21 DICEMBRE, 6.03, ORA STANDARD DELL’EUROPA CENTRALE
Mangio, dunque sono
Postato da Madisonspencer@oltretomba.inferno
Gentili Tweeter,
vale la pena segnalare sin da principio che io ho sempre considerato la mia mente come un organo della digestione. Uno stomaco per elaborare il sapere, se si vuole. In quanto massa attorcigliata e rugosa, il cervello umano indubbiamente sembra un intestino grigio, ed è all’interno di queste budella pensanti che le mie esperienze vengono sminuzzate e consumate per trasformarsi nella storia della mia vita. I miei pensieri si manifestano alla maniera di gustosi rutti o acri rigurgiti. Le cartilagini e le ossa indigeribili dei miei ricordi vengono espulse nella forma di parole come queste.
Tenere un blog veritiero è come de-vivere la propria vita. È come de-mangiare un’intera torta al formaggio con burro d’arachidi, e altrettanto complicato.
Le grigie entraglie avvoltolate, pieghettate e ritorte della mia mente sono una specie di pancino dell’intelletto. Le tragedie ulcerano. Le commedie nutrono. Alla fine, statene certi, i vostri ricordi sopravvivranno più a lungo della vostra carne: io ne sono la dimostrazione. Mi chiamo Madison Desert Flower Rosa Parks Coyote Trickster Spencer, e sono un fantasma. Insomma: Buuuuu! Ho tredici anni e sono, diciamo, un po’ sovrappeso. Insomma: sono morta e grassa. In altre parole: sono una vera porcellina porcellissim-issima oink oink.
Domandate a mia madre.
Ho tredici anni e sono grassa… e resterò così per sempre.
E, come vedete, conosco il verbo “ulcerare”. Sono morta, non ignorante. Avete mai sentito parlare di “crisi di mezza età”? In parole povere, io soffro al momento di una “crisi di mezza morte”. Dopo otto mesi di soggiorno nell’ardente mondo sotterraneo dell’inferno mi ritrovo ora spiaggiata come spirito nel mondo fisico dei vivi e vegeti, condizione meglio nota come “purgatorio”. È esattamente come volare a Mach 1 sul Saab Draken di mio padre da Brasilia a Riad per poi ritrovarsi intrappolati a girare nel circuito d’attesa sopra l’aeroporto aspettando l’autorizzazione all’atterraggio. In parole semplici e povere, il purgatorio è il luogo in cui si de-scrive il libro della storia della propria vita.
Quanto all’inferno, non dovete dispiacervi per me. Nascondiamo tutti qualche segreto a Dio, ed è sfiancante. Se c’è una persona che merita di ardere nell’inestinguibile lago delle fiamme eterne, quella sono io. Io sono pura malvagità. Nessuna pena è troppo severa.
Per quel che mi riguarda, la mia carne è il mio curriculum vitae. Il mio grasso è banco di memoria. I momenti della mia vita passata sono archiviati e trasportati in ogni cellula obesa del mio fantasmatico lardo, e perdere peso per Madison Spencer equivarrebbe a scomparire. I brutti ricordi sono meglio che niente. E state pur certi che, si tratti del vostro grasso, del vostro conto in banca o della vostra amata famiglia, un giorno vi troverete alle prese con questa riluttanza ad abbandonare il mondo dei vivi e vegeti.
Quando uno muore, credetemi, ciò di cui fa più fatica a disfarsi è se stesso. Sì, gentili Tweeter, ho tredici anni, sono una ragazzina e conosco il termine “curriculum vitae”. Di più, io so che neanche i morti vogliono scomparire del tutto.