Il volo, come al solito, partiva da Heathrow, e questa volta si trattava di un Boeing 737, dal momento che la distanza da lì a Mosca non era eccessiva. Le truppe Rainbow riempivano tutta la prima classe, e la cosa sarebbe stata motivo di gioia per il personale di bordo, benché ancora non lo sapessero, poiché i passeggeri sarebbero stati insolitamente gentili e accomodanti. Chavez era seduto accanto al suocero, e guardava garbatamente il video che illustrava le norme di sicurezza, benché tutti e due sapessero che, se l'aereo avesse toccato il suolo a quattrocento nodi, non sarebbe stato di grande utilità sapere dove si trovasse la più vicina uscita di sicurezza. Ma cose del genere erano abbastanza rare che si potevano ignorare. Ding afferrò la rivista dalla tasca sul sedile davanti, e la scorse nel tentativo di trovare qualcosa d'interessante. Aveva già comprato tutti gli articoli utili che comparivano sui cataloghi degli aerei, suscitando, in alcuni casi, il pietoso divertimento di sua moglie.
«Allora, il piccoletto cammina meglio?» domandò Clark.
«Sai, l'entusiasmo che dimostra è quasi comico, quel sorriso soddisfatto ogni volta che ce la fa a spostarsi dal televisore al tavolino, come se avesse vinto una maratona, una grossa medaglia d'oro e un bacio da Miss America mentre se ne va a Disneyland.»
«Le grandi cose sono fatte di tanti piccoli dettagli, Domingo», osservò Clark, mentre l'aereo cominciava la corsa prima del decollo.
«E l'orizzonte è molto più vicino, quando sei così piccolo.»
«Immagino di sì. Sembra comunque divertente, in qualche modo... e anche piacevole», concesse.
«Non è male essere il padre di un piccoletto, no?»
«Non mi lamento», convenne Chavez, reclinando il sedile all'indietro, ora che l'aereo era in quota.
«Ettore come se la cava?» Era tempo di tornare agli affari, decise Clark; questa roba da nonno aveva i suoi limiti.
«Ora è più in forma. Ha avuto bisogno di un mesetto per rimettersi. L'hanno preso un po' in giro, ma se l'è cavata bene. Sai, è intelligente. Ottimi istinti tattici, se si tiene in considerazione che è un poliziotto e non un soldato.»
«Fare il poliziotto in Sicilia non è esattamente come fare il giro di ronda a Oxford Street a Londra, dovresti saperlo.»
«Be', immagino di sì», convenne Chavez. «Col simulatore non ha ancora fatto un errore sul genere spara/non sparare... e non è niente male. Il solo che non ne ha tirato giù neanche uno è Eddie Price.»
Il simulatore computerizzato per l'addestramento, a Hereford, era particolarmente spietato nella presentazione dei possibili scenari tattici, in uno di questi, per esempio, c'era un ragazzino di dodici anni che raccoglieva un AK-74 e ti fregava, se non stavi più che attento. L'altro scenario disgustoso era la donna con la bambina in braccio: per puro caso, la bimba aveva appena raccolto una pistola abbandonata da un terrorista morto, e l'aveva innocentemente puntata verso gli Uomini in nero che stavano arrivando. Una volta Ding l'aveva tirata giù, e il mattino dopo si era trovato sulla scrivania una bambolina Cabbage Patch col viso cosparso di ketchup di Mcdonald's. I Rainbow avevano un senso dell'humour piuttosto vivace, per quanto un po' perverso.
«Allora, cosa dovremmo fare di preciso?»
«Il vecchio Ottavo direttorio generale del KGB, il loro servizio di protezione esecutivo», spiegò John. «Sono preoccupati per il terrorismo interno quello ceceno, immagino, e di altri separatisti. Vogliono che li aiutiamo ad addestrare i loro ragazzi ad affrontare quella gente.»
«Quanto sono bravi?» domandò Ding.
RAINBOW SEI si strinse nelle spalle. «Buona domanda. Il personale è costituito da vecchi uomini del KGB, ma con addestramento Spetnasz, quindi sono militari di carriera, invece che gente che se ne sta nell'Armata Rossa appena un paio d'anni e magari neppure con continuità. Probabile che siano tutti ufficiali nominati con brevetto, ma con mansioni da sergente. Immagino che siano brillanti, ben motivati, probabilmente in una forma fisica decente, e senza dubbio non avranno difficoltà a capire la missione. Saranno bravi come dovrebbero? Forse no», spiegò John, «ma di qui a qualche settimana dovremmo riuscire a metterli sulla giusta strada.»
«Quindi per lo più dovremo addestrare i loro istruttori?»
Clark annuì. «E' così che la vedo, sì.»
«Mi pare giusto», convenne Chavez, mentre arrivava il pranzo. Come mai, si domandò, le compagnie aeree non sembravano avere mai quello che volevi? Questa era roba adatta alla cena, non al pranzo. Che cavolo c'era che non andava in un cheesburger e delle patatine? Be', almeno poteva farsi una birra decente. Se c'era una cosa che aveva finito per amare della vita in Inghilterra, questa era proprio la birra. Non ci sarebbe stato niente del genere in Russia, ne era certo.