CAPITOLO DICIANNOVE

— All’inizio, quando l’abbiamo vista, abbiamo pensato che fosse Scatty — disse Josh.

— Aoife delle Ombre! — esclamò Perenelle. — La sorella gemella di Scathach.

I due erano scesi in strada usando la scala antincendio e adesso si trovavano nel vicolo sul retro del negozio, ad aspettare Nicholas.

— Più grande o più piccola? — chiese Josh. Lui era nato ventotto secondi dopo sua sorella e, pur essendo più alto di lei di tutta la testa, si sentiva lo stesso il fratello minore.

— Be’, dipende dalla sorella a cui lo chiedi — replicò Perenelle con un sorriso. — Scathach dice di essere lei la maggiore, ma Aoife sostiene di essere nata prima.

Nicholas comparve in cima alla scala e cominciò a scendere. Si muoveva piano e un po’ impacciato per via della scatola di legno che si era legato sulla schiena.

— Scatty non ci aveva mai parlato di una sorella — osservò Josh. Gli sembrava un concetto difficile da credere. Non riusciva neanche a immaginare di poter ripudiare Sophie.

— Sì, be’, hanno avuto una terribile lite molto tempo fa. Erano innamorate dello stesso uomo. Cuchulain, il Mastino dell’Ulster… che, nonostante il nome, era totalmente umano.

— Cos’è successo? — domandò Josh.

— È morto — rispose Perenelle. — Scatty non vuole parlarne, ma Cuchulain è morto da eroe. Le sorelle si accusano l’un l’altra, anche se, per quanto posso giudicare, nessuna delle due ne ha colpa. Cuchulain era giovane e testardo. Nessuno riusciva a controllarlo. Era anche uno dei migliori guerrieri mai esistiti, e l’ultimo a essere addestrato da entrambe le sorelle. Aoife e Scathach non si parlano da molto, molto tempo. Al principio, Scatty è rimasta in Europa e in America mentre Aoife si è spostata a sud, verso l’Africa, dove è stata adorata come una dea. Poi Aoife si è trasferita in Oriente, dove ora trascorre la maggior parte del suo tempo. Dubito che si siano più incontrate, negli ultimi quattro o cinque secoli.

— Aoife era davvero responsabile della morte di Cu… Coc… insomma, del Mastino?

— Tanto quanto Scathach. Se avessero combattuto al suo fianco, lui non sarebbe morto — affermò Nicholas, arrivando in fondo alla scala, mentre Perenelle e Josh lo aiutavano a scendere gli ultimi gradini. Una volta a terra si appoggiò contro il muro, affaticato e con il fiato grosso.

All’improvviso Josh si rese conto che l’Alchimista ormai era un uomo anziano. Lo studiò con attenzione, e capì quanto gli eventi dell’ultima settimana lo avessero invecchiato: i capelli tagliati corti erano quasi del tutto bianchi, e rughe profonde erano apparse sulla fronte e sulle guance. Il dorso delle mani era solcato di vene in rilievo, e la pelle era cosparsa di macchie. Josh si voltò a guardare la Fattucchiera. Anche lei era invecchiata, anche se in modo meno drammatico del marito.

Perenelle si accorse di quello sguardo, e il suo sorriso divenne malinconico. Tese una mano e premette l’indice sul petto del ragazzo. — A meno che non recuperiamo il Codice e rinnoviamo l’incantesimo dell’immortalità, moriremo di vecchiaia nel giro di giorni. — Di colpo, i suoi occhi verdi divennero lucidi di lacrime. — Prima Nicholas, poi io.

Josh si sentì strozzare il fiato in gola. Anche se non si fidava di Nicholas e non aveva ancora capito come comportarsi con Perenelle, il pensiero della loro morte lo riempiva di terrore. Lui e Sophie avevano bisogno dei Flamel.

— Dobbiamo recuperare il Libro di Abramo il Mago — ripeté Perenelle.

— Dee ha il Codice — affermò Josh. — Ma ormai lo avrà consegnato ai suoi padroni.

Nicholas scosse la testa. — Dubito che abbia avuto il tempo di farlo. È successo tutto così in fretta. — Consegnò a Josh la scatola di legno. — Potresti portarmela tu, per favore?

Josh la prese e sbuffò; non si aspettava che fosse così pesante.

— Ragioniamo… il Mago ci è stato alle costole dal momento in cui ha preso il Codice, la scorsa settimana — disse l’Alchimista. — Non credo che abbia avuto il tempo di consegnarlo ai suoi padroni, e ritengo improbabile che lo abbia portato con sé in Inghilterra. Deve trovarsi ancora qui, a San Francisco.

— Dove? — chiese Josh. — Forse potremmo recuperarlo…

Perenelle e Nicholas stavano scuotendo entrambi la testa.

— Anche se potessimo, scommetto che è protetto da guardie molto più che umane — disse la Fattucchiera. — E poi abbiamo cose più importanti da fare — aggiunse, dando un colpetto sulla scatola che Josh reggeva tra le braccia.

— Dobbiamo trovare tua sorella — affermò Nicholas.

Perenelle annuì. — E distruggere le creature di Alcatraz.

— Ma come pensate di farlo? — domandò Josh, allarmato. — Non consumerete tutti i vostri poteri? Invecchierete. Non vi… ucciderà?

— Sì — risposero i Flamel.

— Ed è un prezzo che siamo disposti a pagare — concluse Perenelle.

I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 4. Il Negromante
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