CAPITOLO TRENTUNO

Josh era seduto accanto a Niten, che con la mano sinistra guidava l’auto. La destra stringeva con delicatezza un lungo pugnale chiuso in una custodia laccata nera, che teneva sul grembo. Sui sedili posteriori, Nicholas era accasciato al fianco di Perenelle, con Sophie e Aoife sedute di fronte. L’Alchimista teneva gli occhi chiusi e la testa posata sulla spalla della moglie, le dita che sfioravano il dorso della sua mano.

— Da quanto tempo se n’è andato? — chiese Aoife, brusca.

Nicholas aprì gli occhi chiarissimi e raddrizzò la schiena. — Da un bel po’ — rispose, con la voce roca. Tossì e ricominciò più deciso. — Non è ancora morto, e di sicuro non è sordo.

Aoife scoprì i denti in un rapido sorriso e, in quell’istante, sembrò identica alla sorella.

— Perché sei qui? — chiese Perenelle.

— Voglio recuperare mia sorella — rispose la vampira, con voce gelida come quella della Fattucchiera.

— Pare che sia intrappolata nel passato — osservò Nicholas.

— Mio zio Prometeo mi porterà da Crono; lo convincerò a tirare Scathach…

— E Jeanne…

— E Jeanne — aggiunse Aoife con riluttanza. — Lo convincerò a tirarle fuori dal passato e a riportarle qui.

Sophie si scansò verso lo sportello e si voltò a guardare la guerriera. Il nome di Crono le aveva riempito la testa di pensieri. La Strega di Endor conosceva l’Antico Signore, sapeva cos’era e di che cosa era capace. Aveva già trattato con lui, pagando un prezzo terribile. — Ma Crono non vorrà essere ripagato in qualche modo? — domandò cauta.

— Sì. — Aoife si strinse nelle spalle e inforcò di nuovo gli occhiali scuri sul naso. — Ci penserà mio zio. È uno degli Antichi Signori più potenti — aggiunse con orgoglio.

— E ti aspetti che Crono faccia viaggiare tua sorella e Jeanne nel tempo soltanto perché Prometeo glielo chiede? — Flamel tossì una risata. Tentò un sorriso, ma non ci riuscì. — E se rifiutasse?

Aoife scoprì i denti feroci. — Allora gli parlerò di persona. Nessuno mi ha mai rifiutato nulla.

— Tranne Scathach — osservò Sophie.

La guerriera dai capelli rossi si voltò a guardarla, e per un lungo attimo l’unico suono che si udì all’interno della macchina fu il ronzio delle ruote sulla strada. — Tranne Scathach — ammise infine, con una terribile nota di smarrimento nella voce.

— Cos’è successo? — domandò Sophie.

Aoife strizzò gli occhi, e per un istante le iridi verdi si tinsero di rosso sangue. Poi indicò Josh. — Lui è il tuo gemello. Cosa faresti se lo perdessi?

— Perderlo? — Sophie scosse la testa, senza capire. — In che senso?

— Se si rivoltasse contro di te, se ti odiasse…

Josh cominciò a ridere, finché non si rese conto che la guerriera non stava scherzando. — Io non farei mai una…

— Lo diceva anche Scathach — lo interruppe Aoife. Puntò lo sguardo su Sophie. — Non hai risposto alla mia domanda: che faresti se perdessi tuo fratello, se lui all’improvviso ti odiasse? Lo abbandoneresti a se stesso?

— Mai — bisbigliò Sophie. Il solo pensiero le faceva gelare il sangue e salire la nausea nello stomaco.

Aoife annuì lentamente, poi appoggiò la schiena sul sedile e chiuse gli occhi, con le mani posate sulle cosce. — Io ho perso Scathach, ma non l’ho mai abbandonata a se stessa. Ho trascorso diecimila anni in questo Regno d’Ombra aspettando quell’unico momento per dirle – e dimostrarle – che non ho mai smesso di volerle bene.

La macchina imboccò la 101 verso nord e prese velocità; le ruote ronzarono ancora più forte.

Perenelle si sporse in avanti e sfiorò il ginocchio di Aoife. L’aria crepitò di energia statica. — Vuoi bene a tua sorella?

— Sì.

— Lei non ti vuole bene — disse la Fattucchiera.

— Non ha importanza.

Continuarono in silenzio, finché Perenelle non parlò molto piano, la voce poco più di un sussurro, gli occhi luccicanti. — Forse ti abbiamo giudicata male, e se è così, ti chiedo scusa.

Aoife fece una risata che somigliava a un grugnito. — No, non mi avete giudicata male. Sono cattiva proprio come sembro.

Josh si voltò dal sedile davanti. — Ehi, hai detto di avere trascorso diecimila anni sulla Terra?

Sophie annuì. Sapeva esattamente quello che il fratello stava per chiedere, e conosceva la risposta.

— Ma tu sei la gemella di Scatty, e lei ha detto di avere duemilacinquecentodiciassette anni. Come fai ad averne diecimila?

Aoife scosse la testa. — Scathach mente, è una gran bugiarda. Non bisogna credere a una sola parola di quello che dice.

I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 4. Il Negromante
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