Il tenente colonnello Angelo Giusti era ormai sicuro di non voler mai più salire su un treno fino alla fine dei suoi giorni. Non sapeva che tutti i vagoni letto delle Ferrovie statali russe venissero utilizzati per trasportare le forze militari del paese... non avevano infatti mai mandato alcun vagone più a ovest di Berlino, non per offendere gli americani, ma semplicemente perché nessuno ci aveva mai pensato. Si accorse che il treno si dirigeva verso nord, allontanandosi dal binario principale, sobbalzando su vari scambi e blocchi di sicurezza, quindi fermandosi e cominciando a indietreggiare lentamente. Sembrava che nel piazzale ci fossero soltanto loro. Nelle ultime due ore avevano incrociato numerosi convogli diretti a ovest, tutti con le locomotive che trascinavano pianali vuoti, e il controllore che compariva e scompariva a intervalli regolari gli aveva detto che l'ora d'arrivo sarebbe stata più o meno quella prevista, ma lui non gli aveva creduto pensando che probabilmente una ferrovia con sedili tanto scomodi non avrebbe rispettato nemmeno gli orari. Ma eccoli giunti a destinazione, ed era chiaro a che cosa servissero le rampe di scarico.
«Gente, credo che siamo arrivati», disse il comandante del Quarter Horse al suo Stato Maggiore.
«Grazie al cielo», disse uno di loro. Qualche secondo più tardi, il treno si fermò con un sobbalzo, e gli uomini poterono scendere sulla piattaforma di cemento, che, notarono, si allungava per oltre un chilometro verso est. Cinque minuti dopo, i soldati della truppa del quartier generale camminavano verso i veicoli, stiracchiandosi e brontolando.
«Ehi, Angie», gridò una voce familiare. Giusti si voltò e vide il colonnello Welch.
Si diresse verso di lui rivolgendogli il saluto militare.
«Che cosa sta succedendo?» chiese Giusti.
«A est è un gran casino, ma ci sono buone notizie.»
«Quali?»
«Abbiamo abbondanti riserve di carburante. Ho mandato in esplorazione alcuni distaccamenti di sicurezza, e i russi dicono di avere depositi di benzina delle dimensioni di gigantesche autocisterne. Quindi non rimarremo a secco.»
«Buono a sapersi. Che cosa mi dice dei miei elicotteri?»
Welch si limitò a indicare: vi era un OH-58D Kiowa Warrior fermo a meno di trecento metri di distanza.
«Grazie a Dio. Qual è la cattiva notizia?»
«L'esercito di liberazione del popolo ha quattro unità complete del gruppo A in Siberia che si stanno dirigendo verso nord. Non ci sono ancora stati scontri gravi perché i russi si rifiutano di combattere finché non hanno i mezzi adatti ad attaccarli. Hanno una divisione di fucilieri motorizzati sul teatro delle operazioni e altre quattro dirette laggiù. L'ultima ha sgomberato questo stesso piazzale un'ora e mezza fa.»
«In tutto fanno... che cosa? Sedici divisioni nemiche pesanti?»
Welch annuì. «Più o meno.»
«Quale sarà la mia missione?»
«Raduna la tua squadra e dirigiti verso sudest. Vogliamo che la Prima corazzati isoli le truppe in avanzamento e interrompa la linea di rifornimenti. Le forze di blocco russe cercheranno quindi di fermarli circa trecentoventi chilometri a nordest da qui.»
«Ci riusciranno?» Quattro divisioni russe contro sedici cinesi non sembravano avere molte probabilità di vittoria.
«Non ne sono sicuro», ammise Welch.
«Il tuo compito consiste nel garantire la sicurezza della testa di divisione. Avanza fino al primo grande deposito di carburante. Cominceremo da lì.»
«Appoggio?»
«Per il momento, l'aeronautica ha perlopiù schierato i caccia. Ancora nessun attacco deciso perché non hanno bombe sufficienti a condurre una campagna.»
«E per quanto riguarda i rifornimenti?»
«Abbiamo due carichi per ogni cingolato. Dovremo farceli bastare per un po'. Perlomeno, abbiamo quattro unità di fuoco per l'artiglieria.»
In altre parole, granate sufficienti per quattro giorni... secondo i calcoli dell'esercito. Gli stronzetti dei rifornimenti che facevano quei calcoli non erano spilorci quando si trattava di granate da lanciare al nemico. Durante la guerra del Golfo, nessuno dei carri armati aveva esaurito il suo primo carico, lo sapevano entrambi. Ma quella era una guerra diversa. Le guerre non erano mai uguali e diventavano sempre più cruente. Giusti si voltò quando udì il primo motore che si avviava. Era un cingolato M3A2 Bradley Scout, e il sergente seduto al posto del comandante sembrava contento di partire. Un ufficiale russo si mise a dirigere il traffico, facendo cenno al conducente di avanzare e quindi guidandolo verso l'area di raduno. Il treno successivo indietreggiò fino alla rampa più vicina. Si trattava della truppa dei vendicatori con la prima parte di equipaggiamento pesante del Quarter Horse, nove dei principali carri armati da combattimento M1A2.
«Quanto tempo ci vorrà prima che portino qui tutto?» chiese Giusti. «Novanta minuti, mi hanno detto», rispose Welch.
«Vedremo.»