Al Gregorij lavorava fino a tardi. Esperto di software, era abituato a lavorare nelle ore più strane, e questa volta non faceva eccezione. Al momento si trovava a bordo dell'USS Gettysburg, un incrociatore classe Aegis. La nave non era in acqua, bensì tirata a secco su supporti di legno mentre si provvedeva alla sostituzione dell'elica. Il Gettysburg se l'era vista brutta con una boa che aveva reciso la catena di ormeggio, ed era andata alla deriva. Il cantiere non se la prendeva calda con la sostituzione perché i motori della nave avrebbero dovuto comunque essere sottoposti alla normale manutenzione, il che era un bene per l'equipaggio. Il cantiere navale di Portsmouth, parte del complesso della base navale di Norfolk, non era esattamente un giardino, ma era lì che abitava la maggior parte delle famiglie dell'equipaggio, e questo la rendeva attraente quanto bastava. Gregorij si trovava nel CIC, o Combat Information Centre, il settore da cui il comandante «combatteva» con la nave. Tutte le armi venivano gestite in quell'ampio spazio. Il display del radar SPY occupava tre schermi affiancati l'uno all'altro e grandi più o meno come un grosso televisore. Il problema stava nei computer che gestivano il sistema.

«Lei sa», commentò Gregorij rivolto a uno dei responsabili della manutenzione dei sistemi, «che un vecchio iMac è mille volte più potente di questo?»

«Dottore, questo sistema è il fiore all'occhiello della tecnologia del 1975», protestò l'altro. «E comunque, non è così difficile rintracciare un missile, giusto?»

«Inoltre, dottor Gregorij», intervenne il secondo responsabile, «il mio radar è di gran lunga il sistema migliore che sia mai stato messo in mare.»

«Questo è vero», dovette concedere Gregorij. Le componenti allo stato solido del sistema potevano combinarsi fino a far esplodere sei megawatt di potenza RF fino a un'angolazione di un grado, quanto bastava perché un pilota di elicottero, ad esempio, producesse quello che medici crudeli avevano definito gli FLK (Funny Looking Kids, bambini dall'aria buffa). E più che sufficiente a individuare un missile balistico in avvicinamento a più di millecinquecento chilometri di distanza. Lì, la limitazione era data dal software, che ormai costituiva il nuovo standard in tutti i sistemi di puntamento del mondo.

«Allora, cosa fate quando volete individuare un RV?»

«Noi lo definiamo "inserire il chip"», rispose il responsabile.

«Come? Sta parlando di hardware?» si stupì Al. Aveva difficoltà a crederlo.

«No, signore, software. Carichiamo un programma di controllo diverso.»

«Perché deve servirvi un secondo programma? Non siete in grado di individuare nel modo consueto aerei e missili?» volle sapere il vicepresidente della TRW.

«Signore, io di questo affare mi limito a effettuare la manutenzione e a farlo funzionare. Mica li progetto io. A questo pensano l'RCA e l'IBM.»

«Merda», brontolò Gregorij.

«Potrebbe parlare con il tenente Olson», suggerì l'altro responsabile.

«E' uno di Dartmouth, in gamba in informatica.»

«Sì», concordò il primo.

«Preparare software è il suo hobby.»

«Dennis la Minaccia.87 Di tanto in tanto i capi in testa ce l'hanno su con lui.»

«Perché?» chiese Gregorij.

«Perché parla come voi, signore», rispose il responsabile Leek.

«Ma non viene pagato come voi.»

«E' un bravo ragazzo, comunque», intervenne il responsabile Matson.

«Si prende buona cura delle sue truppe, e di questa roba ne sa parecchio, vero Tim?»

«Sì, George, un bravo ragazzo... andrà lontano, a condizione che non ci molli.»

«Non lo farà. Le grandi società di informatica hanno già tentato di reclutarlo. Merda, solo l'altra settimana la Compaq gli ha offerto trecentomila bigliettoni.»

«Mica male», commentò Leek.

«E Dennis cosa ha detto?»

«Ha detto di no. Io gli ho consigliato di tenere duro, per spuntare mezzo milione», rise Matson mentre si versava un po' di caffè.

«Cosa ne pensa, dottor Gregorij? Il ragazzo potrebbe valere una cifra simile?»

«Se è in grado di preparare un codice davvero buono, forse», rispose Al, prendendo mentalmente nota di controllare lui stesso quel tenente Olson. La TRW era sempre a caccia di nuovi talenti. Dartmouth era celebre per il suo Dipartimento di Scienze informatiche, e se a questo si aggiungeva una buona esperienza sul campo, ecco che si aveva un autentico candidato per il progetto missili terra-aria in corso.

«Okay, che cosa succede se inserite il chip?»

«Si cambia la portata della radio. Sa già come funziona. L'energia RF va avanti all'infinito per conto suo, ma noi accettiamo solo segnali che rimbalzano nell'ambito di uno specifico time gate. Questo», Leek mostrò un floppy disc con una etichetta scritta a mano, «modifica il gate. Aumenta la portata effettiva dello SPY fino a... oh, diciamo duemila chilometri. Ben più lontano di quanto possa andare un missile. Cinque anni fa ero sulla Port Royal a Kwajalein a svolgere un test, e abbiamo potuto seguire il missile in entrata dal momento in cui è comparso all'orizzonte fino all'arrivo.»

«L'avete colpito?» chiese Gregorij, interessato.

Leek scosse la testa. «C'è stato qualche problema con l'aletta di guida, era un vecchio Block-IV. Siamo arrivati in un raggio di cinquanta metri, ma era di un soffio fuori del perimetro della testata, e ci hanno permesso solo un tiro, per quale motivo non ce l'hanno mai spiegato. La Shiloh ha fatto un centro l'anno successivo. L'ha spiaccicato come una frittella. Ah, quella videocassetta è una cosa da vedere.»

Gregorij non ne dubitava. Quando un oggetto che procedeva alla velocità di ventiduemila chilometri orari ne colpiva un altro che procedeva nella direzione opposta alla velocità di tremiladuecento, il risultato non poteva che essere impressionante.

«Al primo tentativo?» chiese.

«Ci può scommettere. Quello stronzo puntava dritto verso di noi, ma questa bambola non se l'è lasciato sfuggire.»

«I test Vandal al largo delle Wallops Island sono sempre positivi», confermò Matson.

«Che cosa sono, esattamente?»

«Vecchi Talos terra-aria», spiegò Matson, «grossi tubi da stufa, statoreattori, viaggiano su una traccia balistica a circa tremilacinquecento chilometri orari. Scaldano parecchio sulla rampa di lancio. Ecco che cosa ci preoccupa. I russi se ne sono usciti con un intercettore che noi abbiamo ribattezzato Sunburn...»

«Un Aegis killer, lo chiamano alcuni», aggiunse Leek.

«Basso e veloce.»

«Ma ancora non ne abbiamo perso neppure uno», annunciò Matson.

«Il sistema Aegis è decisamente valido. Allora, dottor Gregorij, che cosa sta controllando esattamente?»

«Voglio vedere se il vostro sistema può essere utilizzato per intercettare un missile balistico in entrata.»

«A quale velocità?» volle sapere Matson.

«Quando lo individuerete sul radar, starà viaggiando a una velocità approssimativa di diciassettemila miglia orarie, vale a dire settemilaseicento metri al secondo.»

«Veloce davvero», commentò Leek. «Sette, otto volte la velocità di un proiettile di fucile.»

«Più veloce anche di uno Scud. No, non possiamo farcela», si preoccupò Matson.

«Questo sistema radar non avrà problemi. molto simile al Cobra Dane System, nelle isole Aleutine. La domanda vera è: i vostri terra-aria sapranno reagire abbastanza velocemente da centrare il bersaglio?»

«Quanto sarà resistente?» domandò Matson.

«Meno di un aereo. L'RW è stato concepito per tollerare il calore, non un impatto. Come le navicelle spaziali. Non è simpatico trovarsi a bordo di una di quelle durante un temporale.»

«Ah, davvero?»

«Già», assentì Gregorij.

«Come stare dentro una tazzina di plastica.»

«D'accordo. Quindi il problema è far avvicinare l'MS2 abbastanza da far sì che la testata si stacchi quando il bersaglio è nel cono di frammentazione.»

«Esatto.» Anche se erano soldati semplici, pensò Gregorij, questo non significava che fossero degli sciocchi.

«Il software ha la sua sede nella testa dell'intercettore, giusto?»

«Sì. Ho riscritto il codice. Un lavoro facile, in realtà. Ho riprogrammato il modo in cui il laser si modifica. Dovrebbe funzionare, se il sistema di navigazione a infrarossi funziona come dicono. Quanto meno, ha funzionato nella simulazione al computer che abbiamo fatto a Washington.»

«Ha funzionato bene anche sulla Shiloh, Doc. Da qualche parte abbiamo la videocassetta», gli assicurò Leek.

«Vuole vederla?»

«Può scommetterci», aderì il dottor Gregorij con entusiasmo.

«Okay.»

Leek controllò l'ora. «Ora sono libero. Il tempo di salire a farmi una fumata, e poi via con lo spettacolo», annunciò, un po' come avrebbe fatto Warner Wolf 88alla WCBS di New York.

«Non potete fumare qui?»

«Questa è la marina nuova, dottore», borbottò Leek. «Il capitano è un maledetto nazista. Bisogna salire, se si vuol fare un tiro. E' proibito persino nei nostri alloggi.»

«Io ho smesso», annunciò Matson. «Mica faccio le storie che fa Tim, io.»

«Col cazzo», brontolò Leek. «Di uomini veri a bordo ce n'è ancora qualcuno.»

«Com'è che li hanno messi qui?» chiese Gregorij alzandosi per seguirli a poppa.

«Di solito gli schermi importanti vengono collocati sul lato destro della nave, non a poppa o a prua. Come mai?»

«Perché così è più comodo vomitare, se il mare è in tempesta», rise Matson. «Chiunque abbia progettato queste navi non amava particolarmente i marinai, ma almeno il sistema di condizionamento funziona.» Di rado la temperatura superava i sedici gradi, e quasi tutti gli uomini erano costretti a lavorare indossando delle felpe. Gli incrociatori Aegis non erano noti per il loro comfort.

 

La mossa del Drago
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