21 DICEMBRE, 9.40, ORA STANDARD DELLA COSTA DEL PACIFICO

L’abominio arriva

Postato da Hadesbrainiacleonard@oltretomba.inferno

Il neoplatonico Zotico, che scriveva nel III secolo, predisse che un giorno un’unica grande nazione avrebbe dominato su tutte le altre. Questa nazione occuperà un’isola al centro di un grande oceano. Accumulerà rapidamente tutte le ricchezze esistenti, e tutti i re del mondo andranno a viverci. Il neoplatonico Proclo, che scriveva nel V secolo, descrisse la futura nazione come un bellissimo miraggio. Secondo i geroglifici egizi, galleggerà sull’orizzonte.

E qui il bambino-cosa giungerà a riva. Percorrerà le spiagge color delle nuvole, non più cosciente della propria nudità di quanto lo fossero i primi umani.

Lì tutta la plastica va all’eterno riposo. Lì il centro regge, placido, in quel mar dei Sargassi di materie plastiche: il Vortice del Nord Pacifico, lo chiamano alcuni.

E in questo scenario si vedrà camminare una madre umana, che vagherà su quella stessa spiaggia, sprofondata nel suo dolore. E quella donna sarà essenzialmente sola, accompagnata soltanto da uno stilista, un addetto stampa, quattro guardie del corpo armate, un istruttore di yoga, due guru per lo stile di vita e un dietologo. Questa donna scorge il bambino-cosa: una figura slanciata simile a una silfide dalla pelle perfetta come solo la plastica può essere. Un viso liscio come solo una fotografia può essere. I capelli, una balla di filo interdentale cotonata fino alla più sontuosa pienezza da infinite onde dell’oceano. E dall’aspetto esteriore è chiaro che il bambino-cosa è in realtà una bambina.

E la bambina è di una bellezza impossibile.

E di lontano, secondo Platone, la donna solitaria, stregata fin dal primo sguardo, la chiamerà ad alta voce. Si fermerà, paralizzata da quella visione, e soffocherà un urlo. La donna avanzerà barcollante di qualche passo, le braccia levate istintivamente per abbracciare quell’apparizione, e griderà: “Madison?”.

Giacché, agli occhi di una madre derelitta, questo dono del mare appare come una resurrezione. E la donna che cammina sulla spiaggia sarà la regina ufficiale di questo dovizioso reame.

E una creatura da tempo perduta sembra ricongiungersi qui con la dolente genitrice. Un miracolo cui assistono tutti i membri dell’entourage.

Le lacrime salgono agli occhi della donna. Perché la creatura ignota che si staglia nuda sulla spiaggia scintillante… questa sconosciuta è affusolata e mostra una calma enigmatica – non è cicciottella e brontolona, non è testarda e imbronciata –, ma per il resto la rassomiglianza è perfetta. Questa è la bambina assassinata, in gloria. Prima di poter invocare quel nome una seconda volta, scrive Platone, la donna è soffocata dall’emozione.

E così il male poserà la sua bambina-cosa nel nido di un uccello ignaro.

E così il bene verrà cornificato, secondo i papiri di Sais. E il male cercherà di munire il bene di un paio di ramificazioni ossee.

Questa creatura oltremondana, infatti, questa bambinacosa generata dalla plastica e cresciuta dal mare, apre le sue incantevoli braccia alla donna umana. Con la sua tenera voce dice: “Madre”. La bambina-cosa le va incontro per abbracciarla e dice: “Camille Spencer”. Abbracciando la donna in lutto dice: “Io torno a te come prova della vita eterna. Ti reco novelle del paradiso”.

Sventura
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