Cominciò tutto a Memphis, nella sede principale della Federal Express. Arrivarono contemporaneamente fax e telex che annunciavano alla società che i suoi jet da carico a fusoliera larga sarebbero stati interessati da un richiamo di fase I della flotta aerea civile di riserva. Significava che i velivoli per il trasporto merci acquistati con i finanziamenti del governo federale (cioè quasi tutti, perché nessuna banca poteva competere con Washington quando si trattava di finanziare qualcosa) sarebbero passati, insieme agli equipaggi, sotto il controllo del Comando di mobilità aerea. La notizia non era delle migliori, ma non colse nessuno di sorpresa. Dieci minuti dopo, arrivarono altri messaggi che indicavano ai piloti dove andare, e poco dopo gli aerei cominciarono a rullare. Gli equipaggi, che in gran parte avevano alle spalle un addestramento militare, si domandarono quale sarebbe stata la destinazione finale, sicuri che si sarebbe trattato di qualche luogo insolito. Non sarebbero rimasti delusi. La Fedex avrebbe dovuto cavarsela con i vecchi aerei a fusoliera stretta, come i venerandi Boeing 727, con cui l'azienda aveva avviato la propria attività vent'anni prima. Gli addetti alle spedizioni sapevano che sarebbero sorte difficoltà, ma avevano stipulato accordi di assistenza con le compagnie aeree e ora vi avrebbero fatto ricorso nel tentativo di soddisfare le richieste di consegna di documenti legali e aragoste vive in tutta l'America.
«Procediamo molto lentamente?» domandò Ryan.
«Be', possiamo trasportare le bombe necessarie a un giorno di combattimenti in tre giorni di volo... forse due se acceleriamo un po' le cose, ma niente di più», gli disse Moore. «Le bombe sono pesanti e per trasportarle serve molto combustibile. Il generale Wallace ha preparato una bella lista di obiettivi, ma senza bombe non può colpirli.»
«Da dove arriveranno le bombe?»
«La base aerea Andersen dell'isola di Guam ne ha una bella scorta», disse Moore. «Ditto Elmendorf in Alaska e Moutain Home nell'Idaho. Molti altri posti. Non è tanto una questione di tempo e distanza quanto di peso. Diamine, la base russa di Suntar scelta da Wallace è enorme. Dobbiamo solo fornirgli le bombe, e ho appena deviato parecchi sollevatori dell'aeronautica verso la Germania per cominciare a spostare le risorse della Prima corazzati nell'area in cui si trova Diggs. Ci vorranno quattro giorni di voli ininterrotti.»
«Quando riposeranno gli equipaggi?» domandò Jackson. «
Che cosa?» Ryan alzò lo sguardo.
«E' una questione di competenza del Ministero della Marina, Jack. Per l'aeronautica esistono regole sindacali sul numero di ore di volo. Sulle navi queste regole non sono mai state applicate», spiegò Robby. «Il C-5 ha una zona notte dove i piloti possono dormire. Stavo solo scherzando.» Non si scusò.
Era tardi («presto» sarebbe il termine più corretto), e ultimamente nessuno alla Casa Bianca aveva dormito molto. Dal canto suo, Ryan avrebbe desiderato una sigaretta per allentare la tensione, ma Ellen Sumter era a casa a dormire e, per quanto ne sapeva lui, nessuno di coloro che facevano il turno di notte alla Casa Bianca fumava. Ma quella che parlava era la parte debole del suo carattere, e lui lo sapeva bene. Il presidente si sfregò il viso con le mani e lanciò un'occhiata all'orologio. Aveva bisogno di dormire un po'.
«E' tardi, Coniglietto», disse Mary Pat al marito. «Non me n'ero reso conto. E' per questo che fatico a tenere gli occhi aperti?» A dire la verità, non avevano motivo di trovarsi lì. La CIA disponeva di poche risorse nella Repubblica Popolare Cinese. SORGE era l'unico sistema valido. Nemmeno il resto dell'intelligence (il DIA e l'NSA, che disponevano ciascuno di un numero di uomini superiore a quello della Central Intelligence Agency) possedeva risorse efficienti, sebbene l'NSA facesse del suo meglio per intercettare le comunicazioni dei cinesi. Si mettevano perfino in ascolto con telefoni cellulari attraverso la loro costellazione di satelliti geosincroni, scaricando le «riprese» mediante il sistema Echelon e trasmettendo le «informazioni» ai linguisti per la traduzione e la valutazione. Avevano raccolto un po' di materiale, ma non molto. SORGE era la perla della collezione, e sia Edward sia Mary Patricia Foley rimanevano in piedi fino a tardi per aspettare la nuova puntata del diario personale del ministro Fang. Il Politburo cinese si riuniva tutti i giorni, e Fang era un diarista appassionato oltre che un uomo molto sensibile al fascino delle sue collaboratrici. Leggevano con interesse anche gli scritti meno assidui di WARBLER, che rivelava perlopiù al suo computer le prestazioni sessuali del ministro, raccontando a volte particolari che facevano arrossire Mary Pat. Spesso, essere un ufficiale dei Servizi Segreti non era molto diverso dall'essere un voyeur pagato, e lo psichiatra dello Stato Maggiore traduceva tutti i dettagli piccanti in quello che, con ogni probabilità, era un profilo psicologico molto accurato. Per loro due, Fang era tuttavia solo un vecchio sporcaccione che esercitava un grande potere politico.
«Nella migliore delle ipotesi ne avremo per altre tre ore», disse il DCI.
«Sì», convenne la moglie.
«Sai che cosa ti dico?» Ed Foley si alzò dal divano, gettò via i cuscini e si allungò per estrarre il letto pieghevole. Era a malapena in grado di ospitare due persone.
«Quando gli altri lo vedranno, si chiederanno se stanotte abbiamo scopato.»
«Amore, ho mal di testa», replicò il DCI.