INCROCI DI ROTTE E VIAGGI DELL’ARTE

Essere da Messina nel Quattrocento è ben diverso dall’essere di Messina oggi. Allora voleva dire essere sul casello portuale necessario che collegava la massima potenza marittima del Mediterraneo, cioè Venezia, con la massima potenza commerciale dei mari nordici, cioè Anversa, e tutto ciò prima che entrasse nel gioco degli equilibri il nuovo continente americano. Ecco perché Antonello non può evitare di combinare le due culture, ed ecco pure per quale motivo egli è da Messina e non di Messina. Quanto ha di parallelo la sua Crocifissione con quella di Giovanni Bellini, che lui di sicuro incontra a Venezia e forse contamina; le due opere sono pervase dal medesimo senso esaltato d’un gotico terminale e si popolano con la medesima esuberanza di teschi. Ma sono soprattutto le croci dei ladroni, alberi puri e grezzi, che Bellini non riuscirà a dimenticare perché li riproduce spogli, ancora impiantati nel suolo d’origine. Addirittura i paesaggi sullo sfondo presentano una curiosa assonanza. E quanto devono sia Bellini sia Antonello al primo protagonista d’una pittura non “marittima”, al quel Cima che viene da Conegliano e insegna a tutti l’amore per il paesaggio. A tal punto che si potrebbe inventare una curiosa equazione: Cima+Antonello=Bellini.

Ma ciò che colpisce è la sensazione di realismo irreale dei legni del sacrificio. La stessa barra di legno grezzo ricompare successivamente in Grünewald, il quale sente l’aria fiamminga scendere in area renana, e torna ancora in Dürer, il quale in quell’area renana si forma quando va a studiare l’arte degli incisori presso gli stampatori di Basilea. Si vede che il nordico non si sentiva di attribuire ai carnefici di Cristo alcuna abilità da falegname capace: il falegname abile e garbato era san Giuseppe, certamente non i perfidi assassini di Gesù. A questo formidabile incrocio geografico marittimo non manca ovviamente l’altro parallelo adriatico, quello della sospensione della quale è maestro Piero e che ritrova a Messina, con Antonello, l’ipotesi d’una luce parente.

Antonello da Messina,Crocifissione, 1475, olio su tavola, cm 52,5

Antonello da Messina, Crocifissione, 1475, olio su tavola, cm 52,5x42,5, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten

Matthias Grünewald,Crocifissione, 1512-1516, olio su tavola, cm 269

Matthias Grünewald, Crocifissione, 1512-1516, olio su tavola, cm 269x307, Colmar, Musée d’Unterlinden

Albrecht Dürer,Crocifissione, 1511, incisione, cm 46

Albrecht Dürer, Crocifissione, 1511, incisione, cm 46x29,5, Collezione privata

 

Giovanni Bellini,Crocifissione, 1501-1503, olio su tavola, cm 258

Giovanni Bellini, Crocifissione, 1501-1503, olio su tavola, cm 258x169, Collezione Banca Popolare di Vicenza