Édouard Manet, Ritratto di Émile Zola, 1868, olio su tela, cm 146×114, Parigi, Musée d’Orsay

Édouard Manet, Ritratto di Émile Zola, 1868, olio su tela, cm 146×114, Parigi, Musée d’Orsay

 

1832~1883

Manet

Lo scandalo della quotidianità

Nella storia dell’arte troppo spesso si dimentica di studiare le date di nascita degli artisti: le biografie sono talvolta utili a capire i misteri e gli sviluppi inattesi della cultura visiva. Manet nasce a Parigi nel 1832; Cézanne, figlio d’un innovativo piccolo banchiere, nasce a Aix-en-Provence nel 1839. Sembrano appartenere a epoche lontane l’una dall’altra: al primo si attribuiscono i primi passi geniali che portano all’Impressionismo, al secondo si attribuisce la fine dell’Impressionismo e i fondamenti del Cubismo. Tutti e due sono amici del romanziere Émile Zola, nato nel 1840 a Parigi ma cresciuto a Aix dove il padre ingegnere progetta la prima diga a volta d’Europa. Zola da Aix, dove studia nel medesimo liceo di Cézanne e successivamente si laurea in legge, arriva poi a Parigi dove inizia la carriera di critico d’arte e letteratura e dove pubblica lo Studio biografico e critico su Manet nel 1867; poi si fa romanziere socialista e inventa la più potente letteratura realista della seconda metà del XIX secolo per portare il suo impegno politico fino a diventare la voce della coscienza nell’affare Dreyfus del 1898, quando scrive in tutta la prima pagina sul quotidiano “L’Aurore” il famoso J’accuse contro il tribunale militare che ha erroneamente condannato per spionaggio il giovane ufficiale ebreo alsaziano. Sono passati poco più di trent’anni da quando fece scandalo al Salon del 1865 la famosa Olympia di Manet, sono passati poco più di vent’anni da quando è stata organizzata la prima mostra degli impressionisti nello studio del fotografo Nadar. La storia talvolta corre veloce.

Hanno in comune, questi protagonisti dell’Ottocento francese, la loro appartenenza alla borghesia agiata del Secondo impero. Hanno tutti frequentato scuole di qualità, sono colti. E sono tutti propensi all’innovazione, alla messa in discussione dei parametri d’una società altrettanto pronta a gratificarli. La storia talvolta corre veloce.

Manet impara i rudimenti del mestiere pittorico nell’atelier di Thomas Couture, dopo l’abbandono del destino che il padre gli aveva riservato come uomo di legge e rifiutandosi alla carriera d’ufficiale di marina, ma si forma in realtà da autodidatta antiaccademico con un lungo viaggio in Italia nel 1853. Ne torna con una libertà di pensiero che troverà nelle riproduzioni dei dipinti spagnoli l’altra sponda della sua ispirazione, principalmente in Goya.

Olympia viene rifiutata al salone del 1863 e presentata a quello del 1865 dove dà scandalo, ma non perché è nuda. Di nudi se ne erano visti tantissimi: il pittore ufficiale della retorica del Secondo impero, Alexandre Cabanel, aveva esposto nella stessa sede due anni prima una Nascita di Venere altrettanto svestita, che era stata premiata e Thomas Couture riempiva i suoi quadri sulla Roma antica di modelle svestite quanto contorte. Questi sacerdoti della grande tela sposano il gusto dell’epoca perché sono retorici e accademici. Olympia fa scandalo perché è realista, perché porta le ciabatte, perché è coricata su un letto disfatto e non su drappeggi cremisi, perché il gatto tiene la coda alzata come se fosse spaventato dallo spettatore, quel gatto nero che ha preso il posto del dolcissimo cagnetto di Tiziano nella Venere di Urbino che Manet ha visto durante il suo viaggio in Italia e della quale ha eseguito una succinta riproduzione. Olympia fa scandalo perché appartiene alla vita quotidiana: il suo nome è uno dei più diffusi pseudonimi che prendono le ragazze che si danno alla prostituzione, mentre la modella, Victorine Meurent, è nota ai pittori di mezza Parigi e Manet la ritrae regolarmente. È la lingua pittorica priva di retorica che fa scandalo, come aveva fatto scandalo già prima la naturalezza del Déjeuner sur l’herbe, dove i due amici artisti sono seduti come per una conversazione in salotto e lei è pronta per la vasca da bagno, ma tutto in uno spazio nel boschetto, cioè nello stesso plein air nel quale Manet poco prima aveva raccolto la buona società parigina che ascoltava i concerti alle Tuileries.

Édouard Manet, Musica alle Tuileries, particolare di sinistra con autoritratto di Manet, 1862, olio su tela, cm 76,2×118,1, Londra, The National Gallery

Édouard Manet, Musica alle Tuileries, particolare di sinistra con autoritratto di Manet, 1862, olio su tela, cm 76,2×118,1, Londra, The National Gallery

Nadar, Ritratto di Édouard Manet, 1867-1870, fotografia, Collezione privata

Nadar, Ritratto di Édouard Manet, 1867-1870, fotografia, Collezione privata

Henri Fantin-Latour, Ritratto di Édouard Manet, 1867, olio su tela, cm 117,5×90, Chicago, The Art Institute

Henri Fantin-Latour, Ritratto di Édouard Manet, 1867, olio su tela, cm 117,5×90, Chicago, The Art Institute

Édouard Manet, Olympia, 1863, olio su tela, cm 130,5×190, Parigi, Musée d’Orsay

Édouard Manet, Olympia, 1863, olio su tela, cm 130,5×190, Parigi, Musée d’Orsay

Alexandre Cabanel, Nascita di Venere, 1863, olio su tela, cm 130×225, Parigi, Musée d’Orsay

Alexandre Cabanel, Nascita di Venere, 1863, olio su tela, cm 130×225, Parigi, Musée d’Orsay

Guillaume Guillon Lethière, Ritratto di Lucien Bonaparte e Alexandrine de Bleschamp, 1802, olio su tela, cm 105,7×135,9, Collezione privata

Guillaume Guillon Lethière, Ritratto di Lucien Bonaparte e Alexandrine de Bleschamp, 1802, olio su tela, cm 105,7×135,9, Collezione privata

Francisco Goya, La Maja desnuda, 1797-1800, olio su tela, cm 98×191, Madrid, Museo del Prado

Francisco Goya, La Maja desnuda, 1797-1800, olio su tela, cm 98×191, Madrid, Museo del Prado

Gustave Courbet, Nudo coricato, 1858, olio su tela, cm 50×64, Collezione privata

Gustave Courbet, Nudo coricato, 1858, olio su tela, cm 50×64, Collezione privata

Ma questo passaggio alla realtà, quella che in Goya trova il più significativo esempio, rompe i parametri e consentirà poco tempo dopo la libertà degli impressionisti, i quali solo al reale si dedicano. Théophile Gautier, il poeta e critico estetizzante che aveva inventato quindici anni prima il concetto dell’arte fine a se stessa, L’art pour l’art, guardò Olympia con sommo disprezzo: “Una gracile modella stesa su un drappo… Potremmo scusare la laidezza se fosse vera, studiata, rialzata da qualche splendido effetto di colore… qui non vi è altro che la volontà d’attirare a ogni costo lo sguardo”. Vent’anni dopo, il sottile scrittore del decadentismo estetico, Joris-Karl Huysmans, prenderà la posizione opposta: “Avvolgere i personaggi col sapore del mondo al quale appartengono, questa è stata una delle più costanti preoccupazioni di Manet”. L’essere artisti consapevoli della propria epoca e sorprendere l’attenzione del pubblico saranno da quel momento in poi la chiave della modernità.

Il gioco della pittura
9788858682692_epub_cvi_r1.htm
9788858682692_epub_ded_r1.htm
9788858682692_epub_fm01_r1.htm
9788858682692_epub_tp_r1.htm
9788858682692_epub_cop_r1.htm
9788858682692_epub_toc_r1.htm
9788858682692_epub_fm02_r1.htm
9788858682692_epub_int_r1.htm
9788858682692_epub_c01_r1.htm
9788858682692_epub_c02_r1.htm
9788858682692_epub_c03_r1.htm
9788858682692_epub_c04_r1.htm
9788858682692_epub_c05_r1.htm
9788858682692_epub_c06_r1.htm
9788858682692_epub_c07_r1.htm
9788858682692_epub_c08_r1.htm
9788858682692_epub_c09_r1.htm
9788858682692_epub_c10_r1.htm
9788858682692_epub_c11_r1.htm
9788858682692_epub_c12_r1.htm
9788858682692_epub_c13_r1.htm
9788858682692_epub_c14_r1.htm
9788858682692_epub_c15_r1.htm
9788858682692_epub_c16_r1.htm
9788858682692_epub_c17_r1.htm
9788858682692_epub_c18_r1.htm
9788858682692_epub_c19_r1.htm
9788858682692_epub_c20_r1.htm
9788858682692_epub_c21_r1.htm
9788858682692_epub_c22_r1.htm
9788858682692_epub_c23_r1.htm
9788858682692_epub_c24_r1.htm
9788858682692_epub_c25_r1.htm
9788858682692_epub_c26_r1.htm
9788858682692_epub_c27_r1.htm
9788858682692_epub_c28_r1.htm
9788858682692_epub_c29_r1.htm
9788858682692_epub_c30_r1.htm
9788858682692_epub_c31_r1.htm
9788858682692_epub_c32_r1.htm
9788858682692_epub_c33_r1.htm
9788858682692_epub_c34_r1.htm
9788858682692_epub_c35_r1.htm
9788858682692_epub_c36_r1.htm
9788858682692_epub_c37_r1.htm
9788858682692_epub_c38_r1.htm
9788858682692_epub_c39_r1.htm
9788858682692_epub_c40_r1.htm
9788858682692_epub_c41_r1.htm
9788858682692_epub_c42_r1.htm
9788858682692_epub_c43_r1.htm
9788858682692_epub_c44_r1.htm
9788858682692_epub_c45_r1.htm
9788858682692_epub_c46_r1.htm
9788858682692_epub_c47_r1.htm
9788858682692_epub_c48_r1.htm
9788858682692_epub_c49_r1.htm
9788858682692_epub_c50_r1.htm
9788858682692_epub_ind_r1.htm
9788858682692_epub_cre_r1.htm