21 DICEMBRE, 14.48, ORA STANDARD DELLE HAWAII-ALEUTINE
Satana, infuriato
Postato da Madisonspencer@oltretomba.inferno
Gentili Tweeter,
si potrà credere che sia una sciocchezza assistere all’assassinio della propria madre, ma non è così. L’ho vista linciata da sceriffi razzisti del profondo Sud, randellata dai picchiatori delle manifatture tabacchi, maciullata dai bulldozer dei padroni del carbone, strangolata dai killer dell’agribusiness.
Una volta fu tagliata a metà dal morso di un tricheco rinnegato. Il sangue le sgorgava dagli occhi, le zampillava dalle orecchie. Le budella le erano salite in gola e traboccavano. E allora capii che era morta. Ci vollero due giorni di riprese. Ci volle un’intera squadra di maghi degli effetti speciali perché gli spruzzi di sangue apparissero realistici. Ci saranno state almeno cento persone sul set. Stilisti e truccatori, macchinisti, dialoghisti per ripassare la parte. Addetti alle vettovaglie. E chi più ne ha più ne metta. Tutta questa gente intorno che sbadigliava, mangiava patatine e guardava mia madre boccheggiare e soffocare nelle sue stesse viscere rigurgitate.
Tra i ricordi felici dei bambini comuni ci sarà magari quello delle loro amorevoli madri che telefonano a Bulgari per farsi mandare in visione le coroncine di diamanti o di loro che usano il Taser sulle cameriere somale, ma tra le mie reminiscenze più care c’è quella di mia madre messa al rogo da una cricca di grandi compagnie farmaceutiche.
Me ne stavo su una sedia pieghevole e sbirciavo, tra le mie dita cicciottelle, la scena di lei lapidata dai puritani infuriati. Mi arrampicavo sulle ginocchia di mio padre e trattenevo il respiro, mentre il bel viso di lei scompariva in una putrida pozza di sabbie mobili.
E non batteva mai ciglio. Mai una smorfia fuori posto.
Il regista gridava: «Azione!».
E ogni volta mia madre moriva meravigliosamente.
Moriva con coraggio. In maniera pulita. Moriva magra, con nobiltà e calma. Quando il copione lo prevedeva, ogni volta, lei moriva alla perfezione. Le sue ultime parole erano sempre tanto significative.
Non c’era mai bisogno di ripetere la scena.
Mio padre, mio padre l’ho sentito espirare con clamore, umido, da dietro le porte di centinaia di camere da letto.
Qualunque cosa avessi immaginato, la vita reale è tutta diversa. Sulla vetta fiammeggiante del vulcano di plastica, mentre il continente di Madlantide sprofonda nell’Oceano Pacifico, Babette solleva il grosso coltello e lo affonda nel cuore di mio padre. Un istante dopo, come comandata da Satana, traccia un ampio arco con il coltello da torta e taglia la gola a mia madre.