Il generale Kirillin era un buon bevitore, come quasi tutti i russi, il che significava che beveva parecchio per gli standard americani. La differenza tra russi e inglesi, aveva imparato Chavez, stava nel fatto che gli inglesi bevevano quanto i russi, ma loro bevevano birra, mentre i russi bevevano vodka. Ding non era un mormone né un battista, ma qui era oltre le sue capacità. Dopo due serate di bevute con i locali, aveva schivato la morte per un pelo con la sua squadra ed era riuscito a contenere i danni perché non voleva perdere la faccia con i russi della Spetsnaz che stava addestrando per essere all'altezza degli standard dei Rainbow. Per qualche miracolo aveva trattenuto il vomito, anche se aveva lasciato a Eddie Price le prime due lezioni quel giorno, mentre lui se ne andava a bere una botte d'acqua per buttare giù tre aspirine. Stasera ci avrebbe dato un taglio, si sarebbe limitato a due... forse tre.
«Come va, ragazzi?» chiese il generale.
«Benissimo, signore», rispose Chavez.
«Gli piacciono i nuovi giocattoli e stanno imparando in fretta. Sono in gamba. Sanno che bisogna riflettere prima di agire.»
«Ti sorprende?»
«Sì, generale. Per me una volta valeva lo stesso, quand'ero sergente di squadra nei Ninjas. Le matricole di leva tendono a pensare con il cazzo invece che con la testa. Dopo ho imparato, ma facendomi il culo sul campo. Capita che sia molto più facile cacciarti nei guai di quanto lo sia ragionare per togliertici. I suoi ragazzi della Spetsnaz all'inizio erano così, ma se gli si mostra come fare nel modo migliore, imparano molto rapidamente. Avevamo organizzato una trappola, ma il vostro capitano si è fermato in tempo e ci ha pensato bene prima di aprire il fuoco, e quindi ha passato l'esame. Tra l'altro, è un ottimo leader. Potreste promuoverlo a maggiore.»
Chavez si augurava soltanto di non avere in questo modo rovinato completamente la carriera di quel ragazzo, visto che un apprezzamento da parte di un ufficiale della CIA non era calcolato per far fare carriera a un ufficiale russo.
«E' mio nipote. Suo padre ha sposato mia sorella. Ha una cattedra all'Università Statale di Mosca.»
«Parla un ottimo inglese. Lo avevo scambiato per uno di Chicago.» Per cui il capitano Lescov era stato scoperto dal KGB o dall'agenzia che ne aveva preso il posto. Un talento per le lingue come il suo non poteva essere lasciato sfuggire in quel modo.
«Prima di spedirlo alla Spetsnaz era nei parà», continuò Kirillin, «un ottimo elemento di fanteria leggera.»
«Anche Ding lo era, tanto tanto tempo fa», disse Clark al russo. «7o Fanteria leggera. Hanno smantellato la divisione dopo che me ne sono andato. Mi sembra un secolo da allora.»
«Come sei entrato nella CIA dall'esercito?»
«Colpa sua», rispose Chavez. «Mi ha scoperto e ha pensato stupidamente che io avessi delle potenzialità».
«Abbiamo dovuto ripulirlo e mandarlo a scuola, ma ne è uscito piuttosto bene, ha pure sposato mia figlia.»
«Si deve ancora abituare all'idea di avere un ispanoamericano per casa, ma io intanto gli ho dato un nipote. Le nostre mogli sono in Galles.»
«E poi, come sei passato dalla CIA ai Rainbow?»
«Ancora colpa mia», ammise Clark. «Avevo fatto una nota che è arrivata fino ai piani alti, al presidente è piaciuta, lui mi conosce e quando è stata messa su la squadra mi hanno chiamato a guidarla. Io volevo che Domingo ne facesse parte: ha buone gambe e spara bene.»
«Le vostre operazioni in Europa sono state davvero impressionati, specie quella volta in Spagna.»
«Non è stata la migliore. Quella volta ci è andato di mezzo un bambino.»
«Già», confermò Ding mentre sorseggiava dal suo bicchiere. «Io ero appena a cinquanta metri di distanza quando quel bastardo ha ucciso Anna. L'ha beccato poi Homer. Bel colpo quello.»
«L'ho visto sparare due giorni dopo. Un vero asso.»
«Homer è davvero in gamba. Lo scorso autunno è ritornato a casa in vacanza e ha preso una capra di Dall nell'Idaho a ottocento e più metri di altezza. Un trofeo davvero invidiabile. E' entrato nella classifica dei migliori dieci di "Boone and Crook".»
«Dovrebbe andare a caccia di tigri in Siberia. Potrei organizzare una battuta», si offrì Kirillin.
«Non lo dica due volte», ridacchiò Chavez. «Homer potrebbe prenderla in parola».
«Dovrebbe incontrare Pavel Petrovic Gogol», continuò Kirillin.
«Ho già sentito quel nome...» si chiese Clark.
«La miniera d'oro», gli offrì la risposta Chavez. «stato tiratore scelto durante la grande guerra patriottica. Ha due stelle per aver ucciso un bel po' di tedeschi e ha ucciso centinaia di lupi. Non ce ne sono più come lui.»
«Tiratore scelto in battaglia. Una caccia davvero emozionante.»
«Verissimo, Domingo. Ne avevamo uno in gamba al 3o SOG, ma maledizione ha rischiato di lasciarci la pelle almeno una dozzina di volte. Sai...»
John Clark aveva un cercapersone satellitare alla cintura che cominciò a vibrare. Lo prese e controllò il numero.
«Scusate», disse e cercò un posto sicuro. Il circolo ufficiali di Mosca aveva un cortile e Clark vi si diresse.