CAPITOLO CINQUANTASETTE
— Sembra così giovane — disse Virginia Dare, fissando Josh negli occhi rossi e immobili.
— Ha quindici anni e mezzo — replicò Dee, in tono assente. — Potresti anche darmi una mano — aggiunse. Era in piedi al centro del salotto, e cercava di spostare i pesanti divani in modo da creare un ampio spazio libero in mezzo al pavimento.
— Io non sposto mobili — replicò Virginia, continuando a fissare Josh. — Questi occhi rossi mi fanno accapponare la pelle. Li ho visti soltanto un paio di volte prima d’ora.
— Il ragazzo è stato risvegliato da Marte Ultore…
Virginia Dare alzò la testa di scatto. — Il Vendicatore è ancora vivo?
Il sorriso di Dee era crudele. — Più o meno. Come sai, c’è sempre una connessione tra un Antico Signore e l’umano da lui o da lei risvegliato. A volte – anche se non sempre – lo stesso Antico Signore gli offre l’immortalità.
Virginia annuì. — È quello che è successo a me. Il mio padrone mi ha risvegliata da bambina e poi, quindici anni dopo, mi ha resa immortale.
— Un giorno mi racconterai chi era — sbuffò Dee, cercando di spostare una grossa poltrona di pelle nera. — Perché ho comprato quest’affare? — brontolò.
— Sta dormendo? — chiese Virginia, passando una mano davanti agli occhi di Josh, che rimasero aperti e fissi.
— È come se sognasse. È abbastanza cosciente da camminare, parlare e guidare, ma è in una specie di trance. Senza dubbio crede che tutto questo sia un sogno.
— Come se fosse ipnotizzato?
— Esatto. — Dee era finalmente riuscito ad accostare la poltrona al muro e ci crollò a sedere sopra. — Sto diventando troppo vecchio per queste cose — si lamentò, con il fiato corto.
— Vieni a vedere! — disse Virginia.
Il tono della voce lo spinse ad attraversare la stanza.
Josh era seduto su una sgabello della cucina. Le quattro spade e il Codice erano di fronte a lui, sul piano di vetro dove Dee le aveva lasciate. Quando il ragazzo aveva posato le mani sul tavolo, tutte le spade avevano iniziato a brillare all’istante, palpitando piano, come cuori pulsanti. Ci fu un improvviso profumo di arance, e all’improvviso la superficie di vetro si trasformò in una lastra d’oro massiccio.
Virginia picchiettò sull’oro con l’unghia. — Questo sì che è impressionante.
— Il ragazzo è davvero potente — commentò Dee. — Non avevo mai visto un oro così puro.
Sottilissimi fili dell’aura di Josh scorsero sul tavolo come fumo, arricciandosi intorno alle spade di pietra. Scintille scoppiettarono da una lama all’altra. Piccole schegge di ghiaccio brillarono lungo Excalibur, mentre un fumo rosso e nero si levò da Clarent; una polverina ghiaiosa e marrone si formò sulla lama di Joyeuse, mentre la superficie di Durendal tremò, attraversata da una gelida brezza. Poi la pesante copertina di rame del Codice si spalancò e le pagine cominciarono a girare rapidamente come per una raffica di vento.
Dee allungò con cautela un braccio e sollevò il libro dal tavolo. — È così forte che sembra quasi un peccato doverlo uccidere.