1478~1510

Giorgione

Il curioso caso di Giorgio da Castelfranco

L’idea storica del Rinascimento si forma solo nel XIX secolo e riprende un concetto espresso da Leon Battista Alberti in senso tecnico quando, avendo egli ripristinato a metà del Quattrocento gli acquedotti antichi di Roma, parla della “rinascenza” delle acque dei tempi passati. Poi riflette sulla rinascenza delle antichità che gli scavi stanno restituendo. La parola stessa diventa invece di moda nell’Ottocento: appare per la prima volta la parola Renaissance in un libretto di Balzac, Le Bal de Sceaux del 1830, per descrivere la passione di una giovane contessa mondana per la pittura fiamminga e l’arte della Renaissance, appunto. La grande snob dell’epoca, la scrittrice George Sand, la riprende per decine di volte nel suo romanzo La Mare au Diable pubblicato nel 1846: era diventata di moda. Lo storico Jules Michelet la sancisce definitivamente nel 1855 per intitolare un suo libro e il sommo storico delle arti Jacob Burkhardt la sdogana scientificamente nel suo trattato Die Kultur der Renaissance in Italien nel 1860. Il termine diventa italiano successivamente e, mescolando politica e storia delle arti, cioè combinando la parola Risorgimento e Rinascenza, nasce la parola che tutti usano oggi “Rinascimento”, ma che i protagonisti dell’epoca non avrebbero neppure potuto immaginare. Nessuno allora avrebbe pensato di porre nella medesima categoria il disegno attento di Botticelli e la pittura materica di Tiziano, le muscolature di Michelangelo e i piani vaporosi di Leonardo.

Ben più utile è quindi tuttora la lettura di Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori che Giorgio Vasari scrisse a metà del Cinquecento e dove il primo degli storici dell’arte prova a definire quella formidabile epoca di mutazione che egli stesso vive come epoca della “maniera moderna”, della quale sono protagonisti Leonardo, Michelangelo e Raffaello, oltre agli artisti della generazione successiva, Bramante, Pontormo, il Rosso Fiorentino, Correggio, Parmigianino, Tiziano e ovviamente il suo coetaneo Giorgione. Per quanto possa apparire il grande Giorgio (1478-1510; una vita breve) per un certo verso quasi arcaico rispetto agli altri, va ricordato che era egli più giovane del Bramante di trentacinque anni e di Leonardo di un quarto di secolo. Un giovane che non è seguace di nessuno.

Cima da Conegliano, San Girolamo nel deserto, 1500-1510, olio su tavola, cm 32,1×25,4, Londra, The National Gallery

Cima da Conegliano, San Girolamo nel deserto, 1500-1510, olio su tavola, cm 32,1×25,4, Londra, The National Gallery

Giorgione, La tempesta, 1503-1504 ca, olio su tela, cm 82×73, Venezia, Gallerie dell’Accademia

Giorgione, La tempesta, 1503-1504 ca, olio su tela, cm 82×73, Venezia, Gallerie dell’Accademia

Giorgione, Omaggio a un poeta, 1498, olio su tavola, cm 59,7×48,9, Londra, The National Gallery

Giorgione, Omaggio a un poeta, 1498, olio su tavola, cm 59,7×48,9, Londra, The National Gallery

Curioso caso quello di Giorgione, del quale così poco si sa, ma che deve avere avuto una testa molto complessa in un mondo umanista dove le influenze fra Nord e Sud si intrecciavano in un’area veneta che stava mutando il suo destino verso la vita di terraferma, quella dalla quale proveniva una cultura visiva stimolata non solo dalle architetture cittadine, ma molto dall’ambiente naturale nella quale era immersa e che Cima da Conegliano, di quarant’anni più anziano di Giorgione, aveva già affrontato con garbo e maestria, mentre Mantegna, il decano di tutti loro, ne aveva già percepito per primo lo slancio e l’aria.

Giorgione è uomo informatissimo delle arti della sua epoca e ne supera costantemente la lezione portandone i termini in una dimensione poetica. Eccolo quindi che cita negli affreschi con i quali decora la sua casa di Castelfranco il testo di Sacrobosco, il matematico astronomo inglese che insegnava alla Sorbona agli inizi del XIII secolo e che viene pubblicato a Venezia nel 1488. Eccolo ancora che si fa influenzare dagli altri artisti che stanno in terraferma, da Cima da Conegliano, che dista da lui non più di trenta miglia, al Mantegna degli affreschi di quella Padova dove opera il sommo incisore Giulio Campagnola suo coetaneo (1482-1515), in contatto a Venezia con Dürer e con Marcantonio Raimondi, l’artista che ritrae il matematico Luca Pacioli, grande esperto dei corpi geometrici. Ma, soprattutto, rimane egli in questo modo indipendente dalle pure manie antiquariali della sua epoca perché ben più affascinato dalle evoluzioni del pensiero “moderno”. Tiziano il cadorino ne sarà l’erede formale.

Giorgione, Giuditta, 1499, olio su tavola trasportato su tela, cm 144×66,5, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage

Giorgione, Giuditta, 1499, olio su tavola trasportato su tela, cm 144×66,5, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage

Cima da Conegliano, Sant’Elena, 1495 ca, olio su tavola, cm 40×32, Washington, National Gallery of Art

Cima da Conegliano, Sant’Elena, 1495 ca, olio su tavola, cm 40×32, Washington, National Gallery of Art

Giorgione, Fregio delle arti liberali, Astronomia, particolare, 1502-1503, affresco, Castelfranco Veneto, Casa Pellizzari

Giorgione, Fregio delle arti liberali, Astronomia, particolare, 1502-1503, affresco, Castelfranco Veneto, Casa Pellizzari

Giulio Campagnola, Astrologia, 1509, incisione, Berlino, Staatliche Museen, Kupferstichkabinett

Giulio Campagnola, Astrologia, 1509, incisione, Berlino, Staatliche Museen, Kupferstichkabinett

Reginald Haines, Giovanni Sacrobosco, matematico (XIII secolo), incisione

Reginald Haines, Giovanni Sacrobosco, matematico (XIII secolo), incisione

Giotto, Storie del Nuovo Testamento, Compianto su Cristo morto, particolare, 1304-1306, affresco, Padova, Cappella degli Scrovegni

Giotto, Storie del Nuovo Testamento, Compianto su Cristo morto, particolare, 1304-1306, affresco, Padova, Cappella degli Scrovegni

Il gioco della pittura
9788858682692_epub_cvi_r1.htm
9788858682692_epub_ded_r1.htm
9788858682692_epub_fm01_r1.htm
9788858682692_epub_tp_r1.htm
9788858682692_epub_cop_r1.htm
9788858682692_epub_toc_r1.htm
9788858682692_epub_fm02_r1.htm
9788858682692_epub_int_r1.htm
9788858682692_epub_c01_r1.htm
9788858682692_epub_c02_r1.htm
9788858682692_epub_c03_r1.htm
9788858682692_epub_c04_r1.htm
9788858682692_epub_c05_r1.htm
9788858682692_epub_c06_r1.htm
9788858682692_epub_c07_r1.htm
9788858682692_epub_c08_r1.htm
9788858682692_epub_c09_r1.htm
9788858682692_epub_c10_r1.htm
9788858682692_epub_c11_r1.htm
9788858682692_epub_c12_r1.htm
9788858682692_epub_c13_r1.htm
9788858682692_epub_c14_r1.htm
9788858682692_epub_c15_r1.htm
9788858682692_epub_c16_r1.htm
9788858682692_epub_c17_r1.htm
9788858682692_epub_c18_r1.htm
9788858682692_epub_c19_r1.htm
9788858682692_epub_c20_r1.htm
9788858682692_epub_c21_r1.htm
9788858682692_epub_c22_r1.htm
9788858682692_epub_c23_r1.htm
9788858682692_epub_c24_r1.htm
9788858682692_epub_c25_r1.htm
9788858682692_epub_c26_r1.htm
9788858682692_epub_c27_r1.htm
9788858682692_epub_c28_r1.htm
9788858682692_epub_c29_r1.htm
9788858682692_epub_c30_r1.htm
9788858682692_epub_c31_r1.htm
9788858682692_epub_c32_r1.htm
9788858682692_epub_c33_r1.htm
9788858682692_epub_c34_r1.htm
9788858682692_epub_c35_r1.htm
9788858682692_epub_c36_r1.htm
9788858682692_epub_c37_r1.htm
9788858682692_epub_c38_r1.htm
9788858682692_epub_c39_r1.htm
9788858682692_epub_c40_r1.htm
9788858682692_epub_c41_r1.htm
9788858682692_epub_c42_r1.htm
9788858682692_epub_c43_r1.htm
9788858682692_epub_c44_r1.htm
9788858682692_epub_c45_r1.htm
9788858682692_epub_c46_r1.htm
9788858682692_epub_c47_r1.htm
9788858682692_epub_c48_r1.htm
9788858682692_epub_c49_r1.htm
9788858682692_epub_c50_r1.htm
9788858682692_epub_ind_r1.htm
9788858682692_epub_cre_r1.htm