«Ebbene?» chiese Ryan.
«Rutledge ha le giuste capacità, e noi gli abbiamo dato le istruzioni di cui ha bisogno. Dovrebbe attuarle nel modo corretto. La domanda è se i cinesi coopereranno.»
«Se non lo faranno, le cose diventeranno più difficili per loro», disse il presidente, se non freddamente, per lo meno con un certo grado di determinazione.
«Se pensano di poter fare gli arroganti con noi, Scott, è ora che scoprano chi è il più forte.»
«Ci contrasteranno. Hanno tirato in ballo la loro opzione relativa a quattordici Boeing 777, solo quattro giorni fa, ricordi? la prima cosa su cui cambieranno parere se non gli piacciamo. Un sacco di denaro e un sacco di posti di lavoro per la Boeing di Seattle», ammonì il segretario di Stato.
«Non sono mai stato molto bravo con i ricatti, Scott. Inoltre, questo è un classico caso in cui si risparmiano i centesimi e si sperperano le lire. Se noi stiamo in guardia su questo, allora perdiamo dieci volte tanto in denaro e dieci volte tanto in posti di lavoro da qualche altra parte... d'accordo, non saranno tutti nello stesso posto e così i giornalisti televisivi non saranno in grado di puntare le loro telecamere, e non racconteranno la storia vera, ma solo quella che riesce a entrare in un nastro di mezzo pollice. Ma io non sono qui per rendere felici i fottutissimi media. Sono qui per servire il mio popolo al meglio delle mie possibilità, Scott. E, per Dio, è così che andranno le cose», promise POTUS al suo ospite.
«Non ne dubito, Jack», rispose Adler. «Ricordati solo che le cose non andranno proprio nel modo che tu volevi.»
«Non succede mai, ma se loro giocano duro, la cosa costerà loro settanta miliardi di dollari l'anno. Noi ce la possiamo cavare senza i loro prodotti. Ma loro se la possono cavare senza il nostro denaro?» chiese Ryan.
Il segretario Adler non si sentiva tranquillo rispetto al modo in cui era stata posta la domanda. «Suppongo che dovremo aspettare e vedere.»