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«Vestiti.»
«Vestiti?»
«Sì, vestiti di mio padre per Quattro Formaggi.
Quando arriviamo a Varrano glieli porto e poi ti raggiungo in chiesa.»
Salirono in macchina.
L’assistente sociale accese l’automobile e si mise la cintura di sicurezza. «Non penso che sia una buona idea. Prima andiamo al funerale. Per gli studenti hanno riservato una zona della chiesa. Ti stanno aspettando.
Poi dobbiamo andare dal giudice e dopo gli portiamo i vestiti.»
Cristiano cominciò a ridere forzatamente. «A me?
Chi mi sta aspettando?»
«I tuoi insegnanti, i tuoi compagni di scuola…»
L’automobile imboccò la statale.
Cristiano poggiò i piedi contro il cruscotto. «Ma cosa dici? A quelli non gliene frega una minchia di me.»
«Ti sbagli. Ho parlato con la tua insegnante di Italiano e le ho detto quello che è successo a tuo padre.
È molto triste e spera che tu torni presto a scuola.»
Cristiano cominciò a dondolare la testa sorridendo.
«Che bastarda… Ma ti rendi conto la gente com’è fatta?»
«Cosa?»
Cristiano aprì il finestrino e poi lo richiuse. «Niente.
Lascia perdere… Tanto è inutile. Tu certe cose non le capisci…» Ma poi continuò: «Esattamente cosa ti ha detto? Dimmelo, forza».
«Che le dispiaceva tanto e sperava che tu tornassi a scuola al più presto.»
«Sai quante volte quella ha detto che io farei bene a lasciare la scuola il prima possibile? E allora perché ora vuole che torno? Non capisco. E sai cos’ha detto di mio padre, davanti a tutta la classe? Lo vuoi sapere? Che è un poco di buono. Chi cazzo è lei per dire che mio padre è un poco di buono? Lo conosce?
Sono amici? Non mi sembra. Poco di buono sarà lei.
Quella puttana. Sai quanto ti costa dire al telefono:
“Mi dispiace tanto, spero che torni presto a scuola”?
Niente. Zero. Nulla. La fatica di muovere la bocca.
M’immagino quant’è dispiaciuta che mio padre è in coma… Piangerà tutto il giorno. Quella spera solo che muore. Ma si sbaglia, perché mio padre si risveglierà…!
Io non ci voglio andare a quel cazzo di funerale.»
L’assistente sociale mise la freccia e si fermò in una piazzola d’emergenza, poi guardò Cristiano a lungo prima di parlare. «Questo, però, non lo capisco. Fabiana era una tua amica.»
«Tanto per cominciare chi ti ha detto che Fabiana Ponticelli era una mia amica? La conoscevo appena.
L’amicizia è un’altra cosa. E poi a quel funerale ci sarà solo gente che sta lì a farsi vedere e far vedere quanto sono buoni. A far finta di piangere. È tutto finto. A nessuno frega un cazzo di Fabiana Ponticelli.
Non lo capisci?»
«Senti, se muore tuo padre a te dispiace?»
«Ma che domande fai? Certo.»
«E a Quattro Formaggi?»
«Certo.»
«E a Danilo, se fosse vivo, non dispiacerebbe?»
«Certo.»
«E a me, non dispiacerebbe?»
Cristiano avrebbe voluto rispondergli no, ma non se la sentì. «Sì… Penso di sì.»
«E ai genitori di Fabiana non dispiacerà che la loro figlia è stata riempita di botte, violentata e ammazzata?
Non gli dispiacerà, secondo te?»
«Sì.»