Le macerie del Muro di Berlino
Alle elezioni europee del 18 giugno 1989 il Pci raggiunge un rassicurante 26,7 per cento, un punto in più rispetto a due anni prima. Intanto Napolitano, tornato da poco dagli Stati Uniti, rappresenta il Pci a Stoccolma, seppure come osservatore, invitato da Willy Brandt al congresso dell’Internazionale socialista, dopo un viaggio con Occhetto a Bonn. A luglio, per la sesta volta, Giulio Andreotti torna a Palazzo Chigi alla guida di un governo. I politologi parlano di «stagnazione». Sembra. Renzo Arbore torna al successo televisivo con Indietro tutta, e le sue ragazze coccodè spopolano. Antonio Ricci inventa il telegiornale satirico Striscia la notizia, e per la prima volta manda in onda le veline. Beniamino Placido, un intellettuale cui «la Repubblica» ha affidato la critica televisiva, si chiede se la storia ricorderà le veline o Lilli Gruber e Lorenza Foschini, arrivate con autorevolezza alla conduzione dei telegiornali. Incunaboli di un futuro destinato appunto a cambiare per sempre la percezione della politica e della storia.
Alla fine di ottobre, alle elezioni amministrative di Roma, il Pci scende al 25,6 per cento, 5 punti in meno delle precedenti comunali. Nessuno si aspetta che il mondo stia per essere sconvolto da un evento epocale: la caduta del Muro di Berlino. Il 9 novembre 1989, Napolitano è con Willy Brandt. Il più comunista dei socialdemocratici europei e il più socialdemocratico dei comunisti italiani hanno fissato proprio quel giorno un incontro riservato. Per due ore Napolitano, senza mai perdere il filo del suo inglese, cerca di convincere Brandt a favorire l’ingresso del Pci nell’Internazionale. Non sarà facile. Senza il placet dei socialisti e dei socialdemocratici italiani, il Pci non può avanzare nemmeno la sua candidatura come partito osservatore.
Quello stesso giorno, Achille Occhetto si trova a colloquio con Neil Kinnock, segretario del partito laburista inglese. Dietro la perfetta coincidenza dei due appuntamenti si intravede il lavorio internazionale e la regia politica di Napolitano. Se è vero che la natura non fa salti, la storia sì. Occhetto davanti alla televisione della camera dell’Hotel Atlantic, il 10 di novembre, vede le macerie del Muro. Non si tratta di uno smottamento. E dire terremoto è poco. Forse la metafora più giusta è quella del cataclisma. La carta della geopolitica mondiale è sconvolta per sempre. Niente sarà più come prima. Nel pieno del sisma, Occhetto, rientrato da Bruxelles di sabato, decide di non cambiare l’agenda dei suoi appuntamenti. E la domenica va con la moglie a vedere gli affreschi di Giulio Romano a Mantova. Nelle sale del Palazzo Te appena restaurate ci sono anche i Titani travolti dalla collera di Zeus, sotto un diluvio di pietre, colonne che crollano e muri che si sbriciolano… La sceneggiatura della cronaca politica sceglie proprio quel momento per far prendere a Occhetto la decisione storica.
Succede a Bologna il 12 novembre 1989, quartiere Navile: si celebra l’anniversario della battaglia della Bolognina contro i nazifascisti, quarantacinque anni dopo. La ricostruzione dei fatti documenta che nessuno dei presenti si era accorto di un bel nulla. Occhetto aveva citato il discorso di Gorbaciov ai veterani della seconda guerra mondiale, data di inizio della perestrojka. Ma se si legge il comunicato dell’Ansa non si capisce che il Muro di Berlino sta per travolgere anche il Pci. Occhetto dice, infatti: «Bisogna inventare strade nuove». «L’Unità» invece azzarda, fra mille tentennamenti, e il pezzo di cronaca dalla Bolognina comincia così: «La questione del cambiamento del nome è all’ordine del giorno nel Pci».189 Come Fabrizio del Dongo, il pallido marchesino della Certosa di Parma di Stendhal che partecipa alla battaglia di Waterloo senza saperlo, e solo ripensandoci dopo scopre di aver assistito alla sconfitta di Napoleone, così alla Bolognina nessuno aveva capito il senso autentico delle parole di Occhetto. Nemmeno lui.
162 Il documentario Ciao Enrico, uscito nel 1984 e prodotto dalla Unitelefilm, è stato anche allegato in videocassetta con «l’Unità».
163 Archivio del Partito comunista (d’ora in poi Apc), verbali della consultazione compiuta in vista della sessione del comitato centrale e della commissione centrale di controllo del 26 giugno 1984 (elezione del segretario del Pci).
164 Roberto Benigni, Caro Enrico, eri così leggero quando ti presi in braccio, «l’Unità», 12 giugno 1984.
165 Giovanni Fasanella, Daniele Martini, D’Alema, la prima biografia del segretario del Pds, Longanesi, Milano 1995, pp. 119-28.
166 Apc, verbali della consultazione compiuta in vista della sessione del comitato centrale e della commissione centrale di controllo del 26 giugno 1984 (elezione del segretario del Pci). Due allegati riportano i conteggi delle preferenze.
167 Paolo Turi, L’ultimo segretario: vita e carriera di Alessandro Natta, Cedam, Padova 1996, pp. 406-7; Giorgio Napolitano, Dal Pci al socialismo europeo. Un’autobiografia politica, Laterza, Roma-Bari 2005, p. 206.
168 La prima lettera di Napolitano in Apc, 1985, Segreteria, Mf 8502, fogli 0032-0033; la seconda in Apc, 1985, Segreteria, Mf 8502, foglio 0034. La risposta della segreteria in Apc, 1985, Segreteria, Mf 8502, foglio 0035.
169 Apc, Fondo Bufalini, busta 9, 1985. La lettera di Dino Sanlorenzo è indirizzata sia a Napolitano sia a Paolo Bufalini. La chiusa ben descrive alcune idiosincrasie di Napolitano: «Scusa l’imperfezione di stile, d’ortografia, di grammatica e di battitura, cose che a te stanno giustamente tanto a cuore, ma ho dovuto “far da me”».
170 Apc, 1984, Segreteria, Mf 000324, fogli 1152-56.
171 La prima intervista è di Giorgio Frasca Polara, Il Pci punta a altre modifiche sostanziali, «l’Unità», 26 aprile 1984; la seconda di Maurizio De Luca e Giovanni Valentini, Vogliamoci bene, compagni socialisti. Intervista a Giorgio Napolitano, «l’Espresso», 23 giugno 1985.
172 La strategia di Napolitano a favore di Cossiga prevede di impedire con i voti determinanti del Pci l’azione dei «franchi tiratori» democristiani: «Se anche la Sinistra indipendente voterà Cossiga e anche altri su 925 votanti, occorrerebbero ben 252 franchi tiratori contro di lui. È difficile pensarlo», in Apc, 1985, Riunione della direzione del 22 giugno 1985, Mf 8508, fogli 0001-0030.
173 Guido Carandini, Quella grande illusione, «la Repubblica», 22 agosto 1985; Francesco De Vito, Rebus rosso, «l’Espresso», 8 settembre 1985.
174 Adolfo Chiesa, La satira politica in Italia, Laterza, Roma-Bari 1990, p. 288.
175 G. Napolitano, Dal Pci al socialismo europeo cit., p. 216.
176 Frane Barbieri, Due lettere d’amore, «La Stampa», 9 febbraio 1985.
177 La segreteria delibera una speciale commissione che segua tutti i lavori per la preparazione dei documenti congressuali: sarà un congresso a tesi. Napolitano è nella commissione. Apc, Riunione della direzione, 11 luglio 1985, Mf 850.
178 Il riferimento è al libro di David Collingridge, Il controllo sociale della tecnologia, Editori Riuniti, Roma 1983.
179 La lettera di Napolitano in Apc, Segreteria, 1986, Mf 8602, fogli 0259-0261; la risposta di Macaluso a Natta in Apc, Segreteria, 1986, Mf 8602, foglio 0262. Macaluso lascerà la direzione de «l’Unità», come promesso, alla fine del congresso di Firenze.
180 G. Napolitano, Dal Pci al socialismo europeo cit., pp. 227-29.
181 Apc, Riunione della direzione del 25 giugno 1987, Mf 8771, fogli 0002-0037; Alberto Stabile, Il gran consulto sulla sconfitta, «la Repubblica», 19 giugno 1987.
182 In Apc, 1988, Estero, Rapporto sugli incontri a Madrid, Congresso del Psoe, 22-23 gennaio 1988, Mf 803, fogli 0162-0164. Così Napolitano racconta l’incontro casuale con Brandt: «Sempre in occasione della cena mi sono brevemente intrattenuto con Willy Brandt, facendo riferimento alla sua recente conferenza alla Fondazione Feltrinelli di Milano». Il 27 novembre 1987 Brandt era venuto in Italia per il convegno Rapporto Nord-Sud.
183 Apc, 1988, Direzione del 24-25 febbraio 1988, Mf 8805, fogli 0037-0089. Il problema centrale è come liberarsi dell’inserto satirico senza che appaia come una censura. Chiaromonte sta trattando per una separazione consensuale, senza perdere copie. Infatti, quando «Tango» è in allegato, «l’Unità» aumenta le vendite.
184 La discussione sulle elezioni in Apc, 1988, Direzione del 1° giugno 1988, Mf 088, fogli 0001-0054. Sulle dimissioni di Natta si veda Apc, 1988, Direzione del 13-14 giugno 1988, Mf 8809, fogli 0001-0033. Il lucido intervento di Napolitano in questa occasione è quello di un segretario in pectore.
185 «Tango», supplemento de «l’Unità», 13 giugno 1988.
186 Ferdinando Adornato, Parigi, sei tu la nostra rivoluzione. Intervista ad Achille Occhetto, «l’Espresso», 22 gennaio 1989.
187 G. Napolitano, Dal Pci al socialismo europeo cit., p. 238.
188 Achille Occhetto, L’alternativa è già possibile, «la Repubblica», 11 luglio 1989.
189 Walter Dondi, Il Pci cambierà nome? «Tutto è possibile», «l’Unità», 13 novembre 1989.