Ringraziamenti
SETTE anni sono una vita davvero troppo breve, ma è stata lunga abbastanza da toccare molte altre vite, e da esserne toccata. Qui vorrei menzionare le persone che hanno incrociato il cammino di Chika su questa terra, breve ma infinitamente significativo.
Anzitutto coloro che se ne sono occupati quando stava bene. Tutto il personale dell’orfanotrofio Have Faith Haiti: le tate, gli insegnanti; lo staff di supporto; i direttori haitiani, Alain e Yonel; e i direttori americani, Jeff e Patty, Jennifer e Jeremiah, Anachemy e Gina. La vostra dedizione a Chika – e a tutti i nostri bambini – è qualcosa di magnifico.
Herzulia Desamour, la madrina di Chika, ce l’ha portata quando è morta sua madre. Rolande St. Lot l’ha indirizzata da noi. E i suoi oltre quaranta fratelli e sorelle dell’orfanotrofio sono stati per Chika persone da amare e con cui giocare ogni istante che ha passato lì.
Quando è iniziata la sua battaglia contro il DIPG, l’elenco si è allungato. Un’esistenza ne tocca così tante altre. Un grazie a tutte le persone che hanno dato un contributo lungo il cammino, in ordine sparso.
Il personale incredibile del C.S. Mott Children Hospital di Ann Arbor, nel Michigan, che ha accolto Chika come un faro di luce gioiosa e ha contribuito a far fronte agli enormi costi delle cure: la dottoressa Pat Robertson, il dottor Carl Koschmann, il dottor Hugh Garton e il dottor Greg Thompson l’hanno esaminata da capo a piedi, e innumerevoli medici, infermiere e personale di supporto l’hanno sempre fatta sentire speciale durante il tempo passato in ospedale. Non c’è da stupirsi che nell’atrio ci sia Superman.
Un ringraziamento analogo va al Beaumont Hospital di Royal Oak, nel Michigan, e al suo magnifico team di radiologia, guidato dal dottor Peter Chen. Il personale ha mandato a casa Chika con più giocattoli di un Walmart e le lasciava suonare il campanello quando finiva le terapie. Vi abbracciava tutti, uno per uno.
Un grazie lo merita anche il team del Memorial Sloan Kettering di New York, guidato dalla tenacia del dottor Souweidane. Speriamo che quanto imparato con Chika possa beneficiare altri che opteranno per l’approccio CED.
E in Germania, un grazie enorme al dottor Van Gool e allo staff intelligente e gentile dello IOZK di Colonia. Chika è stata così felice del tempo passato lì. Penso intuisse che eravate sulla strada giusta con l’immunologia. E alla famiglia e alla memoria della piccola Gianna che, anche se per poco, è stata l’amica europea di Chika.
Un grazie speciale a Tammi, Jason e Lloyd Carr, che hanno trasformato il loro dolore in un’azione ispiratrice con la Chad Tough Foundation. Avete fatto per noi quello che noi abbiamo cercato di fare per altri alle prese con la montagna DIPG. Un giorno, grazie a persone come voi, qualcuno arriverà in cima.
La nostra infinita gratitudine alle molte altre organizzazioni che hanno accolto Chika: Walk the Line to SCI Recovery (Erica, Ira e le persone che venivano a casa nostra); Health Partners, Inc. (John Prosser, Donna e le infermiere straordinarie che venivano dopo mezzanotte); tutto il personale dell’Hospice of Michigan, il dottor Ken Pituch e il team di Ann Arbor; Born Yoga di Birmingham, Michigan (grazie, Ashley, per aver fatto volare Chika); e il team medico locale a domicilio composto da Judy, Jill, Susie, Mary e la «dottoressa» Michelle. A Julie Ford per averci insegnato a usare il PICC, a Greg Holmes e Katherine Roth per la loro estesa conoscenza nutrizionale, al dottor Hunt per i denti di Chika, e a Kevin e Cindy per quella sediolina speciale.
E poi ci sono gli «amici» di Chika. Per lei l’età non contava. Solo il cuore e il tempo. Per averli condivisi tanto generosamente con la nostra bimba, un grazie grande così a (sempre in ordine sparso) Frank (che la portava ovunque); Kim e Walid (che la portavano dappertutto); Nicole M. (Baba… ghan-ush!); Dianne (la sua adorata insegnante); la dottoressa Val e Rick (la sua visita canina preferita); Marina, Rudy e Chris (i suoi anfitrioni belgi); Antonietta (la sua padrona di casa di Colonia); Margareth, la famiglia Alley e «nonna» Peggy; «Pastor Donkey», Jordan, Lyn, Carmella, Catherine (nuoto); Connie e Linda (che tante volte hanno evitato alla nostra casa – e a noi – di andare in pezzi); il dottor Chad Audi e famiglia, Rosemary, Margie M., Terrie e Doug, Monica e Heath, Vito, Sandy, Taki, Yuki, Tomoko e Kaz, Perry G., Mike e Trish («Silenzio!»), Della, Sara Werr, LaKema G.; e naturalmente, sempre, la nostra amorevole famiglia allargata, Cara, la mia instancabile e geniale sorella, che ha fatto in modo che Chika seguisse le lezioni; mio fratello Peter, che faceva ridere Chika; Kathy, Tricia e «papà» Rick, Greg, Anne-Marie e i figli (sappiamo tutti come si è sentita a proposito di Aidan); Johnny S. e tutti i nostri numerosi nipoti che l’hanno conosciuta; Jesse e Marlee, Gabriel, Laura Beth, Nicole S., Johnny, Daniel, Michael e Lindsay, (la piccola) Janine e Anton e le figlie, Devon e Steven, Alex, David e Jenny, Paul, Joey e Josh.
La nostra famiglia è diventata la sua famiglia, e lei lo adorava.
Anche il mio mondo lavorativo si è mescolato a quello di Chika, quindi un sentito grazie al «signor Marc» Rosenthal, al «signor Mark» Mendelsohn (non ti ha mai detto che eri uno scansafatiche), a Kerri (per le innumerevoli trascrizioni), a Jo-Ann, Vince, Antonella, allo staff della radio, Jean Yee e Lisa Goich (per aver ricoperto Chika di gentilezze da lontano) e alle persone dell’editoria che hanno mostrato grande pazienza quando ho scelto di sacrificare il lavoro per stare con Chika.
Quanto a questo libro, non esisterebbe senza David Black, che ha passato decenni a dirmi che sarei stato un buon padre, e alla sua squadra meravigliosa della Black, Inc., Susan Raihofer, Matt Belford e Skyler Addison. La mia editor, Karen Rinaldi, ha lottato con me come Giacobbe con l’angelo, ma solo per far arrivare sulla carta la versione migliore di questa storia, e io la ringrazio moltissimo per questo. Il mio umile apprezzamento va al resto dello splendido staff della Harper: Jonathan Burnham, Leah Wasielewski, Stephanie Cooper, Doug Jones, Leslie Cohen, Tina Andreadis, Emily VanDerwerken, Jacqui Daniels, Rebecca Raskin, Hannah Robinson, Milan Bozic, Leah Carlson-Stanisic, John Jusino, Michael Siebert e i numerosi altri che hanno contribuito a far pubblicare il mio libro.
Vorrei ringraziare tutti i nostri amici, colleghi e medici non nominati qui, perché chiunque ti aiuti ad andare avanti in un cammino del genere, anche se solo per un giorno, diventa una piccola parte della storia.
Infine, il grazie più grande di tutti: Janine. Nel corso dell’anno che mi ci è voluto per scrivere questo libro mi ha ascoltato leggerlo ad alta voce, ed è stato difficile, devastante, meraviglioso e travolgente, come lo è avere un tesoro di bambina, però malata.
Questa è la mia storia solo perché è stata anche la sua.
Chika. Janine. Io.
Noi.
MITCH ALBOM
Detroit, Michigan
Agosto 2019