CAPITOLO TRENTANOVE
Impenetrabili banchi di nebbia aleggiavano sopra la Baia di San Francisco. Perenelle incrociò le braccia al petto e osservò il cielo notturno che si riempiva di uccelli. Un grande stormo roteante si levò sopra la città, raccolto in un nube fitta e mobile, e poi, come rivoli d'inchiostro rovesciato, tre flussi distinti di volatili si riversarono sulla baia, puntando verso l'isola. Perenelle sapeva che da qualche parte nel cuore del grande stormo c'era la Dea Corvo. La Morrigan stava arrivando ad Alcatraz.
La Fattucchiera si era rifugiata nelle rovine bruciate della casa del guardiano, dove finalmente era riuscita a mettersi al riparo dalla massa di ragni. Anche se l'incendio dell'edificio era avvenuto oltre trent'anni prima, gli odori fantasma del legno bruciato, dell'intonaco scrostato e delle tubature fuse aleggiavano ancora nell'aria. Perenelle sapeva che, abbassando le difese e concentrandosi, sarebbe riuscita a captare le voci dei guardiani che avevano abitato lì nel corso degli anni.
Schermandosi gli occhi con la mano e socchiudendoli al massimo, la donna si concentrò sugli uccelli in avvicinamento, cercando di distinguerli nella notte e di calcolare quanto tempo le restava prima del loro arrivo; lo stormo era enorme, e la nebbia sempre più fitta rendeva impossibile intuirne le dimensioni esatte e la distanza. Perenelle stimò di avere all'incirca dieci o quindici minuti prima che raggiungessero l'isola. Avvicinò il mignolo al pollice, e una singola scintilla bianca crepitò tra le due dita. I suoi poteri stavano tornando, ma non abbastanza in fretta; avrebbero continuato a rafforzarsi adesso che era lontana dalla sfinge, ma la sua aura si ricaricava più lentamente di notte. Sapeva anche di non essere ancora minimamente pronta per sconfiggere la Morrigan e il suo stormo. Questo però non significava che fosse indifesa,- gli studi a cui si dedicava da una vita le avevano insegnato molte cose utili.
Una gelida brezza mosse i lunghi capelli della Fattucchiera, e dopo un istante il fantasma di Juan Manuel de Ayala le comparve accanto. Lo spettro rimase sospeso in aria, prendendo sostanza e definizione dalla miriade di particelle di polvere e goccioline d'acqua della nebbia che si infittiva. Come molti dei fantasmi che aveva conosciuto, indossava gli abiti con cui si era sentito più comodo in vita: nel suo caso, un'ampia camicia di lino bianco rimboccata in un paio di calzoni al ginocchio. Le gambe svanivano a poco a poco sotto le ginocchia e, come molti spettri, non aveva i piedi: i vivi si guardano raramente i piedi. "Un tempo questo era il luogo più bello della Terra, non è vero?" chiese, con gli occhi fissi sulla città di San Francisco.
— Lo è ancora — replicò Perenelle, voltandosi a guardare oltre la baia, nel punto in cui la città brillava di innumerevoli piccole luci. — Io e Nicholas la consideriamo casa nostra da molti anni.
"Oh, non mi riferivo alla città!" protestò lo spettro in tono sprezzante.
La Fattucchiera lo guardò di sottecchi. — Ma che dice? È bellissima.
"Una volta, quasi in questo stesso punto, vidi un migliaio di fuochi che ardevano sulla costa. Ogni falò rappresentava una famiglia. Col tempo le conobbi tutte." Il lungo volto dello spagnolo si contorse in una smorfia che avrebbe potuto essere di dolore. "Mi insegnarono tutto di questa terra e di questo luogo, mi parlarono delle loro divinità e dei loro spiriti. Penso che siano stati loro a legarmi a questa terra. Adesso vedo soltanto luci; non vedo le stelle, non vedo le tribù o gli individui che si raccoglievano intorno ai fuochi. Che fine ha fatto il luogo che amavo?"
Perenelle indicò con un cenno della testa le luci lontane. — È ancora lì. Solo che è più grande.
"È diventato quasi irriconoscibile, e di certo non è cambiato in meglio."
— Anch'io ho visto cambiare il mondo, Juan. — Perenelle parlò molto dolcemente. — Ma mi piace credere che sia cambiato in meglio. Sono più vecchia di lei. Sono nata in un'epoca in cui il mal di denti poteva uccidere le persone, in cui la vita era breve e violenta e la morte spesso dolorosa. Quando lei ha scoperto quest'isola, un uomo difficilmente arrivava ai quarant'anni; adesso ne vive quasi il doppio. Il mal di denti non uccide più nessuno... be', almeno non così spesso — aggiunse con una risata. Convincere Nicholas ad andare dal dentista era un'impresa. — Gli esseri umani hanno fatto dei progressi stupefacenti nel corso degli ultimi secoli; hanno creato meraviglie.
Lo spettro ondeggiò nell'aria e si portò di fronte alla donna. "E nella smania di creare meraviglie, hanno ignorato quelle che già li circondavano, hanno ignorato i misteri, la bellezza. Miti e leggende camminano al loro fianco inosservati, ignorati, trascurati da tutti. Non è sempre stato così."
— Ha ragione — ammise Perenelle con tristezza. Scrutò oltre la baia. La città stava svanendo rapidamente nella nebbia, mentre le luci assumevano un che di magico, di etereo.
In quel momento era facile immaginare come doveva essere stata in passato... e come poteva tornare a essere se gli Oscuri Signori si impadronivano di nuovo della Terra. Nelle epoche passate, l'umanità aveva imparato che nelle tenebre vivevano davvero altre creature e razze: i vampiri, i clan mannari, i giganti... Talvolta degli esseri potenti come divinità abitavano nel cuore delle montagne o nelle profondità di foreste impenetrabili. C'erano ghoul nel sottosuolo, i lupi infestavano davvero le foreste, e creature ben peggiori dei troll si acquattavano sotto i ponti. Quando i viaggiatori di ritorno da terre lontane narravano le storie dei mostri e delle creature che avevano incontrato, e delle meraviglie che avevano visto, nessuno ne dubitava. Oggi, perfino di fronte a fotografie, video o racconti di testimoni oculari, la gente dubita di ogni evento straordinario o soprannaturale, liquidando tutto come una frottola.
"E adesso una di quelle terribili meraviglie sta giungendo sulla mia isola" continuò mestamente Juan Manuel de Ayala. "Sento che si sta avvicinando. Chi èf"
— La Morrigan, la Dea Corvo.
Lo spettro si voltò a guardare Perenelle. "Ne ho sentito parlare; alcuni dei marinai irlandesi e scozzesi dei miei equipaggi la temevano. Sta venendo per lei, non è vero?"
— Sì.
"Che intenzioni ha?"
Perenelle fece un sorriso amaro. — Be', hanno provato a tenermi prigioniera. E non ha funzionato. Immagino che i padroni di John Dee abbiano finalmente decretato una soluzione più permanente. — Scoppiò in una risata incerta. — Mi sono trovata in situazioni peggiori... — Le si incrinò la voce, deglutì e si sforzò di continuare. — Ma c'era sempre Nicholas al mio fianco. Insieme eravamo imbattibili. Vorrei che fosse con me ora. — Trasse un respiro profondo, riprese fiato e si portò le mani davanti la faccia. Candide e vaporose volute di energia si levarono dalle sue dita. — Ma io sono l'immortale Perenelle Flamel, e non cadrò senza combattere.
"Mi dica come posso aiutarla" la invitò Juan Manuel de Ayala.
— Ha già fatto molto per me. Grazie a lei sono sfuggita alla sfinge.
"Questa è la mia isola. E lei è sotto la mia protezione, adesso." Lo spettro sorrise, imbarazzato. "Tuttavia, temo che gli uccelli non si faranno spaventare da qualche porta sbattuta. E non sono in grado di fare molto altro."
Perenelle si portò con cautela sul lato opposto dell'edificio in rovina. Affacciandosi a una delle alte finestre rettangolari, scrutò la prigione, che era poco più di un vago e minaccioso profilo stagliato contro il cielo violetto. Fece il punto della situazione: era intrappolata su un'isola che brulicava di ragni, una sfinge si aggirava liberamente nei corridoi sotterranei, e le celle pullulavano di creature tratte da alcuni dei miti più oscuri che avesse mai conosciuto. Inoltre, i suoi poteri erano incredibilmente diminuiti e stava arrivando la Morrigan. Aveva detto allo spettro di essersi trovata in situazioni peggiori, ma in quel momento non riusciva a ricordarne neanche una.
Juan Manuel de Ayala comparve di nuovo al suo fianco. "Come posso aiutarla?" ripetè.
— Conosce davvero bene quest'isola?
"Ah! Millimetro per millimetro. Conosco i luoghi segreti, i cunicoli incompiuti scavati dai prigionieri, i corridoi nascosti, le stanze murate, le vecchie caverne indiane scavate nelle profondità della roccia. Potrei nasconderla dove nessuno riuscirebbe mai a trovarla."
— La Morrigan è piena di risorse... e poi ci sono i ragni. Loro mi troverebbero.
"Oh, i ragni non sono agli ordini dell'inglese basso."
Perenelle indietreggiò per la sorpresa. — Non sono agli ordini di Dee?
"Hanno cominciato a farsi vivi solo un paio di settimane fa. Ho iniziato a notare le ragnatele sopra le porte e sulle scale. Ogni mattina ce n'erano di più. Giungevano trasportati dal vento, sui loro fili leggeri. Allora c'erano delle guardie di aspetto umano sull'isola... ma non erano umane. Terribili creature senza volto."
— Omuncoli — mormorò Perenelle, con un brivido. — Creature che Dee produce in vasche gorgoglianti di grasso. Che ne è stato?
"Avevano il compito di spazzare le ragnatele e sgombrare le porte. Uno è inciampato ed è finito in una ragnatela." Lo spettro sorrise, e i suoi denti brillarono nel buio. "Ne è rimasto soltanto un mucchietto di stracci. Senza un osso" aggiunse in un sospiro inorridito.
— Questo perché gli omuncoli non hanno ossa — replicò Perenelle distrattamente. — Allora cosa attira i ragni sull'isola?
Juan Manuel de Ayala si voltò a scrutare la prigione. "Non ne sono sicuro..."
— Pensavo che lei sapesse tutto ciò che c'è da sapere su quest'isola...
"Nelle viscere della prigione, scavata dalle onde nella roccia, c'è una serie di grotte sotterranee. Credo che i primi abitanti dell'isola le usassero come magazzini. Circa un mese fa, quel Dee ha portato qualcosa sull'isola nel cuore della notte e l'ha fatta rinchiudere in quelle grotte. Poi ha ricoperto tutta l'area di incantesimi e sigilli di protezione. Nemmeno io riesco a penetrarli. Ma sono convinto che ciò che sta attirando i ragni sull'isola, qualunque cosa sia, è imprigionato lì."
— Mi ci può accompagnare? — chiese Perenelle in tono incalzante. Sentiva sbattere e rumoreggiare migliaia di ali, sempre più vicine.
"No! È troppo pericoloso per lei. Il corridoio brulica di ragni, e chissà quali altre trappole avrà disseminato Dee in quella zona."
D'istinto, la Fattucchiera cercò di stringere il braccio dello spettro, ma lo attraversò con la mano, lasciandosi dietro una scia di goccioline d'acqua. — Se Dee ha sepolto qualcosa nelle segrete di Alcatraz e lo ha protetto con una magia così potente che nemmeno uno spirito disincarnato può penetrarvi, allora dobbiamo sapere cos'è. — Perenelle sorrise. — Ha mai sentito il detto «Il nemico del mio nemico è mio amico»?
"No, ma ne ho sentito un altro: 'Gli sciocchi si precipitano là dove gli angeli non osano andare'."
— Andiamo, allora... Presto, prima che arrivi la Morrigan. Mi riporti all'interno di Alcatraz.