Note
DE CONIURATIONE CATILINAE. LA CONGIURA DI CATILINA
1 Ciro il Maggiore, vissuto nel VI sec. a.C., fu uno dei più grandi conquistatori dell’antichità. Fondò un grande impero, quello dei Persiani, che andava dall’Indo all’Egeo. Liberò gli Ebrei dalla Cattività di Babilonia. Esaltato da Senofonte nella Ciropedia.
2 Atene e Sparta erano le maggiori città greche nel VI sec. a.C. Atene era al centro della Grecia, e non solo geograficamente. Qui si era realizzato un equilibrio, un’alleanza tra parte delll’aristocrazia e popolo. Su questa alleanza si baserà tutto lo sviluppo politico, economico e culturale di Atene. Grazie al regime democratico sviluppatosi, Atene si pone alla testa delle città democratiche greche che, prima o poi si scontreranno con quelle aristocratiche, capeggiate da Sparta. E così fu: con la guerra del Peloponneso, combattuta tra il 431 e il 404 a.C., la democrazia, e quindi Atene, sono destinate ad essere sconfitte.
3 Lucio Sergio Catilina nacque nel 108 a.C. Durante la guerra civile fu seguace di Silla e, dopo la morte del dittatore, combattè in Macedonia. Nel 68 a.C. ebbe la pretura; l’anno seguente andò a governare l’Africa, dove si macchiò di malversazioni, tanto da essere accusato di concussione. Tornato a Roma per discolparsi, venne assolto. Pur desiderando diventare console nel 65 a.C., non vi riuscì. Pertanto si unì ad Autronio e Silla, che, eletti consoli per quell’anno, furono destituiti perché accusati di broglio; tentò una prima congiura nel 66 a.C. (cfr. Cap. 18). Contro Catilina Cicerone pronunziò le famose orazioni dette Catilinarie.
4 Lucio Cornelio Silla, proveniente da una famiglia patrizia impoverita e legato ai circoli senatorii più oligarchici; divenne console nell’88 a.C. Gli venne affidato l’incarico di guidare la guerra in Asia contro Mitridate, re del Ponto, che si era ribellato a Roma. Prima che Silla partisse per l’Asia, dovette affrontare le iniziative del tribuno Sulpicio Rufo, legato alla parte democratica, che proponeva leggi in favore degli Italici a cui da poco era stata concessa la cittadinanza. Silla e il Senato si opposero. Sulpicio chiese, allora, aiuto a Mario, affidandogli il comando della guerra in Asia, sottraendolo così a Silla. Silla puntò su Roma con l’esercito e il Senato cacciò Mario. Normalizzatasi la situazione, Silla partì contro Mitridate, con il quale concluse la pace nell’85 a.C. Approfittando della lontananza di Silla, intanto Mario riuscì a prendere il potere a Roma, appoggiato, ancora una volta, da Rufo. Silla, forte della vittoria su Mitridate e dei ricchi bottini acquisiti nella campagna in Asia, rientrò a Roma nonostante nel frattempo fosse stato bandito. Nell’83 scoppiò, così, la guerra civile e nell’82 a.C. il Senato lo nominò dittatore a vita, gli concesse poi l’autorità sovrana e poteri di vita e di morte. Viene così sancita la fine della Repubblica e l’inizio della dittatura militare. Silla morì nel 78 a.C.
5 Secondo Sallustio, l’origine della civiltà romana è attribuita ai Troiani, guidati da Enea, non già a Romolo, discendente di Enea.
6 Ai tempi di Romolo, i Padri erano cento; poi, nel corso della storia, il numero è andato aumentando sino ai tempi di Cesare, quando raggiunsero il numero di novecento, per tornare a seicento sotto Augusto.
7 Dopo il 510 a.C., abbattuta la monarchia, il potere venne affidato a due persone, chiamate prima praetores, poi consules. La carica, riservata prima solo ai patrizi, fu poi accessibile anche ai plebei. Con la fine della repubblica il titolo di console rimase solo come semplice onorificenza.
8 Roma raggiunge il massimo splendore, sconfiggendo grandi re, quali Pirro re dell’Epiro, Siface re di Numidia, Filippo re di Macedonia, Antíoco re di Siria, Perseo erede al trono di Macedonia, Giugurta re di Numidia.
9 Cartagine venne distrutta nel 146 a.C. da Scipione Emiliano, detto poi Africano minore. Il territorio occupato divenne provincia romana.
10 Sallustio non ci dà notizie circa questa donna.
11 Era figlia, o sorella, di Aurelio Oreste, pretore di Roma nel 67 a.C. Sposò Catilina in seconde nozze.
12 Non si hanno notizie della prima moglie di Catilina.
13 Gneo Pompeo, a capo di un esercito regolare in quegli anni, si trovava in Oriente a combattere contro Mitridate, re del Ponto. Non avrebbe così potuto opporsi ai progetti di Catilina. Gneo Pompeo proveniva dall’ordine dei cavalieri; era però legato strettamente all’oligarchia senatoria. Nell’82 aveva operato con successo al servizio di Silla. Nel 67 a.C. intraprende una campagna contro i pirati del Mediterraneo, che approfittavano dell’assenza di grandi potenze navali in quel mare. Nel 66 a.C., ormai padrone del mare, Pompeo inizia in Asia le operazioni militari contro Mitridate, che continuava a combattere i Romani, e che verrà definitivamente sconfitto nel giro di due anni.
14 Lucio Cesare era cugino di Giulio Cesare e fratello della madre di Marco Antonio, uno dei triumviri. Figulo, plebeo di nascita, entrò, per adozione, nella nobile famiglia dei Marci.
15 Costui apparteneva ad uno dei rami della nobile famiglia Cornelia. Apprezzato oratore, si segnalò – tuttavia – per corrotti costumi. Espulso dal Senato, vi fu riammesso dopo aver chiesto la pretura, nel 63 a.C. Scoperta la congiura, venne fatto fuori (cfr. Cap. 55).
16 Publio Autronio Peto, condiscepolo di Cicerone, fu con lui questore. Riuscì a sfuggire alla pena di morte stabilita per i complici di Catilina, ma, un anno dopo, fu esiliato perché accusato di corruzione.
17 Pretore nel 66 a.C. con Cicerone, fu a lui contrapposto per l’acquisizione del consolato nel 63 a.C., e non venne eletto. Pertanto si rivolse al progetto di Catilina, con l’incarico disgraziato di incendiare la città.
18 Caio Cornelio Cetego era discendente della famiglia Cornelia; fra i capi del sommovimento, venne fatto strangolare (cfr. Cap. 55).
19 Publio e Servio Silla erano figli di Servio Cornelio Silla, fratello del dittatore.
20 Lucio Vargonteio era stato incaricato di togliere di mezzo Cicerone (cfr. Cap. 28).
21 Di lui non sappiamo quasi nulla.
22 Era un discendente del tribuno Porcio Leca, estensore della legge Porcia (cfr. Cap. 51) secondo la quale nessun cittadino poteva essere ucciso o fustigato, senza previa autorizzazione del popolo.
23 Lucio Calpurnio Bestia era l’ultimo della gens Calpurnia. Dopo la congiura divenne edile, poi pretore.
24 Dapprima pretore, venne cacciato dal Senato per la sua discutibile condotta. Fu lo svelatore della congiura (farà sapere al Senato del progetto catilinario) (cfr. Cap. 23).
25 Di famiglia plebea, è poco conosciuto.
26 Non si sa nulla di L. Statilio. Nel piano della congiura, doveva incendiare Roma (cfr. Cap. 43) e fu ucciso per ordine del console.
27 Aveva con Statilio l’incarico di mettere Roma a fuoco. Fu poi mandato a morte.
28 Caio Cornelio, cavaliere romano, non apparteneva, però, alla gens Cornelia.
29 Crasso fu pretore nel 71 a.C. Sconfisse Spartaco che aveva guidato la rivolta degli schiavi scoppiata nel 73 a.C., nell’Italia meridionale e in Sicilia. Nel 60 a.C. si accordò con Cesare e Pompeo per costituire il primo triumvirato e si fece assegnare, nel 55 a.C., la provincia di Siria, che spogliò di ogni bene e ricchezza. Sceso in guerra contro i Parti, venne ucciso nel 53 a.C.
30 Crasso odiava Pompeo, perché quest’ultimo ebbe l’onore del trionfo per la sconfitta di Spartaco, avvenuta, invece, grazie all’operato di Crasso stesso.
31 Il precedente di congiura, di cui parla Sallustio, avvenne nel 66 a.C., quando Catilina, di ritorno dall’Africa, dove era stato inviato come pretore nel 67 a.C., pensò di chiedere il consolato per l’anno 65 a.C. Il console in carica, Lucio Tulio, non lo ammise fra i candidati. Quell’anno furono eletti consoli Publio Autronio Peto e Publio Cornelio Silla, parente del dittatore (da non confondere con i Silla citati nel cap. precedente), i quali furono, però, destituiti perché accusati di broglio. Essi vennero sostituiti da Lucio Cotta e Lucio Torquato, senza indire nuove elezioni. Ciò provocò malcontento nei due esclusi, a cui si aggiunse Catilina, offeso con il console Tulio per il rifiuto della candidatura. Essi dunque progettarono di uccidere Cotta e Torquato: tentarono una prima volta il primo gennaio e poi il 5 febbraio, ma il piano fallì entrambe le volte.
32 Consoli nel 66 a.C.
33 Sallustio sembra confondere qui quanto successe nel 65 a.C., quando Catilina, che voleva presentarsi alle elezioni per il consolato nel 64 a.C., non potè presentare il suo nome entro la scadenza perché sotto processo. La data delle elezioni era annunciata almeno diciassette giorni prima dei comizi elettorali. Entro questo periodo di tempo i candidati potevano presentare il loro nome al magistrato che presiedeva i comizi.
34 Pisone proveniva da nobilissima famiglia.
35 Il segnale doveva essere dato da Cesare, il futuro dittatore, che però esitò.
36 La carriera delle magistrature, il cosiddetto cursus honorum, era stabilito in questi termini: Questura, Edilità, Pretura, Consolato, Censura. Quest’ordine non poteva essere mutato se non con un decreto del Senato.
37 Il termine è una parola greca che, in origine, indicava i principi che governavano con autorità regia la quarta parte di un territorio. Qui s’intende indicare la classe dei piccoli regnanti totalmente vassalli di Roma.
38 Le cariche sacerdotali erano molto ambite a Roma, soprattutto per le ricchezze che ne derivavano. I sacerdoti erano esentati dalle prestazioni militari obbligatorie, dalle imposizioni straordinarie e non erano tenuti a rispondere ai magistrati civili, eccetto che al censore. Godevano di posti distinti nei teatri e nel Senato.
39 Di Nocera, fuggì in Africa, accusato di essere complice della prima congiura. Colà appoggiò qualsiasi principe fosse nemico dei Romani. Di seguito si legò a Cesare, il quale gli concesse il governatorato della Numidia.
40 Figlio di Marco Antonio, oratore e zio del triumviro. Espulso dal Senato per corruzione, vi fu poi riammesso. Si unì a Catilina per ottenere il consolato. Fu eletto console con Cicerone. Quest’ultimo gli concesse il governo della ricca Macedonia, con l’intenzione di tenerlo lontano da Roma e soprattutto per avere il suo appoggio in situazioni sfavorevoli per lo Stato. Difatti Antonio abbandonò il progetto di Catilina e anzi, marciò contro di lui.
41 Il giuramento con assunzione di sangue misto a vino è attestato presso altri scrittori dell’antichità: Plutarco, Floro, Dione Cassio.
42 Nei sacrifici, prima di immolare la vittima, il sacerdote usava sorseggiare una coppa di vino, che poi passava agli astanti. Tale gesto, conservatosi pure all’interno di liturgie cristiane, evoca, anche in noi moderni, solennità e giuramento rituale.
43 Già menzionato (Cap. 17) tra i senatori che presero parte alla Congiura di Catilina.
44 Di costei non si hanno notizie. L’autore dice che ebbe ruolo importante nella congiura in qualità di intermediaria tra Q. Curio e Cicerone (cfr. Cap. 26).
45 Cicerone era homo novus. Così era detto il primo di una famiglia a cui era concessa la magistratura. Egli avrebbe dato nobiltà alla stirpe.
46 In verità, Manlio non era sconosciuto, per il fatto che aveva combattuto valorosamente per Silla.
47 Città etrusca vicino Firenze, divenne quartiere generale di Catilina.
48 Della nobile famiglia dei Semproni, sposò Decio Giunio Bruto console nel 77 a.C. Suo figlio Bruto fu uno degli assassini di Cesare.
49 Al termine del mandato i consoli divenivano, per diritto, governatori di una «Provincia»; a Cicerone spettava la fiorente Macedonia, ad Antonio la poverissima Gallia Cisalpina. Cicerone effettuò lo scambio al fine di guadagnarsi il favore di Antonio in eventuali situazioni sfavorevoli per lo Stato.
50 Zona pianeggiante sita fra Campidoglio, Quirinale, il Pincio e il Tevere. Colà si tenevano i Comizi Centuriati.
51 Regione compresa tra il mar Tirreno e i fiumi Arno e Tevere, anticamente abitata dagli Etruschi.
52 Non si sa niente di lui.
53 Zona corrispondente alle odierne Marche.
54 Non si hanno notizie di costui.
55 Regione abitata dagli Apuli, si estendeva su buona parte dell’odierna Puglia, era limitata dal mar Adriatico, dal corso del fiume Biferno, dai monti della Campania, dal fiume Bradano, dal golfo di Taranto, e dalla base della penisola Salentina.
56 Già citato nella lista dei congiurati (cfr. Cap. 17).
57 Appare nella lista dei cavalieri implicati nella Congiura, elencati da Sallustio nel Cap. 17.
58 Costui è pure citato nella lista del Cap. 17.
59 La storiografia non ha notizie su di lui.
60 Là erano situate le scuole di gladiatori, fatte frequentare pure da numerosissimi schiavi.
61 Console nel 68 a.C. e proconsole in Cilicia, dove combattè sotto Pompeo contro i pirati.
62 Console nel 69 a.C. Assoggettò, come proconsole, l’isola di Creta, i cui abitanti si erano alleati con i pirati. Dopo questa vittoria ricevette il soprannome di «Crético» ed ebbe l’onore del trionfo nel 62 a.C., concesso ai vincitori.
63 Sappiamo che fu governatore in Africa nel 61 a.C.
64 Partecipò, sotto Pompeo, alla campagna d’Asia. Proconsole, governò la Gallia Cisalpina cedutagli da Cicerone. Fu console nel 60 a.C. Fu detto «Celere» perché organizzò prontamente i funerali del padre.
65 Fratello di Emilio Lepido, il quale fece parte del il triumvirato, insieme a Marco Antonio e Ottaviano.
66 Tale legge prevedeva l’esilio per coloro che avessero turbato la quiete pubblica.
67 Si fa riferimento a una legge che consentiva, in particolari casi, ai debitori di avere una riduzione di un quarto della somma dovuta.
68 Erano chiamati viri consulares coloro che erano stati consoli.
69 Q. Lutazio Catulo fu console nel 78 a.C., assieme a Marco Emilio Lepido, e censore nel 65 a.C. Era leader del partito aristocratico e nemico personale di Cesare.
70 Presunta seconda compagna di Catilina.
71 Non ci è noto altrimenti.
72 Il primo provvedimento è ricordato nel Cap. 30: chi avesse dato notizie sulla congiura, avrebbe ricevuto la libertà e 100.000 sesterzi, se schiavo; 200.000 sesterzi e l’impunità se libero. Il secondo provvedimento, quello qui citato, fissa una data come ultimatum per la resa dei rivoltosi.
73 Ai plebei erano elargiti, in occasione di feste e spettacoli e di consultazioni elettorali, beni alimentari e di consumo.
74 Veniva inserito nelle tavole di proscrizione, poste nel Foro, colui che si macchiava di reati contro lo Stato. Il proscritto doveva essere ucciso da qualsiasi cittadino lo incontrasse.
75 Consoli nel 70 a.C.
76 Erano magistrati: carica istituita nel 494 a.C., in seguito alla secessione della plebe nell’Aventino, attuata per contrastare lo strapotere aristocratico. I tribuni furono dapprima due, poi cinque, infine dieci. Sacri e inviolabili, duravano in carica un anno. Avevano il potere di veto sulle proposte di qualsiasi altro magistrato, anche di un collega. Silla, nell’82 a.C., sminuì i loro poteri che vennero ripristinati da Pompeo nel 70 a.C. Cesare, in seguito, prese su di sé la Tribunicia potestas, al fine di arginare gli abusi dei tribuni.
77 L’episodio è rammentato anche da Valerio Massimo (v. 8, 5).
78 Mercante, era stato per ragioni di commercio, nella Gallia Cisalpina. Fu incaricato, così, di contattare i rappresentanti degli Allobrogi. Costoro erano un popolo di razza celtica, abitavano – grosso modo – l’attuale regione della Savoia e del Delfinato. Sottomessi nel 121 a.C., non erano contenti dei soprusi perpetrati dai governatori romani, contro cui avevano inviato ambasciatori, che però non ebbero ascolto. Lentulo profitta di tale situazione precaria per farli alleati di Catilina.
79 Marito di Sempronia.
80 Cfr. nota 27.
81 Discendente di D. Fabio Massimo, che aveva sottomesso gli Allobrogi, era per questo considerato loro Patronus, ossia tutore dei loro interessi davanti al Senato. Infatti le città soggette a Roma usavano scegliere un uomo potente a cui rivolgersi nei casi di bisogno.
82 La Gallia Citeriore o Cisalpina (al di qua delle Alpi) cpmprendeva, più o meno, il bacino del Po, tranne le sorgenti che erano liguri. La Gallia Ulteriore o Transalpina (al di là delle Alpi), prima delle conquiste di Cesare, comprendeva quella zona nota oggi con i nomi di Linguadoca, Provenza, Delfinato.
83 Fratello del console designato L. Murena. Egli però era proconsole nella Gallia Ulteriore, come conferma Cicerone nella Pro Murena (Pro Mur., 89) e non nella Gallia Citeriore, dove era stato inviato, invece, Quinto Metello.
84 Eletto tribuno per l’anno successivo, egli avrebbe dovuto, una volta in carica, attaccare Cicerone.
85 Non ci viene data nessuna notizia su di lui.
86 Il primo era pretore al tempo della congiura, fu poi pretore nel 62 a.C. in Africa. Caio Pomptino fu luogotenente di Crasso nella guerra degli schiavi e sedò, da pretore, una rivolta degli Allobrogi.
87 È l’odierno ponte Milvio. Posto sul Tevere, era passaggio obbligato per chi voleva recarsi in Etruria.
88 I libri sibillini contenevano, in greco, i responsi della Sibilla Cumana. Erano conservati in un sotterraneo del tempio di Giove, sul Campidoglio, ma vennero distrutti da un incendio nell’83 a.C. Dopo la distruzione vennero costituite delle raccolte di questi responsi. Potevano essere consultati solo dai Quindecemviri e solo per decreto del Senato, in casi gravi.
89 Pare che nei libri sibillini fosse scritto che il potere sarebbe stato preso successivamente da tre Corneli: dopo Cornelio Cinna e Cornelio Silla, il potere sarebbe spettato quindi a Lentulo.
90 Lucio Cornelio Cinna fu console nell’87 a.C. Propose il richiamo di Mario dall’esilio. Per questo venne dichiarato decaduto dalla carica e cacciato da Roma. Raccolse un esercito e marciò contro la città, dove decretò il ritorno di Mario, appoggiandolo in tutte le sue nefandezze. Morì nell’84 a.C.
91 Edile, fu console nel 57 a.C. e fece di tutto per far tornare Cicerone dall’esilio. Parteggiò per Bruto nelle guerre civili.
92 Candidato al consolato con Cicerone, non fu eletto.
93 Senatore romano, ottenne la pretura l’anno dopo la congiura.
94 Non si sa niente di lui.
95 Cneo Calpurnio Pisone della gens Calpurnia, fu console nel 67 a.C. e propose la Lex de ambitu, contro i brogli elettorali. Nel 66 e nel 65 a.C., fu proconsole nella Gallia Cisalpina. Al suo ritorno fu accusato da Cesare di concussione e assolto grazie a Cicerone.
96 Console designato per il 62 a.C., insieme a Lucio Murena.
97 Padre del marito di Livia, la quale fu poi moglie di Augusto.
98 La guerra contro i Macedoni, guidati dal re Filippo V, inizia nel 201 a.C.; nel 197 a.C. a Cinocefale, in Tessaglia, l’esercito di Filippo viene sconfitto e la Macedonia viene ridotta a staterello periferico, comunque autonomo. Nel 172 a.C., il nuovo re macedone, Perseo, riorganizza l’esercito e la flotta e attacca in Grecia i Romani, che in un primo tempo sembrano indietreggiare dalle loro posizioni. Poi, però, Roma ottiene una vittoria navale importantissima. Il 22 giugno del 168 a.C., a Pidna, presso Salonicco, il console Paolo Emilio sconfigge i Macedoni.
99 Le guerre combattute contro Cartagine furono tre. La prima si combattè tra il 264 e il 241 a.C., anno in cui Cartagine si arrende. Nel 218 a.C. la guerra riprende. I Cartaginesi sono guidati da Annibaie, che nel 219 a.C. attacca Sagunto, città spagnola alleata di Roma. Nel 216 a.C. Annibaie ottiene una vittoria a Canne, dove circonda i Romani, uccidendo, tra le migliaia di uomini, anche il console Emilio. Intanto Roma comincia la controffensiva, togliendo ad Annibaie tutte le maggiori basi nell’Italia meridionale. La seconda guerra si conclude nel 202 a.C., quando P. Cornelio Scipione sconfigge Annibaie a Zama. La terza guerra dura solo tre anni (149-146 a.C.), dopo i quali Cartagine viene definitivamente distrutta da Scipione Emiliano.
100 Proposta dal tribuno Porcio Leca, essa stabiliva che nessuno potesse essere ucciso o fustigato, senza il consenso del popolo.
101 Gli accusati di delitto capitale potevano decidere di andare in esilio, prima che fosse decretata la pena di morte, che così non aveva valore, perché veniva garantita ai rei la sicurezza nella residenza prescelta.
102 Cesare fa riferimento alla sconfitta di Atene, avvenuta nel 404 a.C., per opera di Lisandro. In quello stesso anno ad Atene venne imposto il governo dispotico dei Trenta Tiranni, che però venne abbattuto nel 403 a.C.
103 Soprannome del mariano L. Giunio Bruto che, pretore nell’82 a.C., fece uccidere i più autorevoli senatori sillani. Venne poi fatto uccidere dallo stesso dittatore, insieme ad altre migliaia di persone.
104 I Sanniti erano un antico popolo italico, abitante gli aridi altipiani dell’Appennino meridionale. I Tusci erano gli abitanti della Tuscia, altro nome dell’Etruria, antica regione dell’Italia, compresa fra il mar Tirreno e i corsi del fiume Arno e Tevere.
105 Discendente dal censore Catone. Nato nel 95 a.C., fu tribuno della plebe nel 62 a.C., pretore nel 54 a.C. Durante la guerra civile si collocò dalla parte di Pompeo e nel 46 a.C., dopo la vittoria dei cesariani a Tapso, si uccise in Utica, non sopportando la caduta della Repubblica e per non cadere nelle mani nemiche. Ricordato da Dante nel Canto i del Purgatorio.
106 Il prenome di Manlio era Tito, non Aulo. Console nel 340 a.C., durante la guerra tra Romani e Latini, fece uccidere il figlio per aver trasgredito a un ordine militare.
107 Quello cui si riferisce Sallustio è il carcere Mamertino, costruito alle falde del Campidoglio da Anco Marzio. Era l’unica prigione di Stato allora esistente a Roma. Era strutturata su due piani: quello superiore e una parte sotterranea, chiamata «Tulliana» o perché costruita da Servio Tullio, o perché era un antico serbatoio d’acqua. Attraverso una botola, qui venivano calati i prigionieri da giustiziare.
108 Ogni legione era composta da dieci coorti. Ciascuna coorte aveva tre manipoli e ciascun manipolo due centurie.
109 I centurioni erano scelti tra i soldati più valenti. Il loro grado variava a seconda che essi comandassero soltanto la loro centuria (erano allora Posteriores) o l’intero manipolo (Priores).
110 Si chiamava Furio.
111 Popolo del Nord, che assieme ai Teutoni aveva invaso la Gallia Narbonense e minacciava l’Italia. Furono sconfitti da Mario in due battaglie: prima ad Aquae Sextiae (odierna Aix), poi nei campi Raudii, presso Vercelli. L’aquila era l’insegna della legione, portata dalla prima coorte.
112 Fu legato di Pompeo in Spagna e dopo la morte di lui si diresse in Africa, dove si uccise, dopo la sconfitta di Tapso, per non cadere nelle mani di Cesare.
BELLUM IUGURTHINUM. LA GUERRA CONTRO GIUGURTA
1 Quinto Fabio Massimo, il famoso «Temporeggiatore» della seconda guerra punica.
2 Publio Cornelio Scipione Africano, il vincitore di Annibaie a Zama.
3 Massinissa, nella seconda guerra punica, dapprima aveva combattuto contro i Romani; poi, alleatosi con essi, contribuì validamente alla vittoria di Scipione in Africa, sconfiggendo, insieme con i Romani, Sifàce, alleato di Cartagine, che gli aveva usurpato una parte del territorio.
4 Vedi Introduzione a questa monografia.
5 Questa volta si tratta di Publio Cornelio Scipione Emiliano, figlio di Lucio Emilio Paolo e adottato dal figlio di Scipione Africano. Nel 146 aveva vinto definitivamente Cartagine nella terza guerra punica. Fu quindi detto Africano minore.
6 Tirmida è località non identificata. Quanto al «primo littore» di Giugurta, Sallustio intende dire «l’ufficiale favorito», ma trasferisce alla Numidia un termine caratteristico di Roma.
7 Marco Emilio Scàuro era stato console nel 115: la sua figura è magnificata più volte da Cicerone (nel «Brutus» e nell’orazione «Pro Scàuro»). Sallustio mostra di averne altra opinione.
8 Lucio Opimio, nel 121, da console, aveva energicamente diretto la repressione della rivolta democratica di Gaio Sempronio Gracco e del suo sostenitore Marco Fulvio Fiacco, finché Gracco, sconfitto, si fece uccidere da un servo, e Fiacco rimase anch’esso vittima della carneficina con cui la sollevazione si concluse dopo la vittoria degli aristocratici.
9 Il regno più occidentale dell’Africa settentrionale: l’odierno Marocco.
10 La parola, greca, significa «discesa». La zona indicata è tra l’attuale Libia e l’Egitto; ma, per gli antichi, ad est della Libia cominciava, con l’Egitto, l’Asia.
11 Si tratta di Ièmpsale II, figlio di Gauda citato al Cap. 65, posto da Roma sul trono di Numìdia dopo la fine di Giugurta.
12 Getùli e Lìbici sarebbero dunque le popolazioni originarie dell’Africa settentrionale conosciuta: i Getùli nella parte occidentale, i Lìbici in quella orientale.
13 Quali che siano le tradizioni a cui attinge Sallustio, le immigrazioni ch’egli attribuisce a questi popoli rivelano confusi ricordi, che in Africa rimanevano, di antiche immigrazioni.
14 In epoca storica, la Mauritania occupava la parte nord-occidentale dell’Africa (cfr. la nota 9).
15 Effettivamente, i Fenici, audaci navigatori, fondarono, nell’Africa settentrionale, varie colonie: Ippona (due città ebbero questo nome: l’attuale Bona e l’attuale Biserta), Adrumeto (oggi Sousse, in Tunisia), Leptis («Leptis Minor», l’attuale Lemta, e «Leptis Magna», l’attuale Lebda) ed altre.
16 Cirene è colonia greca fondata dagli isolani di Tere (una delle Cìcladi) nel 631 a.C. – Le due Sirti, descritte da Sallustio stesso al Cap. 78, sono le due grandi insenature della Libia. Gli altari dei Fileni (sulla cui mitica origine vedi il Cap. 79) sorgevano tra Cartagine e Cirene, ma assai più vicini a quest’ultima.
17 Il fiume, attualmente chiamato Moulouya, sfocia tra l’Algeria e il Marocco.
18 L’attuale Costantina.
19 Specie di gallerie in legno, munite di ruote, usate negli assedi per far avvicinare gli assedianti fin sotto le mure nemiche, al riparo dai colpi.
20 Il «Princeps Senatus» era il primo nella lista del Senatori: tale onore era attribuito dai censori.
21 A nord-ovest di Cartagine, fu la capitale della provincia romana d’Africa, comprendente, questa, buona parte del territorio ch’era stato di Cartagine.
22 Il personaggio, distintosi soprattutto in questa vicenda, fu poi pretore nel 104, e cadde ucciso, nel 100, da Servilio Glaucia, suo competitore al consolato.
23 Varata da Gaio Sempronio Gracco nel 123 a.C., stabiliva che, prima delle elezioni consolari, il Senato scegliesse, tra le province, le due da affidare ai futuri consoli: questi, una volta eletti, se le dividevano amichevolmente o per sorteggio.
24 Il primo era il figlio dell’uccisore di Tiberio Gracco; il secondo, già tribuno della plebe nel 121, era più tardi passato al partito aristocratico. Furono consoli, appunto, nel 111.
25 L’odierna Badja.
26 Tiberio Sempronio Gracco (fratello di Gaio) è il primo dei due Gracchi che, passati dall’aristocrazia al partito democratico, vollero riforme a vantaggio della plebe. Morì ucciso per opera, se non per mano, di Publio Cornelio Scipione Nasica. Per la morte di Gaio Gracco e di Marco Fulvio, vedi nota 8 al Cap. 16.
27 Lucio Cassio Longino, il futuro console del 107. Morì combattendo contro gli Elvezi.
28 Null’altro si sa di costui.
29 Dunque nel 110.
30 Non identificata.
31 I più anziani e i più esperti delle legioni romane: costituivano un corpo scelto.
32 Anche Calpurnio Bestia, Albino ed Opimio, condannati, andarono in esilio.
33 Quinto Cecilio Metello e Marco Giunio Silano: consoli nel 109.
34 Vedi nota 25.
35 L’attuale Oued Mellègue.
36 Nell’attuale Tunisia centrale.
37 Sicca Venèria, a poche miglia da Zama.
38 L’attuale Krich el Oued.
39 Nel 156 a.C. (Arpino, in provincia di Frosinone, fu anche la patria di Cicerone).
40 Quella proposta, appunto, dal tribuno Mamilio, per un’indagine sulla corruzione nei rapporti con Giugurta.
41 Il testo di quest’ultimo periodo è incerto.
42 Non identificata.
43 Vedi nota 10.
44 Etimologia errata: il nome non era certo di origine greca, ma indigena.
45 Cirene, come già si è detto, era colonia greca.
46 Pèrseo, re di Macedonia, era stato vinto a Pidna nel 168 da Lucio Emilio Paolo.
47 Per l’anno 107.
48 Ebbe l’onore del trionfo e l’appellativo di Numìdico.
49 L’odierna Gafsa. Ne restano rovine.
50 Se ne trovano le rovine una ventina di chilometri a sud di Sicca Venèria.
51 L’attuale Oued el Derd.
52 Lucio Cornelio Silla (138-78 a.C.): il futuro grande rivale di Mario, riuscirà vittorioso su quest’ultimo, dopo una sanguinosa guerra civile (nell’82) e diverrà arbitro dello stato romano, riformandolo in senso oligarchico.
53 Lucio Cornelio Sisenna: uomo politico e storico, la cui opera non ci è pervenuta.
54 Governava la provincia romana d’Africa, mentre Mario era incaricato della guerra.
55 I Peligni erano una popolazione italica di stirpe sannita.
56 Nel 105 a.C. Quinto Servilio Cepione (console nel 106) e Marco Manlio (console nel 105) subirono una dura sconfitta dai Galli Cimbri e Tèutoni.
HISTORIAE. STORIE
I.
1 Lucio Cornelio Silla, di parte aristocratica, vittorioso su Mario nell’82 a.C., instaurò una feroce dittatura, durante la quale rafforzò il potere del Senato e limitò quello dei tribuni della plebe; la depose spontaneamente nel 79. Morì nel 78.
2 Si tratta di antiche e gloriose famiglie romane. In particolare il richiamo a Bruto è un ricordo della cacciata dei re, di cui il primo Bruto fu protagonista.
3 Contro Pirro, re dell’Epìro e sostenitore dei Tarentini, Roma lottò negli anni intorno al 280 a.C.; contro Annibaie nella seconda guerra Punica (218-201); contro Filippo V di Macedonia tra il 215 e il 205, contemporaneamente alla seconda guerra Punica; contro Antíoco III il Grande, re di Siria, negli anni compresi tra la fine del III sec. e l’inizio del II.
4 Tra i provvedimenti di Silla ci fu l’esclusione dalle cariche pubbliche anche per i figli, presenti e futuri, dei proscritti.
5 Due dei tanti satelliti di Silla. Cornelio era un liberto, già appartenuto alla gens Cornelia.
6 Dunque, con un certo machiavellismo, Lèpido giustifica il suo arricchimento a spese dei proscritti assassinati, sostenendo che proprio dal dispotismo di Silla egli era stato costretto ad essere disonesto!
7 Allusione al soprannome di Felix (Fortunato) assunto da Silla.
8 Di Silla, naturalmente, nemmeno Lèpido vuol cancellare le vittorie riportate sui nemici esterni.
9 Tàrula e Scirto: altri satelliti di Silla, di origine servile.
10 Ancora un satellite di Silla.
II.
11 Si tratta del Lèpido del discorso precedente. Vedi però, nella Nota introduttiva agli estratti dalle Storie, la presentazione di questo discorso.
12 Quinto Lutazio Càtulo Capitolino: conservatore, durante il suo consolato del 78 avversò il collega Lèpido che voleva smantellare l’ordinamento conservatore di Silla. Catulo aveva dunque sostenuto la necessità di un’azione ben decisa contro Lèpido.
13 Lucio Apuleio Saturnino, sostenitore di Mario e propugnatore di diverse leggi a favore della plebe, fu tribuno nel 103 e nel 100.
14 Publio Sulpicio Rufo, nemico di Silla, tribuno della plebe nell’80 a.C., fu ucciso nello stesso anno, quando Silla deteneva ormai il potere.
15 Giunio Bruto Damasippo, pretore nell’82: nell’imminenza dell’ingresso in Roma di Silla, per ordine di Mario radunò il Senato, servendosi di un pretesto, e vi uccise alcuni nobili. Era il momento in cui Silla stava per entrare vittorioso in Roma e instaurare la sua dittatura.
16 Mitridate VI Eupàtore, re del Ponto. Grande e ambizioso condottiero e astuto politico, estese via via il suo dominio, finché giunse a scontrarsi con Roma, di cui rimase accanitissimo nemico. In una prima guerra mitridatica (88-85) fece vaste conquiste in Asia Minore e occupò anche la Grecia, che lo salutò come liberatore, ma finì sconfitto da Roma. In una seconda guerra (83-81) sconfisse Lucio Licinio Murena, che tentava l’invasione del Ponto, ma fu Silla che concluse le ostilità. Nella terza guerra fu battuto definitivamente da Lucio Licinio Lucullo (69) e da Pompeo (66). Nel 63, amareggiato anche dal tradimento di suo figlio, si fece uccidere da un suo ufficiale.
17 Lucio Cornelio Cinna: di parte democratica, attivo collaboratore di Mario. Mentre Silla combatteva in Oriente contro Mitridate, nell’88, infierì insieme con Mario contro i partigiani di Silla.
18 Vedi nota 12.
19 Publio Cornelio Cetego: già mariano e proscritto da Silla, passò poi al campo opposto.
20 Appio Claudio Pulcro: console nel 79 e nel 78, ebbe, dopo la morte di Silla, l’ufficio di interrex.
21 Vedi nota 12.
22 Questo che viene proposto da Filippo è il senatus consultum ultimum (l’estremo decreto del senato), con il quale si affidavano pieni poteri ad alcune autorità nei momenti di gravissimo pericolo per la repubblica.
III.
23 Come sarà più tardi per Cicerone, il ritorno dall’esilio è una specie di seconda nascita: Cotta era stato esiliato nel 90 con l’accusa di aver sobillato gli Italici alla rivolta.
24 Si tratta di Pompeo, impegnato nella guerra contro Sertòrio, e lasciato senza denaro, senza viveri, senza rinforzi. Se ne lamenta Pompeo stesso nella lettera che forma il quinto di questi estratti dalle Storie.
25 Quinto Sertòrio: mariano, propretore in Spagna nell’80, dopo averne cacciato i sillani, instaurò per sé, con l’accordo delle popolazioni locali, una sorta di piccolo regno. A lungo fu combattuto dagli eserciti regolari di Roma, prima da Metello, infine da Pompeo. Finì ucciso nel 72.
26 Vedi nota 16.
IV.
27 Pompeo, nato nel 106, nel 75 aveva dunque 31 anni. Ma aveva iniziato la guerra non ancora trentenne.
28 Sia i Lacetàni sia gli Indìgeti erano popolazioni della zona tra i Pirenei e l’attuale Barcellona.
29 Vedi nota 25.
30 È un fiume, l’attuale Jucar.
31 In Lusitania, cioè nell’attuale Portogallo.
32 Gaio Erennio, collaboratore di Sertòrio.
33 Quinto Cecilio Metello Pio: aveva preceduto Pompeo nella guerra contro Sertòrio, riportando anch’egli notevoli successi.
V.
34 Per Silla, vedi la nota 1. Ma di Silla, dei suoi satelliti e dei suoi avversari, si parla continuamente in questi estratti.
35 Con la riforma sillana, i tribuni della plebe avevano perduto molto del loro potere. In particolare era stato tolto ad essi il diritto di opporre il veto alle deliberazioni del senato, e il diritto di proporre leggi.
36 Gaio Aurelio Cotta. Un suo discorso è il terzo estratto di queste Storie.
37 Il prenomen corretto era però forse Gneo. Tribuno della plebe, si era inutilmente adoperato per la restaurazione dei diritti del tribunato.
38 Vedi nota 12.
39 Decimo Giunio Bruto e Mamerco Emilio Lèpido furono consoli nel 77.
40 Gaio Scribonio Curione, console del 76, eliminò il tribuno Lucio Sicinio (v. nota 37).
41 Lucio Licinio Lucullo, nel 74, durante il suo consolato, aveva esercitato forti pressioni sul tribuno Lucio Quinzio, sino ad indurlo a rinunciare alla restaurazione del pieno potere tribunizio.
42 Vedi la premessa a questo discorso, nell’introduzione alle Storie.
43 Pompeo era ancora impegnato nella guerra contro Sertòrio, in Spagna.
44 Includendoli nei loro eserciti.
VI.
45 Per notizie, necessariamente molto sommarie, sulla complessa vicenda di Mitridate, vedi la nota 16.
46 Àrsace XII, re dei Parti.
47 Tigrane, re dell’Armenia e genero di Mitridate, l’anno prima, per imprudenza o incompetenza era stato sconfitto duramente a Tigranocerta da Lucullo (nel 69).
48 Dopo la fine della seconda guerra punica, i Romani intimarono a Filippo V di Macedonia (che era stato favorevole ai Cartaginesi) di lasciare libere le città della Grecia. E poiché egli si rifiutò, Roma lo attaccò infliggendogli una dura sconfitta a Cinocefale (nel 197), ad opera di Tito Quinzio Flaminino, il quale proclamò poi, tra l’entusiasmo delle popolazioni, la libertà assoluta di tutte le città greche già dominate da Filippo.
49 Antíoco III di Siria.
50 Pèrseo, figlio di Filippo V, dopo la morte del padre insistette nella politica di aggressione agli alleati di Roma in Asia. La reazione romana, iniziata nel 171, fu decisiva quando assunse il comando delle operazioni Lucio Emilio Paolo, che a Pidna, nel 168, sconfisse e catturò Pèrseo (che si era rifugiato nell’isola di Samotracia).
51 Ovviamente, nella rassegna di Mitridate, i fatti sono esposti tutti in maniera tendenziosa.
52 Èumene II, re di Pergamo.
53 Secondo Mitridate, il testamento con cui Attalo III, figlio di Èumene II, aveva lasciato in eredità il regno al Popolo Romano, era falso.
54 Nicomède IV, re di Bitinia. Come Attalo III, aveva lasciato in eredità il suo regno al Popolo Romano.
55 Sottomessi nel 67, ma già oggetto di guerra nel 69.
56 Tolomeo XII Aulète, re d’Egitto.
57 Archelào fu un insigne generale di Mitridate, che aveva riportato vittorie contro Nicomède e poi in Grecia. Nell’87, però, in Grecia passò Silla, che nell’86 inflisse una dura sconfitta ad Archelào: questi dovette accettare una pace gravosa per Mitridate, che si sentì tradito.
58 Marco Aurelio Cotta, collega di Lucullo nella guerra contro Mitridate, ma inesperto di operazioni militari, perdette 64 navi e 3000 uomini ad opera di Mitridate, e dovette chiudersi nella penisola di Calcèdone. Siamo tra il 73 e il 72.
59 Cìzico, in Asia Minore, sulle coste della Propòntide. Era filoromana, e Mitridate sperava di prenderla prima dell’arrivo di Lucullo.
60 Mitridate tace della dura sconfitta da lui subita a Cabira (fortezza del Ponto) per opera di Lucullo.
61 Re della Cappadocia e amico di Roma.
62 Si allude alla sconfitta di Tigrane a Tigranocerta, nel 69. Nonostante la superiorità numerica, il genero di Mitridate fu duramente battuto.
63 Seleucia al Tigri, grande e opulenta città nel regno dei Parti.