21 DICEMBRE, 8.55, ORA STANDARD DELLA COSTA DELL’ATLANTICO

Nonno due

Postato da Madisonspencer@oltretomba.inferno

Gentili Tweeter,

in un’altra occasione mio nonno mi reclutò come complice per andare a razziare la non covata progenie da sotto il culo piumato di certo pollame domestico. Facemmo il giro della baracca fatiscente in cui erano acquartierate le galline e sequestrammo senza pietà le loro future generazioni. E lui per tutta la durata dell’operazione non smise un attimo di lavorarmi ai fianchi: «Ti sei mai domandata come mai tua madre e tuo padre sono diventati ricchi così alla svelta?».

Avendo le mani gravate dalla cesta di uova saccheggiate, mi limitai a una scrollata di spalle.

Lui insistette. «Com’è che ogni loro investimento va a buon fine?». Senza attendere risposta, spiegò: «Be’, raggio di sole, quando tua madre aveva la tua età si è trovata un angelo custode, un certo Leonard. Le telefonava con una regolarità cronometrica». Mentre parlava, continuava a saccheggiare nidi. «È stata lei a dirmelo. Era appena adolescente quando è venuta a dirmi che il suo angelo le aveva dato il numero vincente di una lotteria. Mi chiese di comprare il biglietto. Uno sconosciuto che telefonava da chissà dove… Che cosa dovevo pensare? Sua madre le credeva.»

Per nulla intimidito dalla mia mancata reazione, proseguì: «Il suo angelo custode, Leonard, ancora adesso continua a chiamarla. Gli angeli possono farlo. In qualunque parte del mondo lei sia, lui la trova. Chiamata diretta. E telefona anche a tuo padre».

Io mi dedicai con impegno all’ispezione di un guscio particolarmente picchiettato.

«È stato questo Leonard» continuò il nonno Ben, «a chiedere che tu fossi mandata qui quest’estate.»

Questo dato, gentili Tweeter, catturò la mia attenzione di undicenne. Ricambiai il suo sguardo umido e arrossato.

«Tu non dovresti saperlo» disse. La sua voce si ridusse a un bisbiglio. «Quest’estate, però, tu avrai una grande resa dei conti con le forze del male.»

I miei occhi, evidentemente, tradirono la mia perplessità.

«Oh, fagottino, non lo sapevi, eh?» La sua carnagione era prova di una vita di trascuratezza dermatologica.

Non lo sapevo, infatti. Una resa dei conti? Con il maligno?

«Be’» balbettò lui, «adesso lo sai.» Le sue mani nodose affondarono nella paglia di un nido e ne asportarono un altro uovo. Posò questo ulteriore bottino nella mia cesta dicendo: «Ma è meglio che la tua testolina non si preoccupi troppo».

Sventura
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