Pieter Bruegel il Vecchio, La torre di Babele, particolare, 1563, olio su tavola, cm 114×155, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Pieter Bruegel il Vecchio, La torre di Babele, particolare, 1563, olio su tavola, cm 114×155, Vienna, Kunsthistorisches Museum

 

1527 circa ~ 1569

Bruegel

Tra fantasticherie e realtà

Nell’anno del Signore 1564 le terre d’Olanda erano in ebollizione politica, un po’ per quel carattere forte e indipendente che ne caratterizzava le genti abituate alle avversità del mare e della terra redenta, un po’ per la gravezza della presenza asburgica che s’era fatta ispanica dopo la spartizione del dominio imperiale delle terre d’Austria. Le tensioni politiche divennero pure religiose con la Riforma protestante che da quelle parti disattese la linea luterana del cuius regio eius religio (la religione di ogni Stato dipende da chi la governa) per seguire quella ben più estrema e democratica di Giovanni Calvino e dei primi puritani. Calvino muore nel 1564 e il regime che aveva imposto alla città di Ginevra si attenua; centri di formazione politico-teologica si erano già spostati nei Paesi Bassi e particolarmente a Leida. Nel 1550, cinque anni prima della sua abdicazione, Carlo V aveva stabilito normative estremamente restrittive nel campo delle libertà religiose promulgando l’Editto di Sangue, che prevedeva la pena di morte per gli eretici. La rivolta avvenne sotto il dominio di Filippo II quando, nel 1566, la nobiltà calvinista assieme al popolo tentò un’intesa che venne rifiutata dalla governatrice ispanica Margherita d’Austria, figlia bastarda – poi riconosciuta – di Carlo V. Il consigliere Berlaymont chiamò i protestatari protestanti les Gueux, i pezzenti, inventando in questo modo l’etimologia della parola tuttora usata in Spagna e in Italia di “gonzo”. La nobiltà si ribellò e con loro i gonzi che, da abili marinai, si fecero chiamare i Watergeuzen (i pezzenti di mare) e sconfissero immediatamente con le loro barchette le nobili galee di Spagna sul fiume Schelda. Iniziava così una guerra d’indipendenza che durò ottant’anni fino al Trattato di Vestfalia.

Curioso personaggio, ancor prima che curioso artista, è Pieter Bruegel il Vecchio, capostipite d’una intera tribù di artisti, parenti e discendenti. Potrebbe apparire all’occhio distratto come una sorta di narratore popolare che abbia assorbito le lezioni di potente fantasia di Bosch e le abbia trasferite dagli studioli sofisticati del collezionismo aristocratico alla vita quotidiana dell’Olanda nascente. Ben più intrigante è in realtà la sua personalità, formata nelle botteghe di Breda e intimamente legata alla nuova etica delle sue terre. Viaggia in Italia, passa da Roma e da Napoli, ma per nulla rimane influenzato dalla magnificenza del Rinascimento italiano: anzi forgia una personalità ancor più determinata. Il ricordo più forte che riporta a casa è l’impressione delle fiamme del Vesuvio che riprende nel suo dipinto Margherita la pazza, dove spinge al parossismo il mondo visionario di Hieronymus Bosch del quale era stato un incisore accorto. L’altro tema non è un ricordo ma la condanna della Babilonia di Roma che usa per realizzare La torre di Babele, una critica alle ambizioni edificatorie rinascimentali. Fra fantasticherie e realtà sarà il mondo contadino dei Paesi Bassi a essere riscatto morale e diventare la sua fonte d’ispirazione principale, quello della vita quotidiana del duro lavoro e delle follie corrispondenti, quello della saggezza popolare e dei proverbi, quello della fede profonda d’un popolo in rivolta. Verrà spesso definito il contadino pittore.

Pieter Bruegel il Vecchio, Il pittore e il committente, 1565, penna e inchiostro su carta marrone, cm 25×21,6, Vienna, Albertina, Graphische Sammlung

Pieter Bruegel il Vecchio, Il pittore e il committente, 1565, penna e inchiostro su carta marrone, cm 25×21,6, Vienna, Albertina, Graphische Sammlung

Pieter Bruegel il Vecchio, La torre di Babele, 1563, olio su tavola, cm 114×155, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Pieter Bruegel il Vecchio, La torre di Babele, 1563, olio su tavola, cm 114×155, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Pieter Bruegel il Vecchio, Margherita la pazza, 1562-1566, olio su tavola, cm 117×162, Anversa, Museum Mayer van den Bergh

Pieter Bruegel il Vecchio, Margherita la pazza, 1562-1566, olio su tavola, cm 117×162, Anversa, Museum Mayer van den Bergh

Nell’anno del Signore 1564 si conclude nel mondo cattolico il Concilio di Trento. Darà vita a una mutazione delle arti che si dovranno adeguare ai suoi dettami e porteranno inesorabilmente verso la stagione folgorante del Barocco. In Olanda la mutazione è analoga e opposta. Se i testi delle Sacre Scritture vanno tradotti nelle lingue volgari in modo che tutti li possano capire, anche le scene che questi testi narrano vanno tradotte in modo da renderle immediatamente comprensibili. Apparentemente ingenuo nella stesura della sua pittura, è invero la sua una scelta precisa e didattica, di traduzione e di traslazione. I personaggi-pupazzetti non hanno infatti giustificazione altra che religiosa e popolare, quindi ideologica: l’abilità di disegnatore che rivela il suo autoritratto viene costantemente celata dalla necessità espressiva.

Nell’anno del Signore 1566 Pieter Bruegel il Vecchio dipinge la scena del Censimento di Betlemme in una Betlemme del tutto improbabile, dove si uccide il maiale, come fanno i contadini d’inverno e come sarebbe vietato in terra ebraica sempre, una Betlemme cosparsa di neve alla quale la coppia approda già con Maria seduta sull’asino accompagnato dal bove, pronti tutti alla nascita nella greppia di Nazaret, e sull’ufficio di registrazione pende già la corona cristiana dell’Avvento. Mentre sul ghiaccio i ragazzi pattinano e giocano. Più in là il popolo dei gonzi lavora, costruisce, pulisce, vive come vive la tradizione dei testi sacri tradotti nella loro lingua e si prepara alla lunga marcia verso l’autonomia.

Pieter Bruegel il Vecchio, Margherita la pazza, particolare, 1562-1566, olio su tavola, cm 117×162, Anversa, Museum Mayer van den Bergh

Pieter Bruegel il Vecchio, Margherita la pazza, particolare, 1562-1566, olio su tavola, cm 117×162, Anversa, Museum Mayer van den Bergh

Pieter van der Heyden, La pazienza, 1557, incisione da Pieter Bruegel il Vecchio, cm 33,9×43,5, Amsterdam, Rijksmuseum

Pieter van der Heyden, La pazienza, 1557, incisione da Pieter Bruegel il Vecchio, cm 33,9×43,5, Amsterdam, Rijksmuseum

Pieter van der Heyden, Il pesce grande mangia i pesci piccoli, 1557, incisione da Pieter Bruegel il Vecchio, cm 22,9×29,6, Amsterdam, Rijksmuseum

Pieter van der Heyden, Il pesce grande mangia i pesci piccoli, 1557, incisione da Pieter Bruegel il Vecchio, cm 22,9×29,6, Amsterdam, Rijksmuseum

Pieter Bruegel il Vecchio, Il censimento di Betlemme, 1566, olio su tavola, cm 116×164,5, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts

Pieter Bruegel il Vecchio, Il censimento di Betlemme, 1566, olio su tavola, cm 116×164,5, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts

Il gioco della pittura
9788858682692_epub_cvi_r1.htm
9788858682692_epub_ded_r1.htm
9788858682692_epub_fm01_r1.htm
9788858682692_epub_tp_r1.htm
9788858682692_epub_cop_r1.htm
9788858682692_epub_toc_r1.htm
9788858682692_epub_fm02_r1.htm
9788858682692_epub_int_r1.htm
9788858682692_epub_c01_r1.htm
9788858682692_epub_c02_r1.htm
9788858682692_epub_c03_r1.htm
9788858682692_epub_c04_r1.htm
9788858682692_epub_c05_r1.htm
9788858682692_epub_c06_r1.htm
9788858682692_epub_c07_r1.htm
9788858682692_epub_c08_r1.htm
9788858682692_epub_c09_r1.htm
9788858682692_epub_c10_r1.htm
9788858682692_epub_c11_r1.htm
9788858682692_epub_c12_r1.htm
9788858682692_epub_c13_r1.htm
9788858682692_epub_c14_r1.htm
9788858682692_epub_c15_r1.htm
9788858682692_epub_c16_r1.htm
9788858682692_epub_c17_r1.htm
9788858682692_epub_c18_r1.htm
9788858682692_epub_c19_r1.htm
9788858682692_epub_c20_r1.htm
9788858682692_epub_c21_r1.htm
9788858682692_epub_c22_r1.htm
9788858682692_epub_c23_r1.htm
9788858682692_epub_c24_r1.htm
9788858682692_epub_c25_r1.htm
9788858682692_epub_c26_r1.htm
9788858682692_epub_c27_r1.htm
9788858682692_epub_c28_r1.htm
9788858682692_epub_c29_r1.htm
9788858682692_epub_c30_r1.htm
9788858682692_epub_c31_r1.htm
9788858682692_epub_c32_r1.htm
9788858682692_epub_c33_r1.htm
9788858682692_epub_c34_r1.htm
9788858682692_epub_c35_r1.htm
9788858682692_epub_c36_r1.htm
9788858682692_epub_c37_r1.htm
9788858682692_epub_c38_r1.htm
9788858682692_epub_c39_r1.htm
9788858682692_epub_c40_r1.htm
9788858682692_epub_c41_r1.htm
9788858682692_epub_c42_r1.htm
9788858682692_epub_c43_r1.htm
9788858682692_epub_c44_r1.htm
9788858682692_epub_c45_r1.htm
9788858682692_epub_c46_r1.htm
9788858682692_epub_c47_r1.htm
9788858682692_epub_c48_r1.htm
9788858682692_epub_c49_r1.htm
9788858682692_epub_c50_r1.htm
9788858682692_epub_ind_r1.htm
9788858682692_epub_cre_r1.htm