CAPITOLO CINQUANTANOVE
— Coatlicue! — gridò Prometeo. — Che follia è mai questa? — Staccò le mani dal teschio rosso e pulsante e se le schiacciò al petto. La pel-
le era pallida e rugosa, con le vene e le ossa in evidenza.
Nicholas aveva il volto cinereo. — Che sta facendo Dee? Coatlicue non può insegnare la negromanzia a Josh.
— Coatlicue odia gli Antichi Signori — sussurrò Prometeo. — Nell’antichità ha radunato un esercito di Arconti e ha imperversato per i Regni d’Ombra insieme alle loro creature, distruggendo tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Non può essere uccisa, perciò è stata esiliata nel Regno d’Ombra più remoto e inospitale che sia mai stato creato, poco più di un disco di roccia. È lì da decine di millenni.
— Dee non è uno sciocco — disse Nicholas. — Non può portare Coatlicue in questo mondo. Non sarebbe in grado di controllarla.
— Non credo che intenda sguinzagliare Coatlicue sulla Terra — osservò Perenelle, guardando Prometeo. — Ci hai detto che Dee è stato denunciato come utlaga. Penso che abbia dichiarato guerra agli Oscuri Signori. La scatenerà contro di loro: se sono impegnati a combattere contro di lei, non avranno tempo per lui.
— Ma Coatlicue non ha uguali — ribatté Prometeo. Diede un colpetto al teschio di cristallo. — Ho visto le testimonianze delle battaglie che ha combattuto contro i Grandi Antichi. — Cercò di ridere, ma gli uscì solo un gracidio roco. — Se Dee la evoca e riesce a riportarla in questo mondo, sarà famelica. Lo divorerà.
— Ma certo! — esclamò Nicholas, con un filo di voce. — Ecco perché non la evocherà di persona. Lascerà che sia Josh a farlo.
Prometeo si voltò verso l’Alchimista, con la bocca tesa in una linea cupa. — No, Dee non potrebbe mai…
Nicholas annuì, e grosse lacrime del colore del ghiaccio si formarono negli occhi di Perenelle. — Sì, invece. Sacrificherà il ragazzo alla Madre di Tutti gli Dei.