8. SUBALTERNI E BIANCHERIA INTIMA

Non era la prima volta che lo faceva. A modo suo era una cosa eccitante ed emozionante, anche se virtualmente pericolosa a causa del luogo e del momento. Si trattava essenzialmente di un esercizio di memoria fotografica e di occhio allenato. La parte più difficile era convertire le unità inglesi in unità metriche. La donna perfetta doveva essere 36-24-36 e non 91, 44-60, 96-91, 44. L'ultima volta in cui si era trovato in un luogo del genere era stato al Beverly Center Mall a Los Angeles, facendo acquisti per Maria Castello, una voluttuosa latina deliziata dal suo errore, in quanto aveva comprato un 44 invece del reale 46. E' meglio sbagliare in meno coi numeri che con le lettere. Se avesse preso una 36B di petto per una 34C, non si sarebbe arrabbiata, ma con una taglia 44 invece di una taglia 46 si sarebbe molto scocciata. Lo stress, disse Nomuri a se stesso scuotendo il capo, andava sotto molte forme e dimensioni. Non voleva sbagliare questa volta perché desiderava che Ming fosse una sua fonte, ma la voleva anche come amante e quella era una ragione in più per non commettere errori. Il colore era la parte facile. Rosso. Naturalmente rosso. Questo era un paese in cui il rosso era il colore «buono», il che era comodo poiché il rosso era sempre stata la scelta vivace nella biancheria intima da donna, il colore dell'avventura e delle risatine e... della dissolutezza. E questa gli era utile per i suoi scopi sia fisiologici sia professionali. Doveva individuare anche altre cose. Ming non era alta, poco più di un metro e mezzo, riteneva Nomuri. Era bassa ma non proprio minuta. In Cina non c'erano veri e propri obesi. Qui la gente non mangiava esageratamente, forse a causa del ricordo persistente di tempi in cui il cibo non c'era in abbondanza e mangiare esageratamente non era in pratica possibile. Ming sarebbe stata considerata sovrappeso in California, pensò Chester, ma si trattava solo della sua conformazione corporea. Era tracagnotta perché era bassa e né la dieta né l'attività né il trucco potevano cambiarla. Il punto vita non sarebbe stato molto al di sotto di una taglia 46. Per quel che riguarda il seno 34B era il meglio che poteva sperare... ma, forse 34C... no, decise, B+ al massimo. Così, un reggiseno 34B e una paio di culottes medie, di seta rossa, qualcosa di femminile, che avesse del selvaggio e del dissoluto, una cosa che poteva indossare e guardarsi da sola nello specchio sospirando... e forse pensare a come sembrava diversa con addosso quegli indumenti e forse sorridere, quel sorriso speciale e intimo che le donne riservano per quei momenti. Il momento in cui sapevi di averle e il resto era solo il dessert. La parte migliore di Victoria's Secret era il catalogo, progettato per uomini che veramente, e sensatamente, volevano acquistare le modelle stesse, nonostante le espressioni che a volte le facevano sembrare lesbiche sotto l'effetto di barbiturici, ma con corpi del genere, un uomo non poteva avere tutto, no? Fantasie, oggetti della mente. Nomuri si chiese se le modelle esistessero sul serio o fossero prodotte al computer. Oggigiorno si può fare di tutto con i computer, trasformare la donna cannone in Twiggy o invecchiare Cindy Crawford. Al lavoro, si disse. Quello poteva essere un luogo per fantasie, ma non quella, non ancora. Okay, doveva essere sexy. Doveva essere qualcosa che divertisse ed eccitasse Ming allo stesso tempo, e anche lui: anche quello era parte della faccenda. Nomuri prese il catalogo dalla pila perché gli era più facile scegliere cosa voleva vedendolo indossato e non solo appeso. Sfogliò le pagine e si bloccò a pagina 26. C'era una modella nera e da qualsiasi mescolanza genetica provenisse, gli ingredienti dovevano essere stati di prima qualità: il suo viso avrebbe attirato un membro delle SS di Hitler così come Idi Amin. Era proprio quel genere di viso. Ancora meglio, indossava un reggiseno chiamato Racerback con mutandine ridottissime in pendant. Il colore era perfetto, il rosso violaceo che una volta i romani chiamavano scarlatto patrizio, il colore della fascia sulla toga dei membri del senato, riservato per prezzo e costume ai più ricchi tra la nobiltà romana, non proprio rosso, non proprio viola. Il tessuto del reggiseno era satin e lycra, si chiudeva davanti, più facile da indossare e più interessante da togliere per un uomo, pensò la sua mente, mentre si dirigeva verso lo scaffale corrispondente; 34B, pensò. Se fosse stato troppo piccolo sarebbe stato ancora più lusinghiero... per gli slip, taglia media o piccola? Che importa, decise, un paio per taglia. Solo per essere certo, prese anche un reggiseno a triangolo senza ferretto e slip a perizoma di un colore arancio-rosso che la Chiesa cattolica avrebbe definito un peccato mortale anche solo da guardare. D'impulso acquistò altre paia di slip supponendo che si sporcassero più rapidamente dei reggiseni, cosa di cui non era certo nonostante fosse un funzionario operativo dei servizi segreti della CIA. Alla Fattoria non ti insegnano cose del genere. Avrebbe scritto un appunto al riguardo. Forse avrebbe fatto sorridere Mary Pat nel suo ufficio al settimo piano di Langley. Un'altra cosa, pensò. Il profumo. Le donne lo adorano. Sicuramente a loro piace, soprattutto in un posto come questo. L'intera città di Pechino puzzava come un'acciaieria, nell'aria erano dispersi molte polveri di carbone e altri inquinanti, forse Pittsburgh era così all'inizio del secolo e la triste verità era che i cinesi non si lavavano diligentemente come i californiani, e nemmeno lontanamente con la regolarità di un giapponese. Così, qualcosa che profumava di buono... Angeli di sogno, recitava la marca. C'era il profumo spray, la lozione e altre applicazioni che non capiva, ma era certo che Ming avrebbe capito, dopo tutto era una ragazza e questa era decisamente una cosa da ragazze. Quindi ne acquistò una serie e pagò con la carta di credito NEC, i suoi capi giapponesi avrebbero compreso. Esistevano dei tour del sesso organizzati e preparati in maniera impeccabile per dipendenti giapponesi che venivano portati in zone dell'Asia dove ora fioriva tale business. Forse quella era la maniera in cui l'AIDS era entrato in Giappone e la ragione per la quale lì Nomuri usava un profilattico per ogni cosa tranne che per urinare. Il totale ammontava a circa trecento euro. La commessa incartò tutto e commentò che la signora alla quale era destinata tutta quella roba era molto fortunata. Lo sarà, Nomuri promise a se stesso. La biancheria intima che le aveva appena comprato aveva i tessuti morbidi come vetro flessibile e i colori avrebbero eccitato anche un uomo cieco. L'unica questione era l'effetto che avrebbero avuto su una triste segretaria cinese di un ministro di governo. Non era come se stesse cercando di sedurre Suzie Wong25. Lian Ming era piuttosto ordinaria e non particolarmente carina, ma non si sa mai. Amy Irvin, la sua prima conquista alla matura età di diciassette anni e tre mesi, era sufficientemente carina da ispirarlo, il che voleva dire, per un ragazzo di quell'età, che aveva le necessarie parti del corpo al posto giusto, niente barba come un generale della guerra civile, e che si era fatta una doccia nell'ultimo mese. Almeno Ming non sarebbe stata come molte donne americane che si recano dal chirurgo plastico per farsi ridurre la pancia, aumentare le tette fino alle dimensioni di ciotole da cereali e gonfiare le labbra di sostanze chimiche fino a farle sembrare uno strano frutto in due parti. Che cosa non facevano le donne per attrarre gli uomini... e che cosa non facevano gli uomini nella speranza di sedurle. Che potenziale fonte di energia, pensò Nomuri, mentre girava la chiave della sua Nissan aziendale.

 

«Era oggi, Ben?» chiese Ryan al suo consigliere per la sicurezza nazionale.

«La CIA sta cercando di avviare una nuova operazione a Pechino. Per il momento si chiama SORGE.

«Come Richard Sorge?»

«Esatto.»

«Qualcuno deve essere ambizioso. Okay, dimmi tutto.»

«C'è un funzionario, Chester Nomuri, un illegale, è a Pechino con la copertura di rappresentante di computer per la NEC. Sta cercando di compiere le sue mosse su una segretaria di un ministro di grado superiore della Repubblica Popolare Cinese, un tipo di nome Fang Gan...»

«Chi è?» chiese Ryan sopra la tazza di caffè.

«Una specie di ministro senza portafoglio, lavora col presidente e con il primo ministro.»

«Come il tipo di Zhang Han San?»

«Non così importante, ma sì. Sembra un tipo ad alto livello. Ha contatti con i Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri, buone credenziali ideologiche, una cassa di risonanza per altri nel loro Politburo. Comunque, Nomuri sta cercando di farsi avanti con la ragazza.»

«Bond», osservò Ryan con voce studiatamente neutrale, «James Bond. Conosco il nome di Nomuri. Ha fatto un buon lavoro per noi in Giappone quando avevo io il tuo posto. Queste sono solo informazioni, non devo dare la mia approvazione?»

«Esatto, signor presidente. Lo gestisce la signora Foley e voleva darle una visuale della situazione.»

«Molto bene, di' a Mary Pat che sono interessato a tutto ciò che ne salterà fuori.» Ryan lottò per scacciare la smorfia che derivava dall'apprendere della vita privata di un'altra persona, se non altro della sua vita sessuale.

«Sì, signore.»

Inizio

 

 

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