21 DICEMBRE, 9.00, ORA STANDARD DELLA COSTA DELL’ATLANTICO
Nonno tre
Postato da Madisonspencer@oltretomba.inferno
Gentili Tweeter,
per alleviare il tedio, il nonno Ben mi propose di aiutarlo a costruire un’unità abitativa per la fauna avicola indigena. Una specie di Habitat for Humanity, ma per uccelli, e senza Jimmy Carter e gente di quella razza. La progettazione architettonica in quanto tale ebbe una parte decisamente ridotta nell’iniziativa. Segammo alcune assi a mo’ di rudimentali pareti, tetto e pavimento, unendole poi per mezzo di chiodi. Una procedura tutt’altro che insoddisfacente. Alla fine, applicammo una mano di vernice giallo sole.
Con il pennello in mano, mio nonno mi domandò: «Ricordi quando ti ho detto di quel Leonard, l’angelo custode di tua madre?».
Io mi finsi sorda e mi concentrai sulla mia tecnica pittorica, per cercare di non lasciare sbavature o segni di pennello. Ero preoccupata per via dell’odore della vernice: temevo di poter contribuire all’equivalente avicolo della sindrome da edificio malato.
Incurante, mio nonno proseguì: «E se ti dicessi che gli angeli telefonano anche a tua nonna?».
Intinsi il mio pennello e applicai qualche tocco di giallo intorno alla invitante porta della casetta. Mi domandai se gli uccelli, dopo aver fatto il nido in quella casetta, sarebbero migrati, come i miei genitori, facendo la spola tra questa e altre dimore simili a Nassau e Newport e New Bedford. E se, in caso affermativo, le loro rotte migratorie sarebbero state altrettanto influenzate dai livelli delle aliquote fiscali delle varie località.
Il nonno intese il mio silenzio come un incoraggiamento. «Non voglio spaventarti, ma ricordi che ti ho parlato anche di una grande resa dei conti? Da quel che Leonard ha detto a tua nonna, le forze del bene e del male ti sottoporranno a una prova.»
La tuta sportiva Chanel mi aderiva perfettamente sui fianchi.
«Su un’isola» aggiunse. «La tua grande prova avverrà su un’isola.»
Nonostante la mia abitudine di Ctrl+Alt+Scaraventare il cibo preparato da mia nonna fuori dalla finestra della cucina, stavo prendendo peso come per osmosi. Che fosse la genetica o l’ambiente, avevo la spiacevole sensazione che la mia percentuale di grasso corporeo fosse prossima alla doppia cifra.
«Secondo tua nonna, qualcuno morirà molto presto.» Il nonno intinse il pennello nella vernice e riprese il lavoro. «Te lo dico così stai attenta, perché magari quel qualcuno che muore sei tu.»