233
Si fermò davanti all’ospedale nel momento in cui Cristiano e Quattro Formaggi uscivano.
Adesso mi sente.
Suonò il clacson.
E si maledisse. Si era dimenticato che lì c’erano i malati.
Cristiano si fece vicino. Aveva gli occhi rossi.
Deve aver pianto.
La voglia di dirgliene quattro gli era passata.
Aprì lo sportello e lo fece salire.
Parte sesta.
Mercoledì.
231.
Cristiano Zena fu svegliato, alle sei di mattina, dalla porta della camera di suo padre che sbatteva piano, a intervalli regolari.
£ tornato.
Papà è tornato a casa.
Non era possibile. Sapeva che se anche suo padre si fosse risvegliato non sarebbe stato in grado di muoversi dal letto. Eppure si alzò, sperando, come spera di non morire chi cade da un grattacielo, che fosse lui.
La stanza di Rino era vuota.
La porta sbatteva perché la finestra del bagno era aperta e faceva corrente. La chiuse. Tornò in camera sua, bevve un po’ d’acqua e si sedette al tavolino e scrisse.
Ciao papà,
se stai leggendo questa lettera sono felice vuol dire che ti sei risvegliato. Io non ci sono, sono andato a Milano. Sono scappato perché mi volevano sbattere in un istituto. Hanno trovato il modo per dividerci.
Me lo hai detto sempre che cercavano un pretesto qualsiasi e l’hanno trovato. Vieni a Milano da me. Io vivo nelle gallerie della metropolitana con 4 Formaggi.
4 Formaggi è molto malato e mi sembra che pure con la testa non ci sta tanto bene. Anche lui ha paura che lo mettono in manicomio.
Danilo è morto. Ha avuto un incidente stradale mortale.
Non ti arrabbiare se non mi troverai, io sto bene. Tu raggiungimi a Milano. Oppure ci vediamo dove vuoi te.
Per quanto riguarda l’altra cosa non ti preoccupare ho pensato a tutto io ma non parlare con nessuno è importante non sospettano niente.
Io non ti ho abbandonato. Ti sto solo aspettando.
Ti voglio bene.
Cri.
La rilesse e gli fece schifo. Era bruttissima, avrebbe voluto dire milioni di cose, ma in quel momento non gli venivano. E poi quella lettera poteva servire alla polizia come prova e agli assistenti sociali per trovarlo.
Si alzò e la gettò nel cesso, poi cominciò a fare la valigia.
Avrebbe trovato un altro modo per far sapere a suo padre che lui e Quattro Formaggi erano a Milano.
232.
Mentre Cristiano faceva la valigia, l’Uomo delle Carogne era steso davanti alla televisione.