CAPITOLO CINQUE

Il Regno d’Ombra si chiamava Xibalba. Perfino tra gli innumerevoli Regni d’Ombra più remoti era antico e, a differenza di moltissimi altri, che erano splendidi e complessi, era semplice e rozzo.

Xibalba era un’unica caverna, di una vastità e di un’altezza inimmaginabili, cosparsa di pozze gorgoglianti di lava dalla crosta annerita. Di tanto in tanto una delle pozze eruttava, scagliando in alto densi globuli di roccia liquida, che gettavano ombre rosse e nere sulle pareti. L’aria era satura di zolfo, e l’unica forma di luce proveniva dai funghi giallognoli e gelatinosi che rivestivano le pareti. Pesanti stalattiti pendevano dal soffitto quasi invisibile.

Ogni Regno d’Ombra conduceva ad almeno un altro regno, talvolta a due. Xibalba era unico: ne toccava altri nove, tanto che spesso veniva definito “l’Incrocio”. Disposte a intervalli regolari lungo le pareti della caverna c’erano nove grotte distinte. Sugli ingressi di ognuna erano scolpiti dei rozzi glifi; anche se i funghi luminosi ricoprivano gran parte delle pareti, nessuno di essi osava avvicinarsi a quei simboli. Erano le porte che conducevano ai Regni d’Ombra.

Di solito, l’unica cosa che si muoveva a Xibalba era la lava. Ma in quel momento un flusso costante di messaggeri svolazzava e zampettava da una grotta all’altra. Alcuni erano di pelle nuda e somigliavano a pipistrelli, altri erano coperti di pelo ed erano simili a ratti; ma non erano nessuna delle due cose, e nessuno di essi era propriamente vivo. Erano stati creati per uno scopo solo: trasmettere un messaggio dal cuore del Regno d’Ombra degli Oscuri Signori in ogni mondo a esso collegato. Una volta portato a termine l’incarico, si scioglievano in fango e brandelli di pelo e pelle.

I messaggeri portavano la notizia della condanna a morte del dottor John Dee. E nessuno di quelli che la ricevette – Antico Signore, Nuova Generazione o umano immortale che fosse – ne fu sorpreso. Il fallimento aveva un solo prezzo possibile, e il dottor John Dee aveva fallito in modo spettacolare.