LÉVI-STRAUSS SCOPRE MANTEGNA

In un piccolo libro di riflessioni scritto in tarda età, Claude Lévi-Strauss, il padre dell’antropologia culturale, narra la genesi della sua curiosità per le cose del mondo visivo, per l’arte in modo particolare. Il titolo del testo è Regarder, Écouter, Lire, pubblicato nel 1993, e per un certo verso è un rovesciamento del testo base dello strutturalismo di Michel Foucault Les mots et les Choses del 1966. L’anziano antropologo torna a percorrere la genesi della sua vocazione. Riporta il lettore nel Louvre anteriore alla Prima guerra mondiale, quando lui, giovane belga studente di liceo a Parigi, andava di domenica a percorrerne i corridoi silenziosi e si fermava dinnanzi al Parnaso di Mantegna, scoprendo quanto rapido era stato il passaggio linguistico fra quella esaltazione del primo Rinascimento e la sua mutazione in un dipinto del Guercino, dal medesimo argomento, quando il Rinascimento si stava sciogliendo nei primi passi del Barocco. Un solo filo di pensiero legava i due dipinti, ma quanto forte era stata la mutazione della sensibilità. Dalla lettura della storia dell’arte era nata allora una vocazione che fu alla base d’una delle maggiori discipline della nostra modernità. Oggi purtroppo quel dipinto è del tutto ignorato dalle orde che percorrono il Louvre per infilarsi nello stanzone dove è conservata la Gioconda, celata come un’ostrica nel suo sugo dietro uno spesso vetro di protezione. E il Parnaso s’è fatto triste.

Andrea Mantegna,Parnaso, 1497 ca, tempera su tela, cm 150

Andrea Mantegna, Parnaso, 1497 ca, tempera su tela, cm 150x192, Parigi, Musée du Louvre

Ma non finisce qui il percorso degli strani incroci. Non poteva infatti Nicolas Poussin, venuto dalla Francia in quella corte Barberini dove trionfava il dipinto del Guercino, non darsi anche lui allo stesso tema, riprenderne il mistero iniziatico e guardare le tombe del passato come testimonianza. La medesima testimonianza che, per motivi tuttora inspiegabili, porta uno dei fondatori della Hudson River School, l’inglese americanizzato Thomas Cole, a dipingere l’arco di Mantegna. E alla mescolanza complessiva del tema non sarà estraneo neppure Giorgio de Chirico.

Guercino,Et in Arcadia ego, 1618, olio su tela, cm 82

Guercino, Et in Arcadia ego, 1618, olio su tela, cm 82x91, Roma, Gallera Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

 

Nicolas Poussin,I pastori dell’Arcadia, 1640 ca, olio su tela, cm 87

Nicolas Poussin, I pastori dell’Arcadia, 1640 ca, olio su tela, cm 87x120, Parigi, Musée du Louvre

 

Thomas Cole,Sera in Arcadia, 1843, olio su tela cm 83

Thomas Cole, Sera in Arcadia, 1843, olio su tela cm 83x123, Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art