CAPITOLO VENTISEI
Sophie e Josh passeggiavano fianco a fianco lungo il molo di Sausalito, costeggiando le case galleggianti che ondeggiavano piano sull’acqua. Ognuna era diversa dall’altra: alcune erano piccole e tozze, altre alte e lunghe. La maggior parte aveva dei piccoli battelli pneumatici ormeggiati di lato, e una aveva perfino un idrovolante al traino.
I gemelli avevano lasciato Nicholas e Perenelle da Niten, a discutere con Aoife. Lo Spadaccino rimaneva in silenzio, limitandosi a posare ogni tanto le mani sulle spalle della vampira quando lei si scaldava troppo.
— Adesso che facciamo? — chiese Josh.
Sophie lo guardò. — Facciamo? A che proposito?
— Voglio dire, andiamo a casa?
— E poi? Che cosa ci andiamo a fare?
Josh si ficcò le mani nelle tasche di dietro dei jeans e continuò a camminare. Non sapeva bene come esprimersi. — Sai… è stato solo quando prima sono uscito per cercare i Flamel che mi sono reso conto di quanto abbiamo perso.
— In che senso? — Sophie era confusa.
— Questi ultimi giorni che abbiamo trascorso con i Flamel ci sono costati tutto. Tutto ciò che credevamo di conoscere – la storia, la mitologia, perfino l’archeologia – tutto si è rivelato una menzogna. Perfino il nostro futuro è stato cancellato.
Sophie annuì. Aveva già fatto quelle riflessioni, ma non la sorprendeva che il fratello ci avesse messo un po’ di più per arrivare alle stesse conclusioni.
— Allora, dove andiamo? — Josh si fermò per voltarsi a guardare la casa galleggiante di Niten. Anche se era a un centinaio di metri di distanza, abbassò la voce a poco più di un sussurro. — Che facciamo? Non mi fido di Flamel.
— Neanch’io.
— Però siamo bloccati con lui.
Sophie annuì. — E io credo che dobbiamo arrivare sino in fondo.
— Che vorresti dire? — chiese Josh, in tono sgomento. — Li hai sentiti… parlano di attaccare Alcatraz. È una pazzia!
— Ma se non lo fanno, le creature dell’isola attaccheranno San Francisco. — Con la mano, Sophie sfiorò il fratello, e l’aria si riempì all’improvviso del profumo dolce della vaniglia. Un lampo d’argento passò nei suoi vivaci occhi azzurri. — Hai mai pensato che siamo esattamente dove dovremmo essere? E che stiamo facendo quello che dovremmo fare?
Il ragazzo fece un passo indietro, spaventato dall’intensità della sua voce. — Ma che dici?
— Josh, diecimila anni fa, Abramo ha scritto di noi…
— No. Ha scritto di gemelli… e ce ne sono stati tanti — replicò Josh, scuotendo la testa.
— Nessuno come noi.
— E invece sì. I Flamel collezionano gemelli d’oro e d’argento da generazioni. E nessuno di loro è sopravvissuto al Risveglio.
— Noi sì — gli rammentò Sophie.
— A stento.
— Josh, sono stata addestrata nelle magie dell’Aria, del Fuoco e dell’Acqua e tu sei stato risvegliato e addestrato nella Magia dell’Acqua. Non possiamo ignorare queste capacità. Ora abbiamo l’opportunità di usarle per proteggere la città.
— Ti sei mai chiesta se stiamo combattendo dalla parte giusta? — domandò Josh. — Se non sia Flamel il nemico e Dee il giusto?
Si accorsero entrambi di un movimento improvviso e si voltarono all’unisono, per trovarsi di fronte Niten. Anche se il primo pomeriggio era ancora calmo e tranquillo, non lo avevano sentito arrivare.
Lo Spadaccino si inchinò appena. — Vi stanno chiamando — disse, lanciando un’occhiata verso la casa galleggiante. Fece per andarsene, ma poi si fermò a guardarli, e la luce inondò il suo viso, mutando i suoi occhi castani in specchi. — Non ho potuto fare a meno di ascoltare la tua ultima domanda. Io sono immortale e, anche se non ho vissuto a lungo quanto Nicholas e Perenelle, sono e sono sempre stato un guerriero. E se questa vita mi ha insegnato una cosa, è che in ogni guerra entrambe le parti si ritengono nel giusto.
— E che mi dici di noi, Niten? — domandò Josh. — Noi siamo dalla parte giusta?
— Avete preso posizione, e questo è importante. Ma non siete obbligati a mantenerla. Spesso l’atto di coraggio più grande è ammettere di avere commesso un errore. — Il giapponese fece una pausa, poi aggiunse: — Seguite il vostro cuore. Proteggetevi a vicenda e fidatevi l’uno dell’altra, perché, a conti fatti, tutta questa gente vuole qualcosa da voi, o vuole che facciate qualcosa per loro, o che siate qualcosa che non siete. La vostra sola responsabilità è quella che avete l’uno verso l’altra. — Niten si voltò e si allontanò.
I Flamel aspettavano sulla banchina. Sophie avvertì gli occhi di Perenelle scrutare i loro visi, quasi per leggergli nel pensiero. Quando la Fattucchiera fece un passo avanti, la ragazza capì con una chiarezza improvvisa che era Perenelle – e non Nicholas – a comandare. Probabilmente era sempre stata lei il capo.
— È ora di prendere una decisione — disse l’Alchimista, con un sorriso tirato.
— Be’, stavamo parlando di… — cominciò Josh.
— Il tempo di parlare è finito — lo interruppe Perenelle. — È ora di agire. Siete con noi?
— Abbiamo scelta? — replicò il ragazzo.
La Fattucchiera aprì la bocca per rispondere, ma Nicholas la tirò per la manica e scosse leggermente la testa. Guardando i gemelli, disse: — C’è sempre una scelta. — Tese tre dita ossute. — Potete combattere con noi, schierarvi con Dee, oppure non fare nulla. — L’espressione sul suo viso divenne crudele. — Se vi schierate con Dee, allora il destino di questa città e di questo mondo è segnato. Se non fate nulla, è segnato lo stesso. Ma se combattete con noi, allora l’umanità ha una possibilità… piccola, ma reale.
— Ma…
Sophie prese Josh per un braccio, stringendo abbastanza forte da zittirlo. — Siamo con voi — disse. Guardò il fratello e lui annuì, una volta sola. — Tutti e due. — Guardò prima Nicholas e poi Perenelle. — Ora che facciamo?
La Fattucchiera chinò appena la testa, ma non prima che Sophie notasse il cenno di un sorriso. — Josh deve imparare almeno un’altra delle magie elementali — disse Perenelle. — Se avessimo il tempo, potremmo trovare qualcuno che lo addestri nelle magie della Terra, dell’Aria e del Fuoco, ma non ce l’abbiamo. Penso che potrà impararne una sola.
— Ma quale? — chiese Josh.
Perenelle si voltò a guardare l’Alchimista, con le sopracciglia sottili inarcate in una domanda muta. Non si scambiarono neanche una parola, ma la Fattucchiera annuì e tornò a guardare i ragazzi con un sorriso sulle labbra. — Addestreremo Josh nella Magia del Fuoco — annunciò.
Josh guardò la sorella e sorrise. — Fuoco. Mi piace. — Poi chiese a Perenelle: — Ma chi mi addestrerà?
Sophie conosceva la risposta prima ancora che la Fattucchiera dicesse: — Andremo a trovare Prometeo, il Maestro del Fuoco.