Nicholas ha cercato di scoprirlo, per secoli, ma non c'è riuscito.
— Qualcuno di molto antico. Antico come me, forse di più — osservò Areop-Enap. — Uno dei Grandi Signori, magari. — Il ragno sbatté tutte le sue palpebre. — Ma non può essere. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Caduta di Danu Talis.
— Tu sì.
— Ma io non sono uno dei Grandi Signori.
Raggiunsero la fine del tunnel, e Juan Manuel de Ayala apparve di colpo davanti a loro. Era un fantasma da secoli, e aveva visto meraviglie e mostri, ma non aveva mai visto niente di simile ad Areop-Enap, e la presenza dell'enorme creatura lo ammutolì.
— Juan — lo incoraggiò Perenelle. — Mi dica.
"La Dea Corvo è qui" disse lo spettro. "È quasi direttamente sopra di noi, appollaiata in cima alla cisterna come un gigantesco avvoltoio. La sta aspettando." Poi aggiunse: "Ha avuto una lite con la sfinge. La sfinge diceva che gli Antichi Signori l'avevano data a lei; la Morrigan diceva che Dee aveva detto che era sua."
— È bello sentirsi desiderate — commentò Perenelle, scrutando il cunicolo buio. Lanciò un'occhiata ad Areop-Enap. — Credi che la Morrigan sappia che tu sei qui?
— Improbabile — rispose l'Antico Ragno. — Dee non avrebbe motivo di dirglielo. E con tante creature magiche e mitiche sull'isola, la Dea Corvo non sarà riuscita a captare la mia aura.
Le labbra di Perenelle si piegarono in un rapido sorriso che le illuminò il volto. — Le facciamo una sorpresa?