1834~1917

Degas

L’invenzione dell’istantanea dipinta

Dovevano essere assai amici, Edgar Degas, il pittore, e Désiré Dihau, il musicista, se il quadro L’orchestra dell’Opéra fu regalato dal primo al secondo e se quasi vent’anni dopo il giovane Toulouse-Lautrec, cugino di Dihau, nel 1886 lo veniva ad ammirare appeso nel salotto del suo appartamento parigino. Caso curioso di una società metropolitana oggettivamente vasta e articolata nella quale chi si doveva incontrare si incontrava, di fatto, e forgiava la storia del gusto e delle arti.

Curiosissimo personaggio, Edgar Degas è collezionista accanito. È figlio di un banchiere e si trova lui stesso a essere un ricco che lentamente impoverisce e nondimeno continua ad acquistare le opere dei suoi contemporanei e degli artisti suoi predecessori, a tal punto che, quando cambia casa, si dice che ha cambiato indirizzo la collezione Ingres. Scapolo convinto, attratto dalle luci fioche dei teatri, finisce quasi cieco quando dipinge i più commoventi dei suoi pastelli dopo il 1890.

Alla musica era stato iniziato già in famiglia: nel salotto paterno passavano strumentisti e cantanti. Destinato a studi di diritto, tradisce i desideri paterni per darsi alla pittura, ai viaggi in Italia, alle lunghe sedute di studio nel Museo del Louvre. Partecipa alle prime mostre degli impressionisti ma non ne condivide per nulla la passione per la pittura en plein air; anzi, se serve uscire dagli studi per inventare, va alle corse dei cavalli di Longchamp, che sempre è mondanità parigina allo stato puro. Gira per i teatri della città. E inventa una visione fino ad allora inusitata nelle inquadrature, le quali sembrano già essere quelle del cinema del secolo successivo in quanto si discostano totalmente dal perbenismo equilibrato delle inquadrature fotografiche della sua epoca. Il suo punto di vista è quello del voyeur in senso positivo: guarda e riproduce l’istante della situazione osservata con la precisione della propria visuale personale. Cosa comprensibile, tra l’altro, visto che la fotografia non può ancora essere istantanea e chiede tempi di posa che inibiscono ogni ipotesi di movimento dei soggetti. Degas è l’inventore dell’istantanea dipinta. È mosso da una curiosità da reporter nell’ambito del suo mondo concluso: se fa un unico viaggio importante fuori Europa, in quella “Nouvelle Orléans” dalla quale proviene sua madre, ne scatta immagini immediate come quelle che prende dal palco dell’Opéra a Parigi o meglio ancora quelle che sembra sorprendere ponendo l’occhio in una scuola di ballo. Eccolo quindi passare, quando la vista si indebolisce, alla velocità del pastello. Del ritratto di Dihau prende gli appunti col disegno, poi compone l’opera e vi piazza amici e conoscenti, compreso il ritratto del compositore Emmanuel Chabrier che rappresenta come flautista talmente integrato nella composizione da far passare il suo strumento sotto il naso di Dihau. Lavora con dovizia, inventa la situazione e la restituisce come se fosse vera, come se l’avesse vista da una poltrona di prima fila, dalla quale sbircia.

Edgar Degas, Ritratto di Désiré Dihau, particolare, 1870 ca, olio su tela, cm 48,9×59,7, San Francisco, Fine Arts Museums

Edgar Degas, Ritratto di Désiré Dihau, particolare, 1870 ca, olio su tela, cm 48,9×59,7, San Francisco, Fine Arts Museums

Edgar Degas, L’orchestra dell’Opéra, 1870 ca, olio su tela, cm 56,5×46, Parigi, Musée d’Orsay

Edgar Degas, L’orchestra dell’Opéra, 1870 ca, olio su tela, cm 56,5×46, Parigi, Musée d’Orsay

Edgar Degas, Ritratto del violoncellista Louis Marius Pilet, 1869, olio su tela, cm 50×61, Parigi, Musée d’Orsay

Edgar Degas, Ritratto del violoncellista Louis Marius Pilet, 1869, olio su tela, cm 50×61, Parigi, Musée d’Orsay

Se ama la pittura di Delacroix non è tanto per l’impasto della materia, ben più per l’invenzione compositiva che egli riporta dall’ambito aulico a una dimensione di assoluta apparente quotidianità. Se colleziona le opere puriste di Ingres, non ne sorbisce gli impasti lisci ma ne trae l’attenzione per la verosimiglianza dei ritratti. Se partecipa al movimento espositivo degli impressionisti non è tanto per la loro voglia di pittura all’aperto quanto per il modo di disporre la materia pittorica e di giocare con la luce, anche se è quella artificiale degli interni che predilige, quella dove appaiono come farfalle in secondo piano le gambe delle ballerine e i loro tutù di tulle. E così gli capita di dichiarare a un collega pittore: “À vous, il faut la vie naturelle, à moi la vie factice” (A lei serve la vita naturale, a me quella finta). Non gli interessa il vero ma il verosimile, come se fosse un romanziere. Raccoglie un contenuto apparentemente futile con un tratto espressivo portato alla perfezione, non lo sfiora la critica sociale di Toulouse-Lautrec: la sua è una partecipazione ai riti parigini di una borghesia priva di ideali che entra quasi sfibrata nella Belle Époque. E di questo mondo Degas è il testimone massimo, nella percezione e nella qualità.

Ritratto di Emmanuel Chabrier, da Felix Potin 2nd Collection, fotografia, Londra, Mary Evans Picture Library

Ritratto di Emmanuel Chabrier, da Felix Potin 2nd Collection, fotografia, Londra, Mary Evans Picture Library

Henri de Toulouse-Lautrec, Yvette Guilbert in Colombine à Pierrot, 1894, litografia, cm 22×11,5, Parigi, Bibliothèque de l’INHA, collections Jacques Doucet

Henri de Toulouse-Lautrec, Yvette Guilbert in Colombine à Pierrot, 1894, litografia, cm 22×11,5, Parigi, Bibliothèque de l’INHA, collections Jacques Doucet

Henri de Toulouse-Lautrec, “Per te”, 1893, stampa litografica, cm 35×27,4, Hannover, Sprengel Museum

Henri de Toulouse-Lautrec, “Per te”, 1893, stampa litografica, cm 35×27,4, Hannover, Sprengel Museum

Eugène Delacroix, La morte di Sardanapalo, particolare, 1827, olio su tela, cm 395×496, Parigi, Musée du Louvre

Eugène Delacroix, La morte di Sardanapalo, particolare, 1827, olio su tela, cm 395×496, Parigi, Musée du Louvre

Il gioco della pittura
9788858682692_epub_cvi_r1.htm
9788858682692_epub_ded_r1.htm
9788858682692_epub_fm01_r1.htm
9788858682692_epub_tp_r1.htm
9788858682692_epub_cop_r1.htm
9788858682692_epub_toc_r1.htm
9788858682692_epub_fm02_r1.htm
9788858682692_epub_int_r1.htm
9788858682692_epub_c01_r1.htm
9788858682692_epub_c02_r1.htm
9788858682692_epub_c03_r1.htm
9788858682692_epub_c04_r1.htm
9788858682692_epub_c05_r1.htm
9788858682692_epub_c06_r1.htm
9788858682692_epub_c07_r1.htm
9788858682692_epub_c08_r1.htm
9788858682692_epub_c09_r1.htm
9788858682692_epub_c10_r1.htm
9788858682692_epub_c11_r1.htm
9788858682692_epub_c12_r1.htm
9788858682692_epub_c13_r1.htm
9788858682692_epub_c14_r1.htm
9788858682692_epub_c15_r1.htm
9788858682692_epub_c16_r1.htm
9788858682692_epub_c17_r1.htm
9788858682692_epub_c18_r1.htm
9788858682692_epub_c19_r1.htm
9788858682692_epub_c20_r1.htm
9788858682692_epub_c21_r1.htm
9788858682692_epub_c22_r1.htm
9788858682692_epub_c23_r1.htm
9788858682692_epub_c24_r1.htm
9788858682692_epub_c25_r1.htm
9788858682692_epub_c26_r1.htm
9788858682692_epub_c27_r1.htm
9788858682692_epub_c28_r1.htm
9788858682692_epub_c29_r1.htm
9788858682692_epub_c30_r1.htm
9788858682692_epub_c31_r1.htm
9788858682692_epub_c32_r1.htm
9788858682692_epub_c33_r1.htm
9788858682692_epub_c34_r1.htm
9788858682692_epub_c35_r1.htm
9788858682692_epub_c36_r1.htm
9788858682692_epub_c37_r1.htm
9788858682692_epub_c38_r1.htm
9788858682692_epub_c39_r1.htm
9788858682692_epub_c40_r1.htm
9788858682692_epub_c41_r1.htm
9788858682692_epub_c42_r1.htm
9788858682692_epub_c43_r1.htm
9788858682692_epub_c44_r1.htm
9788858682692_epub_c45_r1.htm
9788858682692_epub_c46_r1.htm
9788858682692_epub_c47_r1.htm
9788858682692_epub_c48_r1.htm
9788858682692_epub_c49_r1.htm
9788858682692_epub_c50_r1.htm
9788858682692_epub_ind_r1.htm
9788858682692_epub_cre_r1.htm